Covid, stop alle nuove ondate e ai contagi in autunno: è davvero finita?

Giorgia Bonamoneta

18/08/2022

19/08/2022 - 12:07

condividi

È finito il tempo delle ondate di Covid? Secondo gli esperti la variante dominante non è in grado di causare ondate in autunno. Si torna alla normalità (forse).

Covid, stop alle nuove ondate e ai contagi in autunno: è davvero finita?

In autunno potrebbero non esserci nuove ondate. Gli esperti sono infatti convinti che, se la variante dominante dovesse rimanere Omicron, non si presenteranno nuovi rischiosi focolai. Tale scenario è stato ipotizzato per via della discesa della curva dei contagi.

Al momento è difficile fare pronostici sull’autunno e sull’inverno, considerando che l’estate era stata considerata fino al 2022 un periodo di calma e che invece ha visto, nel primo mese e mezzo, una impennata di contagi. L’imprevedibilità del coronavirus è ormai piuttosto nota, ma non è detto che arrivi una nuova ondata. Secondo l’epidemiologo Carlo La Vecchia: «Omicron 5 non è più in grado di provocare nuove ondate».

Soltanto una nuova variante o sottovariante più aggressiva e con un’alta capacità di diffusione potrebbe far salire i contagi e provocare una nuova ondata. Secondo altri esperti, come il consulente del ministro alla Salute, Walter Ricciardi, tra ottobre e novembre ci sarà comunque una risalita della curva dei contagi, ma l’entità di questo aumento potrebbe essere inferiore rispetto agli scorsi anni. Questo perché nel periodo autunnale prenderà avvio una nuova campagna vaccinale con vaccini bivalenti che avranno effetto contro le nuove sottovarianti emerse tra la fine del 2021 e il 2022.

Questa prospettiva apre a un “ritorno alla normalità”, anche se probabilmente si dovrebbe parlare di una nuova normalità. Dopo I due anni di pandemia sono cambiate molte realtà ed è aumentata l’attenzione per le categorie considerate fragili. Questo permetterà in futuro di approcciarsi ai rischi epidemici con un rinnovato atteggiamento di responsabilità e sicurezza.

Stop a nuove ondate, la pandemia di coronavirus smette di far paura: il ritorno alla normalità è vicino?

Non sono dati da fine di una pandemia quelli che vediamo nei bollettini quotidiani. Tanto che oggi, giovedì 18 agosto 2022, sono state trovate positive 27.296 persone e il numero di deceduti è di 147. Eppure la curva epidemiologica è in discesa e si guarda già alla stagione più fredda. Gli esperti evitano discorsi allarmisti e sono convinti che, se non si presenteranno nuove varianti o sottovarianti con caratteristiche particolari, l’attuale sottovariante Omicron 5 non sarà più in grado di scatenare nuove ondate.

Difficile dire se la fine della pandemia sia vicina, però, soprattutto perché finora ogni stagione e ogni nuova ondata ha presentato caratteristiche differenti.

Caratteristica tipica della pandemia di coronavirus è proprio l’imprevedibilità, complice l’elevata capacità di diffusione che permette alle sottovarianti e alle varianti di manifestarsi.

Walter Ricciardi è tra gli esperti più cauti nell’affermare che non ci saranno nuove ondate, ma sottolinea che se non saranno scoperte nuove varianti o sottovarianti questo rischio è piuttosto limitato. In ogni caso, secondo Ricciardi, i casi in autunno torneranno a crescere, seppur in maniera più contenuta rispetto agli scorsi anni.

Contrasto alla pandemia e alle nuove ondate: la campagna vaccinale con due punture

Cosa vuol dire che a ottobre inizieranno le vaccinazioni con “due punture”? L’idea è quella di vaccinare nella stessa seduta contro l’influenza e contro il Covid-19. Le categorie chiamate sono le fasce d’età più alte (over 60) e la categoria delle persone cosiddette fragili. Saranno coinvolti nella nuova fase di campagna vaccinale anche i medici di famiglia e le farmacie, oltre alle strutture delle Asl messe in campo durante la pandemia.

Saranno invece dismessi gli hub, complice il flop dell’adesione alla quarta dose. In estate sono stati in pochi a sviluppare la forma grave della malattia e questo ha reso nell’immaginario comune piuttosto superfluo sottoporsi a una nuova iniezione. L’adesione è stata infatti molto bassa nelle fasce di età più a rischio, tra i 60 e 69 anni hanno aderito il 7% delle persone, e tra i 70 e i 79 anni il 13%. Solo tra gli over 80 il tasso di vaccinazione è salito al 30%.

La nuova campagna vaccinale prevederà non solo la possibilità di sottoporsi alla vaccinazione per l’influenza e per il Covid-19, ma userà i nuovi vaccini bivalenti che funzionano contro il virus originario, contro Omicron 1 e tutte le varianti a oggi conosciute.

Iscriviti a Money.it