Dopo l’attacco di Israele, l’Italia deve abbandonare il Libano? Il sondaggio

Alessandro Cipolla

14/10/2024

Il sondaggio di Money.it: i soldati italiani dovrebbero abbandonare il Libano dopo l’attacco di Israele oppure restare nelle basi della missione Unifil?

Dopo l’attacco di Israele, l’Italia deve abbandonare il Libano? Il sondaggio

Dopo l’attacco di Israele, l’Italia deve abbandonare il Libano? Questo è stato il sondaggio che Money.it ha voluto proporre ai suoi lettori ora che il conflitto in Terra Santa, in corso da oltre un anno, ha coinvolto anche i militari italiani impegnati nella missione Unifil delle Nazioni Unite.

SONDAGGIO CHIUSO QUI I RISULTATI

Come noto nei giorni scorsi Israele ha attaccato tre basi dell’Unifil - due delle quali a guida italiana - dislocate lungo la Blue Line del confine libanese, provocando in totale il ferimento di quattro soldati (due indonesiani e due cingalesi).

Da quando la guerra si è allargata anche al Libano, l’esercito israeliano (Idf) più volte ha chiesto alle truppe Unifil di spostarsi più a Nord per agevolare le sue operazioni militari contro Hezbollah.

I peacekeepers però si sono rifiutati di abbandonare le loro basi, convinti di essere l’unico canale capace di poter far dialogare israeliani e miliziani libanesi. Dopo l’attacco il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato che i soldati italiani di stanza in Libano rimarranno al loro posto.

Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è stato quello di capire se i soldati italiani devono abbandonare o meno il Libano dopo l’attacco di Israele.

Soldati italiani in Libano: il sondaggio

La missione Unifil delle Nazioni Unite in Libano è in corso dal 1978, con il contingente italiano - circa 1.200 soldati - che è il più numeroso tra quelli dislocati nelle basi lungo il confine con Israele.

Da quando è scoppiata la guerra tra lo Stato ebraico e Hamas si discute del futuro dei nostri militari in Libano, specie ora che il conflitto si è allargato a Hezbollah con l’invasione via terra dell’Idf anche del territorio libanese.

L’attacco israeliano alle basi Unifil ha scatenato la dura reazione del governo italiano e degli altri impegnati nella missione Onu. Tel Aviv ha dichiarato che più volte i peacekeepers sono stati invitati a spostarsi più a Nord, specificando poi che al momento sono ancora in corso le indagini su quanto avvenuto presso le basi dei caschi blu.

Non è un mistero che per Israele la presenza della missione Unifil sia un intralcio nella guerra contro Hezbollah, con i miliziani libanesi che di certo sono più numerosi e meglio armati rispetto ad Hamas.

Il ministro Crosetto - parecchio irritato per l’accaduto - ha ribadito che al momento i soldati italiani non si muoveranno dal Libano, anche se la situazione in Terra Santa ormai è quella di una guerra regionale che presto potrebbe coinvolgere anche una potenza come l’Iran.

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