Due per Mille, gli incassi dei partiti del 2019: PD in testa, al M5S zero per scelta

Alessandro Cipolla

15/01/2020

15/01/2020 - 08:36

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Il dipartimento del MEF ha messo online quanto hanno incassato i partiti politici italiani nel 2019 con il Due per Mille: in testa c’è il PD poi la Lega e Fratelli d’Italia, il Movimento 5 Stelle non accede ai finanziamenti per scelta.

Due per Mille, gli incassi dei partiti del 2019: PD in testa, al M5S zero per scelta

Quanto hanno incassato i partiti italiani con il Due per Mille? Dal 2014 infatti, decisione dell’allora governo Letta, il cittadino contribuente può decidere di destinare questa quota al finanziamento pubblico dei partiti nostrani.

Il sito del Ministero delle Finanze ha pubblicato la ripartizione del Due per Mille ai partiti per quanto concerne il 2019: in testa c’è il Partito Democratico seguito dalla Lega per Salvini Premier e da Fratelli d’Italia.

Rispetto allo scorso anno c’è stato un netto balzo dei Verdi, probabilmente grazie al traino delle battaglie portate avanti da Greta Thunberg, mentre il Movimento 5 Stelle per sua scelta rifiuta questo tipo di finanziamento.

Due per Mille: al PD oltre 8 milioni

Ogni anno il contribuente italiano può decidere se, all’atto di presentazione della sua dichiarazione dei redditi, versare il famoso Due per Mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche al finanziamento di un partito politico.

In base al DL 149/2013, partecipano alla destinazione del 2‰ i partiti che hanno trasmesso il proprio statuto alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici e che la Commissione stessa abbia ritenuto essere conforme alle disposizioni dell’art. 3 della norma in oggetto, varata nel 2014 dal governo Letta.

In totale nel 2019 sono stati 1.358.085 i contribuenti, su una platea complessiva di oltre 40 milioni, che hanno scelto di donare il proprio Due per Mille ai partiti. Nel complesso si tratta quindi di una torta da oltre 18 milioni.

Come sono stati divisi questi soldi tra i partiti italiani? Vediamo allora quanto hanno incassato le varie forze politiche nel 2019, mentre in calce all’elenco potete trovare il pdf con la griglia completa.

  • Partito Democratico - 8.437.932 euro
  • Lega per Salvini Premier - 3.091.083 euro
  • Fratelli d’Italia - 1.168.061
  • +Europa - 809.273 euro
  • Lega Nord per l’Indipendenza della Padania - 753.093 euro
  • Federazione dei Verdi - 695.697 euro
  • Movimento politico Forza Italia - 623.076 euro
  • Partito della Rifondazione Comunista - 535.889 euro
  • Sinistra Italiana - 499.257 euro
  • Sudtiroler Volkspartei - 313.429
  • Articolo 1 Movimento Democratico e Progressista - 298.692 euro
  • Partito Socialista Italiano - 155.489 euro
  • Centro Democratico - 153.834 euro
  • Possibile - 149.125 euro
  • Movimento La Puglia in Più - 74.831 euro
  • MAIE - 60.670 euro
  • Unione Sudamericana Emigrati Italiani - 58.428 euro
  • Unione per il Trentino - 47.895 euro
  • Union Valdotaine - 39.569 euro
  • Alternativa Popolare - 36.029 euro
  • PATT - 32.217 euro
  • IDEA - 20.095 euro
Due per mille ai partiti 2019

Balza all’occhio quindi come di fatto esistano due partiti della Lega, con l’attuale gruppo parlamentare nato dopo le ultime elezioni che comunque è quello di Lega per Salvini Premier.

Curioso poi come Rifondazione Comunista, fuori dal Parlamento da tempo, mantenga comunque un nutrito zoccolo duro di 52.061 cittadini che hanno deciso di lasciare al partito il loro Due per Mille.

Alla ripartizione non prende parte il Movimento 5 Stelle. I pentastellati infatti, fin dalla loro nascita, rifiutano i finanziamenti pubblici per far politica come evidenziato anche in un post sul Blog delle Stelle del dicembre 2014 scritto da Nicola Morra, ora presidente della commissione parlamentare Antimafia.

Perché non è presente il M5S in questa lista? Perché il nostro non è un partito, non vuole finanziamenti pubblici né quelli del due per mille dei contribuenti - si legge nel post - Abbiamo rifiutato più di 42 milioni di euro di rimborsi elettorali, tagliato i nostri stipendi a favore delle Pmi e dimostrato che non servono soldi pubblici per fare politica. Ci sosteniamo col nostro lavoro e con piccole donazioni volontarie dei nostri sostenitori attraverso la Rete”.

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