Criticare Israele non è antisemitismo

Rob Piccoli

1 Novembre 2025 - 07:47

Kevin Roberts traccia una linea cruciale tra la critica alle politiche e il bigottismo, restituendo chiarezza al discorso conservatore su Israele.

Criticare Israele non è antisemitismo

Ultimamente Tucker Carlson, ex volto storico di Fox News e ora seguitissimo podcaster conservatore, è stato implacabile nel contestare quella che egli vede come un’intollerabile invadenza da parte di lobby straniere – segnatamente l’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) – nel plasmare la politica statunitense. Pochi giorni fa è stato duramente criticato per aver intervistato Nick Fuentes, fondatore del movimento «Groypers», che promuove un’identità nazionale americana fondata su un’ideologia etno-nazionalista, un personaggio le cui opinioni sugli ebrei e sull’Olocausto hanno giustamente suscitato scandalo e riprovazione.

Anche per questo, quando il presidente della Heritage Foundation Kevin Roberts, in un video pubblicato su X giovedì, ha difeso pubblicamente Tucker Carlson, la cosa ha suscitato parecchio scalpore nei circoli conservatori. Roberts, infatti, ha fatto qualcosa di più che dare una mano a un amico sotto attacco: potrebbe aver impresso una svolta di portata storica, e da molti attesa, nel modo in cui il movimento conservatore americano parla di Israele e di antisemitismo.

Roberts ha, per così dire, delineato i tratti essenziali di una distinzione cruciale: «I cristiani possono criticare lo Stato di Israele senza essere per ciò stesso antisemiti. E naturalmente, l’antisemitismo dovrebbe essere condannato.» Quella semplice frase – all’insegna del massimo consentito di understatement – è tuttavia eloquentissima. Per decenni, ci si è aspettato che i conservatori americani trattassero il sostegno al governo israeliano come un test di legittimità morale. Qualsiasi messa in discussione delle politiche israeliane, o dell’allineamento incondizionato di Washington con esse, rischia di essere bollata come «antisemita». È un’accusa che chiude ogni dibattito onesto e, ironicamente, banalizza il vero antisemitismo confondendolo con il disaccordo politico. [...]

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