Dal 2026 controlli fiscali su tutti i redditi, comprese le criptovalute

Patrizia Del Pidio

19 Ottobre 2025 - 11:16

In arrivo la direttiva DAC8 che prevede un sistema fiscale digitale che permette di controllare stipendi, redditi e criptovalute in tempo reale. La svolta dal 2026.

Dal 2026 controlli fiscali su tutti i redditi, comprese le criptovalute

L’Unione Europea si prepara all’applicazione della direttiva DAC8 che prevede la costruzione di un sistema fiscale completamente digitale e condiviso tra gli Stati membri. Le informazioni che riguardano cittadini e imprese saranno accessibili in tempo reale grazie all’interscambio tra le diverse banche dati di Fisco, banche e autorità di controllo.

Lo scopo finale è quello di consentire il monitoraggio costante di trasferimenti di denaro o di capitale anche tra Paesi diversi.

Il Fisco potrà individuare in tempo reale qualsiasi incongruenza e anomalia nelle dichiarazioni trasmesse proprio grazie al monitoraggio costante. Ogni cittadino europeo o che opera nel territorio dell’Ue sarà contrassegnato da un codice, il NIF, Numero di Identificazione Fiscale europeo che renderà possibile il monitoraggio.

Controlli costanti e automatizzati per tutti

Ogni Stato, infatti, collegherà stipendi, redditi, movimenti di denaro, bonus, dividendi al NIF. Per ogni cittadino, quindi, sarà creato un dossier fiscale unificato estendendo lo scambio automatico dei dati (che è in vigore dal 2011) anche alle informazioni che potevano creare lacune e asimmetrie tra Stati.

Dai redditi da lavoro ai bonus, dai premi aziendali alle indennità, tutto sarà condiviso con il Fisco europeo per fare in modo che anche chi percepisce compensi da Stati diversi non sfrutti le differenze fiscali tra i due Stati per pagare meno imposte.

Sotto controllo anche le criptovalute

Il monitoraggio comprenderà anche le criptovalute e questo rappresenta una delle novità più importanti della direttiva DAC8. Il registro centralizzato delle criptoattività sarà operativo dal 31 dicembre 2026 e in esso confluiranno tutti i dati forniti dai fornitori di servizi che comunicheranno periodicamente:

  • titolari di wallet;
  • numero di operazioni effettuate;
  • valori dei movimenti.

La novità consentirà alle autorità fiscali di essere a conoscenza anche dei flussi di criptovalute che, fino a oggi sono invisibili grazie all’espediente degli account non dichiarati o per l’uso di pseudonimi.

Cosa accade in Italia?

L’8 ottobre 2025 è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo schema di decreto legislativo per attuare la Legge di Delegazione Europea 91/2025. Il provvedimento ha lo scopo di implementare in Italia i sistemi che permetteranno lo scambio automatico delle informazioni tra gli Stati europei.

Si tratta di un provvedimento molto tecnico che, in sostanza, stabilisce che tutti i fornitori di servizi di asset digitali (CASP) residenti in Italia o costituiti in Italia sono tenuti, dal 31 dicembre 2026, alla comunicazione annuale all’Agenzia delle Entrate delle informazioni fiscali delle criptoattività.

Gli operatori del settore, entro il 31 dicembre 2025 dovranno ottenere l’autorizzazione prevista dalla normativa MiCAr, pena sanzioni che oscillano tra 1.500 e 15.000 euro. Per gli utenti che non aggiornano le proprie informazioni fiscali è previsto, invece, il blocco dell’operatività.

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