Tra la corsa all’oro rifugio, il dollaro che perde centralità e la bolla AI a Wall Street, mentre gli stablecoin finanziano debito USA, mercati e governi cercano un nuovo equilibrio globale.
Un aumento del prezzo dell’oro è un sintomo classico dei momenti di grave crisi internazionale: non c’è nulla di strano, quindi, che da parecchi mesi gli investitori stiano cercando di coprirsi dal rischio di un aggravarsi delle tensioni politiche e militari che avrebbero come inevitabile conseguenza la caduta dei corsi azionari delle principali Borse.
Come se non bastasse, gli indici azionari sono in crescita continua dopo la fine della pandemia, trainati a Wall Street dall’andamento simbiotico delle quotazioni delle aziende legate tra di loro dallo sviluppo dei sistemi basati sull’Intelligenza artificiale: un complesso sistema di investimenti, di finanziamenti e di acquisti lega fra di loro i costruttori dei chip specializzati, i produttori dei sistemi hardware, i gestori dei sistemi che sfrutteranno le soluzioni legate allo sviluppo dell’AI. Mentre le quotazioni di queste imprese che sono salite a livello stellare, il resto del listino va stentatamente al rimorchio: con la conseguenza che, in generale, si registra una pesante caduta del rapporto tra prezzi e dividendi.
Non c’è solo la preoccupazione per la bolla dei valori delle imprese legate allo sviluppo dell’AI che sono quotate a Wall Street, ma anche quella che deriva dalla crescente divaricazione delle prospettive di business. Sono in difficoltà le imprese che producono prodotti di largo consumo per le famiglie: i consumatori sono esausti, e le vendite non vanno affatto per il verso giusto. [...]
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