Ddl povertà, il reddito di inclusione pesa sul taglio ai Fondi per le politiche sociali?

Francesco Scarpari

10 Marzo 2017 - 17:27

Ddl povertà, il reddito di inclusione pesa sul taglio ai Fondi per le politiche sociali? Per loro e per i non autosufficienti infatti è prevista una sforbiciata di oltre 260 milioni.

Ddl povertà, il reddito di inclusione pesa sul taglio ai Fondi per le politiche sociali?

Ddl povertà, il reddito di inclusione pesa sul taglio ai Fondi per le politiche sociali? Il Governo sta per varare infatti una sforbiciata di oltre 260 milioni di euro se si sommano i ricavi che dovrebbero entrare sia dal Fondo per le politiche sociale con i 50 milioni di quello per i soggetti non autosufficienti.

Il taglio ai contributi è stato deciso dal Governo il 23 febbraio, poco prima dell’approvazione del ddl povertà al Senato per l’avvio del programma sul reddito di inclusione. La manovra di decurtazione della spesa è stata decisa nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, quando il Ministero per l’Economia ha raggiunto l’accordo con le Regioni su una sforbiciata di oltre 213 milioni al Fondo per le Politiche Sociali. L’intesa inoltre è stata raggiunta senza che fosse presente il Ministro Poletti, il titolare del dicastero per il Lavoro e le Politiche Sociali.

Ddl povertà, il reddito di inclusione pesa sul taglio ai Fondi per le politiche sociali?

Per il Fondo per le politiche sociali un budget ridotto al lumicino, dal momento che ne rimane poco più del 30% dei 313 milioni inizialmente preventivati. Praticamente in contemporanea il Parlamento ha approvato lo stanziamento di 1,6 miliardi di euro per il 2017 che dovrebbero finanziare il reddito di inclusione.

Se quindi da una parte il Govrno con il DdL povertà prevede di offrire fino a 480 euro di aiuti economici per circa 400.000 famiglie con difficoltà economiche, dall’altra conferma la tendenza degli ultimi anni ad un taglio drastico dei contributi per il Fondo per le politiche sociali. Basti pensare che nel 2005 l’ammontare stanziato dal Governo era pari ad oltre 1 miliardo 300 milioni di euro: una somma che ad oggi sembra a dir poco incredibile essendo più di 13 volte l’ipotesi attuale.

La comunicazione del Governo sul taglio alle politiche sociali è arrivata solo a inizio marzo a seguito di un’interrogazione della deputata del PD Donata Lenzi al sottosegretario alle Politche Sociali Luigi Bobba. Lo stesso Bobba in quell’occasione ha avuto modo di giudicare di "inaudita gravità" la sforbiciata che minaccia di avere forte impatto sulla vita di moltissimi cittadini in difficoltà.

Politiche Sociali 2017: chi riguarda il taglio del Governo e il reddito di inclusione del ddl povertà?

Il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, definito dalla legge 328 del 2000, è stato pensato per assicurare ai singoli e alle famiglie un sistema di servizi sociali per ridurre il disagio causato da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia.

Dal Fondo dipendono anche gli interventi diretti contro la discriminazione, oltre a quelli diretti alle pari opportunità come i centri anti-violenza. Ad essere legati a doppio filo dagli stanziamento per le politiche sociali sono anche gli asili nido, l’assistenza agli anziani e ai disabili, l’edilizia scolastica, il sostegno al reddito.

Al contrario il reddito di inclusione è previsto per venire incontro a tutte quelle famiglie che si trovano in gravi difficoltà economiche. Secondo le stime dovrebbero essere oltre 1,7 milioni gli italiani che verrebbero a beneficiare degli aiuti sociali che promette il ddl povertà al vaglio dell’esecutivo.

Per il reddito di inclusione si prevedono 1,6 miliardi di euro di investimenti che dovrebbero lievitare a 2 per effetto degli interventi europei. Al contempo il taglio del Fondo per le politiche sociali e per i non autosufficienti impatterà negativamente per un totale di più di 260 milioni proprio su quei cittadini che versano in uno stato di bisogno e che si ritrovano nuovamente ad essere bersaglio dalla politica quando si tratta di dover far cassa.

Se da una parte viene dato ai cittadini, dall’altra invece viene tolto. Va detto che, sommate e sottratte le somme dovute, il conto rimane in ogni caso positivo. Ma una diminuzione di budget in misura così netta da un comparto difficilmente potrà essere completamente ricompensato da misure analoghe in altri settori. Il ddl povertà e i Fondi per le politiche sociali e per i soggetti non autosufficienti non sono infatti sovrapponibili in relazione gli utenti che ne dovrebbero beneficiare.

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