Dove e perché i pensionati italiani scappano all’estero?

Simone Micocci

11/04/2018

11/04/2018 - 16:30

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Sono sempre di più gli italiani che decidono di godersi la pensione all’estero beneficiando di un regime fiscale agevolato; la maggior parte dei 400mila pensionati italiani che si sono trasferiti all’estero, però, lo ha fatto in età da lavoro.

Dove e perché i pensionati italiani scappano all’estero?

Sono circa 400mila i pensionati italiani che percepiscono la pensione all’estero; tra questi però ce ne sono molti che hanno lasciato il nostro Paese in età giovanile, tant’è che percepiscono un assegno di un importo molto basso visti i pochi anni di contributi versati.

C’è una piccola parte che invece ha deciso di trasferirsi all’estero dopo essersi ritirata dal lavoro, trasferendosi in quei Paesi dove si può vivere meglio con la propria pensione. In alcuni Stati, infatti, i pensionati italiani possono beneficiare di un regime fiscale agevolato sulle pensioni, percependo un assegno più alto rispetto a quello che avrebbero ricevuto se avessero mantenuto la residenza in Italia.

I pensionati italiani all’estero quindi si dividono in due categorie: coloro che si sono trasferiti in età di lavoro per cercare più fortuna all’estero e coloro che invece hanno deciso di farlo una volta collocati in quiescenza.

Per capire in quali Paesi ci sono gli uni e dove invece si trasferiscono gli altri dobbiamo fare riferimento agli ultimi dati sui pensionati italiani all’estero. I dati più aggiornati risalgono al 2016 (appena pubblicati dal Centro Studi Itinerari Previdenziali) e di seguito li analizzeremo nel dettaglio per capire quali sono le mete più gettonate dai pensionati italiani.

Pensionati italiani trasferiti in età da lavoro

In totale sono 373.265 le pensioni erogate dall’INPS ad italiani residenti all’estero. Tra questi ci sono medici e avvocati, ma anche operai e impiegati. La maggiore affluenza di italiani si ha in America Settentrionale - dove in totale ci sono 96.597 pensionati - e Oceania (50.267), mentre restando in Europa gli Stati più gettonati sono Germania (47.273), Francia (44.971) e Svizzera (30.649).

In queste zone però troviamo per lo più pensionati che si sono trasferiti in età da lavoro, i quali in Italia hanno maturato solamente pochi anni di contributi.

Ciò si deduce analizzando gli importi medi delle pensioni erogati in questi Paesi. Ad esempio, in Canada - Stato in cui c’è la massima concentrazione di pensionati italiani (57.215) - l’importo complessivo dei trattamenti di quiescenza versati dall’Italia è di 76.375.147, una media di 1.334,87€ annui (102,68€ mensili), mentre in Germania è di 1.904,34 euro annui, circa 145€ mensili.

Italiani che si trasferiscono dopo la pensione

Negli ultimi anni però sta aumentando la percentuale di italiani che decidono di trasferirsi all’estero una volta ritirati dal lavoro, beneficiando di un assegno pensionistico più alto di quello che avrebbero percepito se fossero rimasti in Italia.

Questo perché ci sono dei Paesi convenzionati con il nostro nei quali i pensionati sono esenti dalla doppia imposizione delle tasse; questo significa che chi si trasferisce è soggetto al regime fiscale dello Stato in cui ha spostato la residenza e di conseguenza potrà beneficiare di eventuali agevolazioni.

A tal proposito uno degli Stati in cui sempre più pensionati italiani si stanno trasferendo negli ultimi anni è il Portogallo. Qui infatti ai residenti non abituali è riconosciuta l’esenzione di imposta per la pensione per 10 anni.

Agevolazioni sono previste anche per chi si trasferisce in Spagna; ad esempio nelle Canarie non vengono applicate le imposte regionali e comunali sulle pensioni, e quindi l’importo dell’assegno è più alto di circa il 15% di quello che si sarebbe percepito in Italia.

Anche in Tunisia c’è un regime fiscale agevolato per i pensionati: qui si paga solamente il 25% delle tasse sul 20% del reddito, senza dimenticare che il costo della vita è molto più basso rispetto all’Italia.

Ma i Paesi in cui si può vivere meglio con la pensione italiana sono anche quelli del Sud America - Brasile su tutti - ma anche Thailandia e Ungheria dove i nostri pensionati si trasferiscono per il basso costo della vita.

Ma vediamo qualche dato: secondo il Centro Studi Itinerari Previdenziali l’importo medio delle pensioni aumenta negli Stati dell’America del Sud come Argentina - dove i pensionati sono 25.938 per un importo medio mensile di 284€ - e in Brasile, dove a fronte di 8.030 pensionati viene erogato in media un assegno mensile di 381€.

Quindi nonostante in questi due Paesi ci siano molti italiani trasferiti lì in età da lavoro, ce ne sono molti altri che invece hanno deciso di spostare la loro residenza una volta conclusa la carriera lavorativa (in questo modo si spiega l’incremento medio delle pensioni mensili rispetto a Paesi come Canada e Germania).

Ma per capire dove c’è la maggior affluenza di connazionali trasferiti dopo la pensione bisogna fare riferimento ai dati Istat. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, infatti, nel 2016 lo Stato ha pagato la pensione a 1.037 italiani residenti in Portogallo, per un importo medio mensile di 2.132,65€.

In Spagna, invece, i trattamenti erogati mensilmente sono 6.438 per un importo di 766€. In Ungheria abbiamo 335 italiani per un importo medio di 1.051,24€, mentre una parte di connazionali ha deciso di trasferirsi in Asia (principalmente in Thailandia): qui infatti i trattamenti erogati mensilmente sono 1.950, per un importo medio di 1.681,27€.

Prima di concludere però vi ricordiamo che per beneficiare dell’esenzione della doppia imposizione bisogna rispettare alcune condizioni: una su tutte vivere nello Paese estero per almeno 184 giorni l’anno.

A tal proposito l’INPS ha dichiarato di aver avviato dei controlli approfonditi per verificare il rispetto dei requisiti da parte dei nostri pensionati residenti all’estero.

Ecco perché prima di prendere questa decisione vi consigliamo di documentarvi per bene su quali sono le condizioni da rispettare per beneficiare delle agevolazioni fiscali offerte dai Paesi esteri sulla pensione riconosciuta dallo Stato italiano; per farlo potete consultare il nostro articolo di approfondimento.

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