Cos’è lo stato di insolvenza e cosa si rischia

Caterina Gastaldi

30 Gennaio 2023 - 10:50

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Quando un imprenditore non è più in grado di pagare i suoi debiti, si trova in stato di insolvenza. Ecco cos’è e cosa si rischia.

Cos’è lo stato di insolvenza e cosa si rischia

L’apertura e la gestione di un’attività può facilmente portare alla creazione di debiti, una situazione abbastanza comune alla maggior parte degli imprenditori. Tuttavia, quando questi debiti non possono più venire pagati, l’imprenditore si trova in una situazione definita “stato di insolvenza”.

In breve, lo stato di insolvenza si verifica nel momento in cui un imprenditore non riesce più a pagare i propri creditori con regolarità. Quando lo stato di insolvenza si verifica, l’azienda viene considerata fallita, e non è da confondersi con degli eventuali periodi più poveri rispetto ad altri.
Vediamo in questo articolo come funziona lo stato di insolvenza dello specifico e quali sono le conseguenze.

Cos’è lo stato di insolvenza

Lo stato di insolvenza è uno dei presupposti per il fallimento. Non è da confondersi con un periodo di guadagni bassi, o con l’impossibilità di pagare una rata.
Per la legge fallimentare:

lo stato di insolvenza si manifesta con inadempimenti o altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.

In pratica, avviene quando l’impossibilità a pagare è irreversibile e cronica e non si possono restituire i debiti attraverso i normali mezzi di pagamento.

Per «mezzi normali di pagamento» si intendono tutti gli strumenti riconosciuti come metodi di pagamento, quindi soldi, assegni, e similari, mentre per «situazione cronica», si intende una situazione in cui si saltano diversi pagamenti. Non basta che capiti alcune volte, deve essere una generale incapacità a saldare i debiti.

Cosa causa lo stato di insolvenza e quando si verifica

Da quello che è stato detto prima, si capisce che lo stato di insolvenza è causato da una serie di problemi organizzativi e finanziari, spesso unici per ogni azienda.

Le cause quindi sono diverse, e spesso molto personali, legate a questioni esterne, come crisi finanziarie, o cambiamenti di mercato inaspettati. Oppure possono essere problemi interni, come inadeguatezze generali.

Lo stato di insolvenza si verifica quindi quando il ritardo o i pagamenti mancanti sono costanti e ripetute. Oppure quando, di frequente, vengono utilizzati mezzi di pagamento anomali.
Inoltre, lo stato di insolvenza non deve solo esistere, ma anche manifestarsi all’esterno ed essere irreversibile.

Inadempimento e stato di insolvenza

Bisogna sottolineare che l’inadempienza da parte di un imprenditore non implica necessariamente uno stato di insolvenza.

Un debitore può non pagare i creditori per ragioni diverse. Per esempio, può considerare il debito ingiusto, oppure aver scelto di non pagarlo perché convinto di non doverlo fare.

La presenza dello stato di insolvenza viene verificata attraverso l’analisi e lo studio dei bilanci dell’azienda, obbligatorio per recuperare le prove necessarie. Questo perché lo stato di insolvenza è legato al bilancio aziendale e non solo alla volontà di non pagare o ad alcuni pagamenti mancanti.

Conseguenze dello stato di insolvenza

In caso di insolvenza, un imprenditore, al momento, può rimediare in vari modi, a seconda delle difficoltà in cui verte l’azienda.

La procedura può prevedere la creazione di un piano dilazionato per il pagamento dei debiti, la strutturazione di misure atte a migliorare l’efficienza dell’azienda, la creazione di un concordato preventivo, o procedure generali che possano portare all’esdebitazione.

Per quelle situazioni considerate oltre ogni possibilità di salvezza, avviene la liquidazione giudiziale, dove generalmente i beni dell’azienda vengono rivenduti e i proventi suddivisi tra i vari creditori.

Il giudice, in questo caso, tende anche a velocizzare il processo, riducendo dove possibile i termini della burocrazia.

Lo scopo del procedimento è quello di evitare la chiusura dell’impresa in ogni modo possibile, anche nel momento in cui si verifica uno stato di insolvenza. La liquidazione giudiziale quindi, che non può permettere la prosecuzione dell’attività di impresa, è generalmente l’ultima possibilità valutata, mentre prima si attivano una serie di procedimenti atti a salvare la realtà in questione.

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