Crolla la sanità in borsa: tra dazi, prezzi dei farmaci e vendite di panico, due titoli italiani sorprendono con cadute inattese che aprono scenari contraddittori e inquietanti.
Il segmento sanitario europeo vive una delle crisi più dure degli ultimi anni. I listini di settore sono in profondo rosso, con un calo medio vicino al -20% dai massimi. Non si tratta soltanto di un problema interno: la spinta negativa parte, ancora una volta, dagli Stati Uniti, con due mosse forti volute da Donald Trump. Da un lato, il progetto GLOBE, un’iniziativa nata già nel 2020 con l’obiettivo di abbassare i prezzi dei farmaci negli USA. Dall’altro, l’introduzione di un dazio del 100% sui farmaci brevettati importati, eliminabile soltanto se prodotti direttamente sul territorio americano.
Questa combinazione sta generando un vero e proprio shock finanziario: gli investitori temono che la marginalità delle aziende farmaceutiche possa essere erosa rapidamente, con impatti diretti sulla sostenibilità degli utili. Ma ciò che sorprende è che la tempesta non si è fermata ai colossi del pharma: in Italia due società lontane dal “big pharma”, Diasorin e Amplifon, hanno subito ribassi pesantissimi, finendo al centro dell’attenzione di analisti e risparmiatori.
Il contesto: sanità europea sotto pressione
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