La destabilizzazione dell’economia mondiale è iniziata

Violetta Silvestri

09/04/2022

09/04/2022 - 15:32

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L’economia globale è sull’orlo del baratro: l’inflazione e i problemi delle supply chain esacerbati dalla guerra stanno destabilizzando il mondo. Gli eventi della settimana lo dimostrano.

La destabilizzazione dell’economia mondiale è iniziata

La settimana che volge al termine ha mostrato molti segni di una destabilizzazione economica ormai in corso nel mondo.

Protagoniste indiscusse sono inflazione alle stelle - soprattutto quella agricola/alimentare - e guerra in Ucraina: dalle spinte di questi eventi così dirompenti le basi mondiali scricchiolano.

Alcuni Paesi stanno per esplodere in Asia e in Africa, mentre le grandi potenze come Ue e Stati Uniti navigano nell’incertezza.

Cosa è successo nel mondo e perché l’economia globale appare sempre più destabilizzata.

Prezzi sempre più alti: una miccia pronta a esplodere

L’inflazione alimentare record sta rafforzando la sua presa sull’economia globale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove le difficoltà finanziarie stanno contribuendo a una maggiore instabilità politica.

I costi di prodotti di base come il grano e gli oli da cucina continuano ad accelerare mentre la guerra della Russia in Ucraina, uno dei principali esportatori di materie prime, sconvolge il commercio e alimenta le preoccupazioni per la carenza. Anche i costi elevati dell’energia si aggiungono alle pressioni inflazionistiche.

In Sri Lanka, i prezzi al consumo sono accelerati a circa il 19% - il tasso più alto in Asia - e potrebbero continuare a salire fino al 25%, secondo la banca centrale, che ha appena aumentato i tassi di interesse di sette punti percentuali, mossa senza precedenti. L’impennata dei costi ha scatenato proteste di piazza che chiedevano la cacciata del presidente.

Sempre in Asia, una riunione di emergenza dei banchieri centrali del Pakistan ha portato al più grande aumento dei tassi dal 1996 poiché più caos politico e prezzi più elevati del petrolio rischiano di trasformarsi in una vera e propria crisi economica.

Quella dei prezzi alimentari è una bomba a orologeria. La guerra ha devastato le catene di approvvigionamento nella cruciale regione del Mar Nero, granaio del mondo, sconvolgendo i flussi commerciali globali e alimentando il panico per la carenza di prodotti di base.

Nella cintura agricola dell’Ucraina, i silos con 15 milioni di tonnellate di mais del raccolto autunnale - che avrebbero dovuto servire anche i mercati mondiali - stanno esplodendo.

Le scorte - circa la metà del mais che l’Ucraina avrebbe dovuto esportare per la stagione - sono diventate sempre più difficili da ottenere per gli acquirenti.

In Cina, contenitori pieni di alimenti congelati e prodotti chimici si stanno accumulando nel porto più grande della Cina, a Shanghai, poiché il blocco della città e i test di massa per il Covid significano che i camionisti non possono arrivare al molo per ritirare.

Shanghai è ora l’epicentro della peggiore epidemia di Covid in Cina in due anni, con quasi 20.000 nuovi casi segnalati solo mercoledì scorso.

Europa in bilico

I prezzi del gas naturale in Europa sono aumentati dopo cinque giorni di calo a causa dei timori che i flussi russi attraverso il principale Paese di transito, l’Ucraina, possano essere interrotti.

Le operazioni militari russe stanno mettendo a rischio la stabilità delle consegne in Europa, ha affermato l’operatore del sistema di trasmissione del gas dell’Ucraina.

Inoltre, la settimana si è chiusa convulsa con il potenziale embargo del gas russo ancora in discussione a Bruxelles.

In Germania, gli ordini di fabbrica sono diminuiti per la prima volta in quattro mesi prima dell’invasione russa dell’Ucraina, sottolineando le preoccupazioni per la crescita più lenta della più grande economia europea.

Non sono pochi gli analisti che avanzano ipotesi di recessione per il vecchio continente, mentre l’euro resta debole sul dollaro e la Bce vacilla nella decisione di alzare i tassi.

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