Covid, negativi al tampone ma con i sintomi: com’è possibile?

Luna Luciano

16 Luglio 2022 - 19:28

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Sempre più persone testimoniano di avere sintomi compatibili con il Covid-19 ma con tampone negativo, che diventa positivo quando si sono affievoliti. Com’è possibile? Ecco le ipotesi dei medici.

Covid, negativi al tampone ma con i sintomi: com’è possibile?

Avere i sintomi del Covid ma tampone negativo. È questo il fenomeno che sempre più persone, risultate positive al Covid solo con l’affievolirsi dei sintomi, segnalano: uno scarto temporale che potrebbe rallentare la diagnosi dei casi positivi.

Se nelle ultime settimane si è registrato un aumento vertiginoso dei casi, trainati dalla varianti Omicron 5, superando anche quota 100mila contagi giornalieri, è anche vero che questo fenomeno non deve essere ignorato, anzi potrebbe essere concausa di un’ulteriore diffusione del Covid-19 che continua a correre nel resto d’Europa e nella nostra penisola.

Lo scarto temporale segnalato da sempre più pazienti ha catturato repentinamente l’attenzione della comunità scientifica, cercando delle possibili ragioni al come sia possibile che persone con sintomi compatibili al Sars-Cov-2 ottengano un tampone negativo e solo dopo l’affievolirsi dei sintomi un secondo tampone sia positivo. A spiegarlo è la federazione dell’Ordine dei medici, nella rubrica web Dottore, ma è vero che?. Ecco quali sono state le ipotesi avanzate dai medici.

Covid, negativi al tampone ma con i sintomi: le ipotesi

Negativi al tampone ma con i sintomi da Covid-19. È questo un fenomeno che sempre più persone infettate dal Covid stanno segnalando: la positività risulta al tampone solo con l’affievolirsi della sintomatologia. Questo potrebbe causare un aumento della diffusione del virus, che continua a correre in Italia, in quanto rassicurati dal risultato negativo del test le persone potrebbero non prendere precauzioni e infettare a loro volte familiari e congiunti.

Innanzitutto è opportuno fare una premessa: è difficile poter fare una stima di quanti siano i casi, di quali persone siano più a rischio, considerando poi che sempre meno persone si sottopongono al tampone ufficiali, ricorrendo ai tamponi fai-da-te. Di seguito le tre ipotesi formulate per spiegare tale fenomeno.

Il sistema immunitario
L’ipotesi al momento più supportata dagli esperti è che una prima negatività al tampone Covid sia causata dal comportamento del sistema immunitario. Come spiegato anche in un articolo su La Stampa, si pensa che la sintomatologia preceda il risultato positivo al test in quanto a oggi, dopo due anni di pandemia e l’immunità acquisita, il sistema immunitario sarebbe più reattivo, attivandosi più velocemente contro il virus.

All’inizio della pandemia i contagi avvenivano tra persone che non avevano mai contratto il virus Sars-CoV-2, e non essendo vaccinate contro di esso il Covid-19 poteva agire indisturbato per diversi giorni prima che l’infezione fosse tale da essere rilevata dal sistema immunitario. Oggi, grazie all’immunità acquisita data da guarigioni e dall’elevata copertura vaccinale della popolazione, la reazione immunitaria è più rapida. Per tale motivo potrebbero verificarsi casi in cui persone infettate presentano i sintomi, ma non risultano poi positive al tampone: la carica virale non è sarebbe sufficiente rispetto alla sensibilità del test.

Le nuovi varianti

Un’altra ipotesi sempre accreditata tra i medici riguarda le nuovi varianti, specialmente se si guarda alla recente Omicron 5. Queste presenterebbero una diversa dinamica nel come circolano all’interno dell’organismo. L’ipotesi sarebbe figlia di alcuni studi, i quali avrebbero rilevato con le nuove varianti, un minore accumulo delle particelle virali nelle cellule del naso, rendendo più probabili i falsi negativi.

I tamponi fai-da-te

Infine secondo gli esperti si potrebbe prendere in considerazione una terza possibilità che spieghi tale fenomeno: i tamponi fai-da-te. Lo scarto temporale potrebbe essere il riflesso del maggior ricorso a tali tamponi, evitando di sottoporsi al test in farmacia, presso il medico di base. Molte persone potrebbero non raccogliere con cura il materiale biologico, ottenendo come risultato dei falsi negativi.

Qualunque sia l’ipotesi corretta è importante ricordare - specialmente in presenza di sintomi - che un test negativo non equivale a un lasciapassare e che potrebbe essere importate adottare delle precauzioni in attesa del secondo tampone.

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