Grazie alle sue sinergie e ai suoi nuovi chip, Google ora aspira a diventare l’azienda n. 1 al mondo nel campo dell’AI per i prossimi 10 anni. E, a parer mio, ci riuscirà.
Ricordate quando ChatGPT si presentò al mondo nel 2022? La mia prima esperienza con questo algoritmo di AI fu a dir poco sorprendente, stentavo a credere di poter parlare con una macchina come se questa fosse una persona umana. E quando ChatGPT è stato lanciato nel 2022, anche Google è stata colta di sorpresa, senza dubbio.
Ma debbo dire che il recente debutto di Gemini 3 e del chip Ironwood AI questo mese sta facendo esaltare gli analisti e i gestori di fondi esperti riguardo al ritorno in grande stile di Alphabet come leader nel campo dell’intelligenza artificiale. Google ha dato il via ad un nuovo corso della sua storia industriale a novembre, svelando Ironwood, la settima generazione delle sue unità di elaborazione tensoriale (TPU) che l’azienda afferma permetterà ai clienti di “eseguire e scalare i modelli più grandi e più intensivi di dati esistenti”.
Ma non è finita qui. Il mese scorso Google ha lanciato Gemini 3, il suo più recente modello di intelligenza artificiale, dichiarando che richiede “meno prompting”, cioè una sintassi di colloquio con l’algoritmo meno articolata, ma fornisce risposte più intelligenti rispetto ai suoi predecessori. L’entusiasmo per Gemini 3 è stato ben evidenziato dal CEO di Salesforce (*), Marc Benioff, con un post su X di domenica scorsa, dove ha affermato che, nonostante avesse usato quotidianamente ChatGPT di OpenAI per tre anni, non sarebbe tornato indietro dopo sole due ore di primo utilizzo di Gemini 3. [...]
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