Dazi, c’è l’accordo con il Giappone. Perché è importante e cosa ha ottenuto Trump?

Violetta Silvestri

23 Luglio 2025 - 08:54

Trump strappa un accordo con il Giappone, cosa prevede? In attesa del 1° agosto, si raggiungono nuove e importanti intese sui dazi.

Dazi, c’è l’accordo con il Giappone. Perché è importante e cosa ha ottenuto Trump?

Mentre la guerra commerciale di Trump contro tutti persiste arriva l’accordo con il Giappone a dare un segnale di tregua.

Martedì 22 luglio il presidente USA ha annunciato un accordo “imponente” con Tokyo, che include tariffe “reciproche” del 15% sulle esportazioni del Paese verso gli Stati Uniti, con la conseguente riduzione a tale livello anche delle accise sulle auto.

In un post su Truth Social, Trump ha definito l’accordo “forse il più grande affare mai concluso”, aggiungendo che il Giappone investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti i quali ne “riceveranno il 90% dei profitti”.

L’annuncio ha fatto salire l’indice azionario di riferimento giapponese Nikkei di oltre il 3%, raggiungendo il massimo in un anno, guidato dai titoli delle case automobilistiche, tra cui Toyota in crescita di oltre il 14% e Honda di quasi il 12%.

Poco dopo l’annuncio dell’intesa, il principale negoziatore commerciale del Giappone, Ryosei Akazawa, ha dichiarato “#MissioneCompiuta” in un post su X e ha espresso “sentiti ringraziamenti a tutti i soggetti coinvolti”, secondo una traduzione di Google delle sue osservazioni in giapponese.

L’accordo è visto come uno dei più significativi di una serie di intese concluse da Trump da quando ha reso note le ingenti tariffe globali ad aprile. Ecco cosa ha ottenuto il tycoon e i vantaggi del Giappone.

Dazi, pace fatta tra Trump e il Giappone? Cosa prevede l’accordo

“Ho appena firmato il più grande ACCORDO COMMERCIALE della storia con il Giappone”, ha dichiarato Trump sulla sua piattaforma Truth Social. “Questo è un momento molto emozionante per gli Stati Uniti d’America, soprattutto per il fatto che continueremo ad avere un ottimo rapporto con il Giappone”, ha aggiunto.

Al netto dei toni trionfalistici che sono soliti dello stile trumpiano, cosa prevede l’intesa?

Uno dei punti più importanti, come dichiarato dal Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba riguarda i dazi sulle auto prodotto in Giappone, che saranno ridotti al 15%, dall’attuale 25% applicato in tutti i Paesi. Le esportazioni di automobili verso gli Stati Uniti sono un pilastro dell’economia giapponese, rappresentando il 28,3% di tutte le spedizioni nel 2024, secondo i dati doganali.

Tuttavia, le case automobilistiche statunitensi hanno espresso la loro insoddisfazione per l’accordo ed espresso preoccupazione per un regime commerciale che riduce le tariffe sulle importazioni di auto dal Giappone, lasciando però in vigore i dazi al 25% sulle importazioni da stabilimenti e fornitori in Canada e Messico.

L’accordo prevede anche un pacchetto di investimenti che include prestiti e garanzie da parte di istituzioni affiliate al governo giapponese fino a 550 miliardi di dollari per “consentire alle aziende giapponesi di costruire catene di approvvigionamento resilienti in settori chiave come quello farmaceutico e dei semiconduttori”, ha affermato Ishiba.

Il Giappone aumenterà anche gli acquisti di prodotti agricoli come il riso statunitense, ha affermato un funzionario dell’amministrazione Trump.

L’accordo migliore per Tokyo?

L’accordo ha rappresentato per il Giappone un “risultato migliore” di quanto avrebbe potuto essere, considerate le precedenti minacce unilaterali di tariffe da parte di Trump, ha affermato Kristina Clifton, economista senior presso la Commonwealth Bank of Australia di Sydney.

Kazutaka Maeda, economista del Meiji Yasuda Research Institute, ha sottolineato che “con un’aliquota tariffaria del 15%, mi aspetto che l’economia giapponese eviti la recessione.

Il Giappone è il maggiore investitore negli Stati Uniti. Insieme al colosso pensionistico GPIF e alle compagnie assicurative giapponesi, il Paese ha investito circa 2.000 miliardi di dollari nei mercati statunitensi.

Oltre a ciò, i dati della Banca del Giappone mostrano che gli investimenti diretti giapponesi negli Stati Uniti ammontavano a 1,2 trilioni di dollari alla fine del 2024, mentre i flussi di investimenti diretti giapponesi in Nord America lo scorso anno hanno raggiunto i 137 miliardi di dollari.

Nel 2024, gli Stati Uniti hanno importato oltre 55 miliardi di dollari in veicoli e componenti automobilistici, mentre poco più di 2 miliardi di dollari sono stati venduti al mercato giapponese dagli Stati Uniti.

Il commercio bilaterale tra i due Paesi ha raggiunto quasi 230 miliardi di dollari nel 2024, con il Giappone che ha registrato un surplus commerciale di quasi 70 miliardi di dollari. Il Giappone è il quinto partner commerciale degli Stati Uniti per quanto riguarda le merci, secondo i dati dell’US Census Bureau.

Intervenendo più tardi alla Casa Bianca, Trump ha espresso rinnovato ottimismo sul fatto che il Giappone avrebbe formato una joint venture con Washington per sostenere un gasdotto in Alaska, a lungo desiderato dalla sua amministrazione.

“Abbiamo concluso un accordo... e ora ne concluderemo un altro perché stanno formando una joint venture con noi in Alaska, come sapete, per il GNL”, ha detto Trump ai legislatori alla Casa Bianca. “Sono pronti a concludere quell’accordo ora.”

Dopo il Giappone, quale sarà il prossimo accordo?

I collaboratori di Trump lavorano duramente in questi giorni per concludere accordi commerciali prima della scadenza del 1° agosto, che Trump ha ripetutamente posticipato sotto la pressione dei mercati e l’intensa attività di lobbying del settore.

L’accordo con il Giappone segue quelli stipulati nelle ultime settimane con Filippine, Indonesia, Regno Unito e Vietnam, e giunge a ridosso della deadline del 1° agosto.

Martedì il tycoon ha annunciato una nuova tariffa del 19% sui beni provenienti dalle Filippine, dopo la visita alla Casa Bianca del presidente filippino Ferdinand Marcos Jr.

Successivamente, la Casa Bianca ha confermato la stessa aliquota tariffaria del 19% per l’Indonesia, in calo rispetto all’iniziale 32%, rendendo noti i termini di un accordo raggiunto la scorsa settimana, che prevede che l’Indonesia elimini le barriere tariffarie e non tariffarie sulla maggior parte dei prodotti statunitensi.

I negoziatori dell’Unione Europea saranno a Washington mercoledì. I riflettori sono adesso tutti accesi sull’UE.

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