COVID e migranti: stato di pre-allerta in una regione. Cosa succede?

Violetta Silvestri

22/07/2020

05/07/2021 - 16:58

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L’arrivo di migranti sul territorio italiano richiede piani di sicurezza rafforzati contro il coronavirus. Proprio per salvaguardarsi dal pericolo COVID proveniente dagli immigrati, una regione italiana ha dichiarato lo stato di pre-allerta.

COVID e migranti: stato di pre-allerta in una regione. Cosa succede?

Migranti e allarme coronavirus: è stato di pre-allerta in Friuli Venezia Giulia.

La decisione della Regione è giunta in seguito al flusso di stranieri provenienti dalla rotta balcanica che non si attenua in questa metà luglio. L’amministrazione regionale ha alzato il livello di pericolosità epidemiologica, visto che tutti gli immigrati che giungono sul territorio vanno sottoposti a immediati controlli anti-COVID.

C’è paura e fermento in Italia in questo delicato momento. In diverse parti della penisola, infatti, nuovi focolai sono legati a casi importati dall’estero e da arrivi via terra e via mare dei disperati dalle rotte migratorie.

Cosa succede in Friuli Venezia Giulia e perché c’è stata la dichiarazione dello stato di pre-allerta?

Pre-allerta in Friuli: troppi migranti. Cosa succede?

Il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, con l’incarico di assessore delegato alla Protezione civile regionale, in accordo con il presidente Fedriga, ha firmato lo stato di pre-allerta nella Regione.

Dal 22 luglio, quindi, l’amministrazione regionale “assume il coordinamento di tutte le misure organizzative e di tutte le azioni....dirette a garantire l’incolumità delle persone, dei beni e dell’ambiente rispetto all’insorgere di qualsivoglia situazione o evento che comporti agli stessi grave danno o pericolo”

Il pericolo al quale si fa riferimento è legato all’arrivo di migranti negli ultimi giorni. Un flusso quasi inarrestabile di stranieri provenienti da Bangladesh, Sri-Lanka, Pakistan, Afghanistan e altri Paesi extra-Schengen ha varcato il confine terrestre del Friuli Venezia Giulia.

Centinaia di richiedenti asilo sono stati portati in una ex caserma vicino Udine, diventata zona rossa e sotto il presidio di Croce rossa e Protezione civile per consentire immediati isolamenti di persone eventualmente risultate positive.

La situazione non è più gestibile secondo il presidente della Regione Fedriga. Il pericolo diffusione COVID a causa dei migranti, purtroppo, è reale, considerando che Pakistan e Bangladesh sono già risultati Paesi fuori controllo per il coronavirus.

Sicurezza sanitaria a rischio in Friuli Venezia Giulia?

Il presidente della Regione Fedriga ha usato parole molto dure e indignate nel fare il quadro generale dell’emergenza COVID e migranti nel suo territorio:

“Il Friuli Venezia Giulia non è disposto ad accogliere altri migranti irregolari; ho fatto più volte presente al Governo che gli arrivi in regione sono ormai diventati ingestibili e insopportabili

Il governatore ha lamentato soprattutto l’impossibilità di organizzare luoghi e interventi adatti alla quarantena, necessaria per evitare lo scoppio di pericolosi focolai.

La Regione, secondo il suo presidente, è in bilico a livello sanitario e le strutture sono: “estremamente sotto stress perché stiamo facendo tracciamenti per bloccare i focolai e cercando di dare risposte ai nostri cittadini”.

Per questo, il flusso dei migranti diventa un problema insormontabile per il Friuli, ora in stato di pre-allerta. Fedriga è stato chiaro: se avesse i poteri per chiudere i confini lo avrebbe già fatto.

Un messaggio al Governo e un segnale del caos che si sta generando tra COVID e migranti.

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