Dall’Italia al Giappone. Così puoi lavorare e vivere un anno all’estero

Laura Pellegrini

22 Novembre 2025 - 16:18

L’Italia ha siglato un accordo con il Giappone e con altri Paesi del mondo per consentire ai giovani di trasferirsi per lavorare e vivere un anno all’estero.

Dall’Italia al Giappone. Così puoi lavorare e vivere un anno all’estero

Nuove opportunità per i giovani dai 18 ai 35 anni per viaggiare gratis (o quasi) e lavorare all’estero: grazie all’ultimo accordo bilaterale tra Italia e Giappone, aumentano le mete disponibili per svolgere una “working-holiday” o “vacanza-lavoro” di un anno in un altro Paese del mondo.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha spiegato che, in presenza di tali accordi bilaterali, i giovani di entrambi i Paesi avranno maggiori possibilità di ottenere i visti di ingresso che consentono ai titolari di svolgere attività lavorativa nel Paese ospitante per un periodo massimo di sei mesi in un anno e per non più di tre mesi con lo stesso datore di lavoro.

Ad oggi oltre 60 Paesi hanno attivato queste collaborazioni: per l’Italia esistono accordi con Nuova Zelanda, Canada, Australia, Hong Kong, Corea del Sud e Giappone. Ma come funzionano e chi può richiedere il visto per lavorare e vivere all’estero?

Working holiday: cos’è e come funziona

Il “working-holiday” è un permesso di soggiorno temporaneo che consente ai giovani di età compresa tra i 18 e i 30/35 anni (in base agli accordi tra i singoli Stati) di viaggiare in un paese straniero, lavorare per finanziare il proprio soggiorno e fare esperienza culturale. Un anno all’estero tra lavoro part-time, esperienza e crescita personale: questo è l’obiettivo degli accordi vacanza-lavoro.

Recentemente l’Italia ha siglato un nuovo accordo con il Giappone che consentirà ai giovani di viaggiare nel Paese asiatico, lavorare per un massimo di sei mesi in un anno nel settore turistico, nella ristorazione, nell’agricoltura o nei servizi, e soprattutto conoscere cultura, tradizioni e lingua della popolazione locale.

Al contempo, anche gli studenti nipponici avranno la possibilità di entrare in Italia e di lavorare part-time nel nostro Paese senza bisogno di un nulla osta.

Come funziona il visto e quali sono le regole

Gli accordi vacanza-lavoro consentono ai giovani di ottenere un visto per soggiornare in un Paese straniero per un massimo di 12 mesi. Il visto, erogato in forma gratuita nel limite massimo consentito dai singoli Stati ospitanti, consente anche di di svolgere attività lavorativa senza necessità di un permesso specifico, purché il lavoro sia accessorio rispetto al soggiorno turistico e riguardi settori come i servizi, la ristorazione, l’agricoltura o il turismo.

I ragazzi possono svolgere un lavoro part-time per un massimo di sei mesi su dodici, e fino a un massimo di tre mesi per ciascun datore di lavoro.

Ci sono però delle regole precise da rispettare per ottenere il visto:

  • bisogna avere un’età compresa tra 18 e 30/35 anni, a seconda dello Stato presso cui si intende alloggiare;
  • il permesso di soggiorno “vacanza-lavoro” non è rinnovabile né convertibile in altre tipologie di permesso;
  • ogni Paese stabilisce un numero massimo di visti che può erogare per ciascun Paese partner.

Il programma “working-holiday” nasce per favorire lo scambio culturale e la mobilità dei giovani, affinché si possano svolgere esperienze di arricchimento culturale e personale, e si possa conoscere un punto di vista completamente diverso dal proprio.

I requisiti per richiedere il visto per lavorare e vivere all’estero

Una delle mete più ambite dai giovani è sicuramente l’Australia, ma con l’avvento del Giappone le cose potrebbero cambiare. Per ottenere il permesso di soggiorno è necessario soddisfare dei requisiti specifici, che nel caso dell’Australia comprendono:

  • età compresa tra 18 e 30 anni;
  • essere titolari di un passaporto valido;
  • avere circa 3.000 euro disponibili sul conto bancario, soldi serviranno come una sicurezza iniziale mentre cerchi un lavoro nel Paese ospitante;
  • è necessario trovarsi al di fuori del Paese ospitante nel momento della richiesta.

Non è obbligatorio trascorrere l’intero anno all’estero: è possibile, infatti, rientrare in Italia per qualche settimana e poi tornare nel Paese ospitante per concludere l’esperienza. In alcuni casi, poi, ci sono delle possibilità di estensione della durata del permesso di soggiorno, a parità di specifiche condizioni.

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# Lavoro

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