Cosa succede alle obbligazioni? I rendimenti sono da record

Violetta Silvestri

17/08/2023

17/08/2023 - 14:37

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Rendimenti obbligazionari mondiali al top dal 2008: c’è il rally, mentre si sta palesando una svendita del debito. Cosa succede e quanto sono importanti i Treasury Usa.

Cosa succede alle obbligazioni? I rendimenti sono da record

Le obbligazioni nel mondo sono in fermento e i rendimenti volano.

Nello specifico, i rendimenti dei titoli di Stato globali hanno esteso il loro rally ai livelli più alti dal 2008, grazie ai dati economici resilienti che hanno infranto la speculazione secondo la quale le banche centrali stanno per fermare o iniziare a invertire gli aumenti dei tassi di interesse.

Con la Fed e la Bce in primo piano e le attese per una svolta sulla politica monetaria aggressiva che si stanno spegnendo, il mercato obbligazionario sta vivendo un momento complesso e cruciale. Strettamente legati alla politica dei tassi di interesse, i rendimenti stanno di nuovo muovendosi verso livelli record poiché l’inflazione preoccupa ancora le massime istituzioni monetarie e la recessione non si è palesata come si temeva. C’è spazio, quindi, per inasprire di più.

Precedentemente, l’ottimismo che i rialzi dei tassi fossero prossimi alla fine aveva spinto le obbligazioni globali a salire vertiginosamente all’inizio dell’anno, con il benchmark Global Aggregate di Bloomberg balzato di oltre il 3% a gennaio per il suo miglior mese di apertura a un anno mai registrato. Mercoledì l’indicatore è sceso dello 0,1% su base annua. Il valore dei titoli si muove in maniera inversa ai rendimenti.

Cosa sta succedendo al mercato obbligazionario mondiale e cosa aspettarsi nel prossimo futuro.

Rendimenti al top dal 2008: cosa succede alle obbligazioni mondiali?

Sull’indice Bloomberg che calcola i rendimenti totali sul debito sovrano globale, il rendimento è salito al 3,3% mercoledì, il livello più alto dall’agosto 2008.

I rendimenti dei Treasury statunitensi hanno guidato la spinta, con un balzo di ben sei punti base giovedì 17 agosto al 4,31%, solo circa tre punti base al di sotto del picco dello scorso ottobre, che è stato il più alto dal 2007.

Il rendimento equivalente sui Gilt britannici è aumentato sopra il 4,71% al massimo degli ultimi 15 anni, mentre la sua controparte tedesca è salita di quattro punti base al 2,69%, vicino al record del 2011.

“I dati recenti sono stati più solidi, alimentando le aspettative che le banche centrali abbiano un po’ più di lavoro da fare”, ha affermato Prashant Newnaha, macrostrategist presso TD Securities Inc. “L’attuale selloff è guidato dall’estremità più lunga, sottolineando le preoccupazioni per l’offerta e la liquidità”.

I driver dei rendimenti dei titoli di Stato che stanno salendo fortemente sono noti agli esperti dei mercati: i bond Usa sono stati un fattore chiave della svendita del debito globale, poiché la resilienza della più grande economia del mondo sta sfidando le aspettative di una recessione - ormai improbabile - innescata da circa 5 percentuali di aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve.

I titoli sono stati anche colpiti dalle aspettative che il governo degli Stati Uniti emetterà più obbligazioni nel prossimo trimestre per tamponare l’ampliamento del deficit federale.

I rendimenti a 10 anni degli Stati Uniti, a fronte di questa svendita, sono aumentati di oltre 30 punti base ad agosto, il più grande aumento mensile da febbraio.

L’ultimo stimolo per i rendimenti dei Treasury è arrivato mercoledì, quando gli Stati Uniti hanno riportato dati sulla produzione industriale e immobiliare più forti del previsto, mentre i verbali della riunione di luglio della Fed hanno mostrato che un altro rialzo rimane sul tavolo per quest’anno.

È probabile che il Tesoro Usa aumenti anche le dimensioni delle aste a novembre e febbraio, secondo Michael Cudzil, gestore di fondi presso Pacific Investment Management Co. Ciò potrebbe spingere nuovamente i rendimenti verso l’alto a meno che l’inflazione non si raffreddi e di molto, ha affermato.

In questo contesto, le obbligazioni globali in particolare sembrano attraenti dato che i rendimenti in tutto il mondo vengono aumentati dagli Stati Uniti, in un momento in cui numerose economie mostrano debolezza, secondo Steven Major, responsabile globale della ricerca sul reddito fisso presso HSBC.

Come gli Usa stanno “manovrando” il mercato obbligazionario mondiale

I rendimenti più elevati negli Stati Uniti continuano ad attrarre acquirenti secondo gli esperti.

Gli investitori hanno “pompato” 127 miliardi di dollari quest’anno in fondi che investono in titoli del Tesoro, ha dichiarato Bank of America Corp. la scorsa settimana, citando i dati di EPFR Global.

Secondo i numeri della Commodity Futures Trading Commission, i gestori patrimoniali hanno portato le posizioni lunghe in futures del Tesoro a un record nella settimana fino all’8 agosto. Il sondaggio tra i clienti di JPMorgan Chase & Co. ha mostrato che le posizioni lunghe nella settimana fino al 14 agosto hanno eguagliato il picco raggiunto nel 2019, che è stato il più alto dal 2010.

Steven Major di HSBC ha osservato che sono proprio gli Usa il perno della corsa dei rendimenti globali e la potenza americana influisce più di tutto sul mercato.

Il caso ribassista per le obbligazioni è ciclico e locale negli Stati Uniti per l’esperto: “pertanto manca il contesto globale, insieme a driver strutturali a lungo termine. Il fatto che alcune banche centrali dei mercati emergenti stiano già allentando la politica monetaria ci dice che l’inflazione sta diminuendo rapidamente o che hanno venti contrari ciclici e strutturali”.

Queste potrebbero essere spinte al ribasso per i rendimenti, ma sono gli Usa a dettare le regole finora.

Cosa accadrà? Le obbligazioni globali sono posizionate per sovraperformare entro 6-12 mesi perché le banche centrali si stanno avvicinando alla fine dei loro cicli di rialzo dei tassi, ha affermato questa settimana Western Asset Management.

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