Cosa fa un CHRO e perché è centrale per lo sviluppo aziendale

Giorgia Paccione

2 Settembre 2025 - 14:15

Il CHRO è un leader strategico che guida la gestione del capitale umano, promuove cultura e innovazione. Ecco cosa fa, quali competenze servono e quanto può guadagnare.

Cosa fa un CHRO e perché è centrale per lo sviluppo aziendale

Il ruolo del CHRO, acronimo di Chief Human Resources Officer è diventato negli anni sempre più centrale per lo sviluppo strategico delle imprese. Tradotto in italiano come direttore delle risorse umane, il CHRO è infatti responsabile della gestione del capitale umano, della cultura organizzativa e delle politiche HR ad ampio raggio. La sua missione non si limita ad attrarre e trattenere talenti, ma si estende alla costruzione di ambienti di lavoro inclusivi, agili, motivanti e orientati alla performance.

Se un tempo il responsabile delle risorse umane era principalmente visto come un gestore amministrativo del personale, oggi il CHRO è dunque un leader strategico coinvolto nelle decisioni più delicate dell’impresa.

Scopriamo nel dettaglio chi è, cosa fa, come si diventa CHRO e quale remunerazione può aspettarsi chi ricopre questo ruolo così strategico.

Chi è un CHRO

Il Chief Human Resources Officer è il dirigente responsabile dell’intera funzione HR (Human Resources) di un’organizzazione. Coordina e supervisiona tutti gli ambiti legati alla gestione del personale, dalla selezione, formazione e sviluppo, alla definizione delle politiche retributive, fino alla cultura aziendale e il benessere organizzativo.

Il CHRO siede spesso nel comitato esecutivo dell’azienda e collabora a stretto contatto con gli altri C-level, compreso il CEO, con cui condivide obiettivi strategici legati alla crescita e trasformazione dell’impresa.

Attrarre i migliori talenti e favorire l’engagement dei dipendenti è diventato infatti un vantaggio competitivo determinante per molte aziende. Per questo, il CHRO è visto come un architetto dell’organizzazione che disegna strutture, ruoli e percorsi di crescita, definisce nuovi modelli di leadership e promuove una cultura aziendale allineata ai valori e alla vision dell’impresa.

Cosa fa un CHRO

Le responsabilità del CHRO si sono ampliate con l’evoluzione del mondo del lavoro, spaziando da compiti operativi a funzioni strategiche di lungo periodo. Ecco le principali attività che caratterizzano oggi questo ruolo.

  • Definizione delle strategie HR: il CHRO sviluppa piani a medio-lungo termine per l’organizzazione del lavoro, l’engagement dei dipendenti e la crescita del capitale umano.
  • Gestione del ciclo di vita del dipendente: dalla selezione all’onboarding, fino alla formazione, valutazione delle performance e piani di carriera, il CHRO assicura che ogni fase del percorso lavorativo sia coerente con gli obiettivi aziendali.
  • Sviluppo organizzativo e change management: guida i processi di cambiamento, dalle riorganizzazioni interne all’adozione di nuovi modelli di lavoro (es. hybrid o full remote), promuovendo flessibilità e collaborazione.
  • Relazioni industriali e compliance: supervisiona le relazioni sindacali, la gestione dei contratti di lavoro, le politiche di diversity & inclusion, e assicura la conformità normativa in materia di lavoro e sicurezza.
  • Employer branding e attrazione dei talenti: cura l’immagine aziendale come datore di lavoro, sviluppa strategie per attrarre i profili migliori sul mercato e lavora per aumentare la retention e la soddisfazione interna.
  • Digitalizzazione HR: promuove l’adozione di tecnologie HR (software gestionali, strumenti di e-learning, ecc.) e gestisce i dati per elaborare insight strategici sulle dinamiche interne all’organizzazione.

Come diventare CHRO

Diventare CHRO richiede una formazione solida e un percorso professionale in ambito gestione delle risorse umane, organizzazione aziendale o psicologia del lavoro.

La maggior parte dei CHRO ha conseguito una laurea in discipline come Economia, Scienze Politiche, Giurisprudenza o Psicologia, seguita spesso da un master in Risorse Umane, Business Administration o Organizzazione aziendale. In alcuni casi, esperienze internazionali o certificazioni specifiche rappresentano un plus competitivo.

Dal punto di vista professionale, è essenziale aver maturato esperienze in aree come recruiting, formazione o people management. Alcuni CHRO provengono anche da funzioni limitrofe (ad esempio: legal, comunicazione interna), purché abbiano sviluppato competenze manageriali e visione strategica.

Le competenze chiave di un CHRO includono:

  • capacità di leadership e gestione del cambiamento;
  • empatia e intelligenza emotiva;
  • competenza nella gestione del clima e della cultura aziendale;
  • conoscenza normativa in materia di lavoro e relazioni industriali;
  • padronanza degli strumenti digitali e analitici (software HR, survey tools).

Quanto guadagna un CHRO

Il CHRO è tra le figure executive più retribuite, al pari di CFO e COO, proprio per il suo ruolo strategico e trasversale. La retribuzione annuale di un CHRO in Italia si aggira generalmente sugli 80.000 euro, ma nelle grandi imprese può facilmente superare i 150.000 euro, con punte anche superiori in ambito multinazionale.

La remunerazione può essere composta da una parte fissa e una parte variabile legata al raggiungimento di obiettivi, come engagement, retention e performance. Trattandosi di un C-level, tra i benefit accessori si annoverano anche l’auto aziendale, i bonus a lungo termine, piani pensionistici e, in alcuni casi, stock option.

In contesti internazionali e digital-first, il CHRO viene valutato anche per il contributo al posizionamento dell’azienda come employer di riferimento nel mercato del lavoro, che rappresenta un valore sempre più strategico nel panorama competitivo attuale.

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# Lavoro

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