Dollaro continua la salita dopo accordo OPEC: ecco cosa aspettarsi

Matteo Bienna

1 Dicembre 2016 - 10:55

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L’indice del dollaro avvicina i suoi massimi dopo l’accordo raggiunto dall’OPEC: salgono anche energetici e rendimenti dei titoli del Tesoro USA, male i beni rifugio. E ora?

Dollaro continua la salita dopo accordo OPEC: ecco cosa aspettarsi

L’indice spot del dollaro USA avvicina i suoi massimi storici registrati la scorsa settimana a quota 102 dopo che l’OPEC ha concluso l’atteso meeting con un accordo sul taglio alla produzione di petrolio.

La più importante delle materie prime, traino di molti comparti azionari, ha raggiunto in giornata una performance del +8,8%, tornando al di sopra dei $50 al barile, sebbene la quotazione sembra con oggi tirare un po’ il fiato.

Il comparto azionario americano ha raggiunto così nuovi record con l’indice Dow Jones, in particolare grazie a tutti i titoli energetici, e in generale è cresciuto l’ottimismo per le conseguenze che questo accordo, il primo in otto anni, può dare al livello dei prezzi.

Con il dollaro canadese che ha cercato di beneficiare delle novità di ieri, analizziamo ora le prospettive per l’indice del dollaro, e quindi per molti equilibri di mercato, dopo l’accordo dell’OPEC.

Non tutto è dato per scontato.

Dollaro USA reagisce bene ad accordo OPEC: ottimismo per livello prezzi ma attenzione

Il dollaro USA vive un’altra giornata da protagonista dopo l’accordo raggiunto dall’OPEC per il taglio di 1,2 milioni di barili al giorno nella produzione di petrolio.

La giornata di ieri ha segnato un momento storico per l’organizzazione che controlla, o meglio prova a controllare, l’andamento della quotazione del greggio, con le reazioni a caldo del mercato che hanno soddisfatto le aspettative che era lecito attendersi.

Il rapporto tra dollaro e petrolio è meno chiaro e lineare rispetto a quello con le altre materie prime. I metalli preziosi, ad esempio, soffrono un rafforzamento del dollaro e solitamente mantengono un andamento contrario a quello della valuta americana, come avvenuto ieri.

Le aspettative per un rialzo dei tassi della Fed questo mese sono il principale motore che sta spingendo al rialzo il dollaro USA, che però trova nell’iniziativa presa dall’OPEC un aiuto non da poco.

Per la Fed sono due le variabili decisive per riprendere una politica di rialzo dei tassi, favorita dall’approccio del nuovo presidente Trump: il mercato del lavoro e l’inflazione. Se la prima sembra continuare ad andare sempre meglio, la seconda migliora le proprie aspettative proprio grazie alla giornata di ieri.

L’efficacia di un accordo raggiunto aiuterebbe a portare su il livello dei prezzi verso il target voluto dalla Fed, il tutto accompagnato da quelle riforme, in particolare di natura fiscale, che Trump sembra pronto ad impiegare.

Così il rialzo del petrolio potrebbe favorire in via indiretta il rialzo del dollaro, sostenuto da una Fed che vedrebbe soddisfatte tutte le proprie necessità.

Ma non bisogna dare tutto per scontato.

Molti operatori di mercato stanno sottovalutando le conseguenze dell’accordo preso durante la giornata di ieri:

“Noi crediamo che i livelli di produzione per il prossimo anno saranno in linea con quelle che erano le nostre aspettative, indipendentemente dall’evento di ieri. ”

Queste le parole provenienti da Barclays che, come Danske Bank, crede che l’accordo sia servito più per la reputazione dell’OPEC che non per il mercato del petrolio stesso.

Da tempo si è discusso sull’effettiva influenza che l’organizzazione ha ancora sul valore del greggio e molti quindi credono che, nonostante la reazione repentina di ieri, gli effetti di medio-lungo termine saranno irrilevanti.

Questo potrebbe nel tempo ridimensionare il discorso legato all’inflazione e quindi ai benefici diretti per il dollaro USA, il cui andamento nel suo indice di riferimento rimane per ora solido:

Ad un passo dai suoi massimi, l’indice si è rafforzato nella giornata di ieri anche grazie ai dati provvisori sui NFP ed è pronto a continuare il suo cammino fino al 14 dicembre, ovvero fino al giorno in cui la Fed rialzerà i tassi di interesse.

Se nessuna sorpresa negativa dovesse insinuare dei dubbi sull’operato della banca centrale statunitense, il cammino rialzista del dollar index difficilmente troverà ostacoli, favorito ora anche dagli esiti a breve termine dell’accordo dell’OPEC.

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