Cos’è lo SLAPP e come difendersi dalle cause bavaglio

Giorgia Dumitrascu

9 Luglio 2025 - 10:30

SLAPP, le cause temerarie che zittiscono l’informazione: come riconoscerle e quali strumenti di difesa ha chi fa cronaca

Cos’è lo SLAPP e come difendersi dalle cause bavaglio

Se la giustizia si trasforma in un’arma per mettere a tacere la verità, siamo di fronte a una minaccia concreta per la democrazia. In Italia – che figura tra i Paesi europei più colpiti dal fenomeno – le cosiddette “cause bavaglio”, conosciute come SLAPP, rappresentano lo strumento con cui potenti soggetti economici e politici cercano di intimidire, isolare e ridurre al silenzio giornalisti, attivisti e chiunque osi denunciare abusi o malaffare.

Secondo il report 2023 della Coalition Against SLAPPs in Europe (CASE), l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di azioni temerarie: 26 SLAPP rilevate su 166 casi monitorati a livello UE (in 41 Stati). Queste azioni legali, che spesso mirano a colpire chi porta alla luce questioni di corruzione (36,1% dei casi) o tematiche ambientali (16,1%), non sono semplici controversie civili. Si tratta, piuttosto, di veri e propri strumenti di intimidazione, utilizzati per spegnere il dibattito pubblico e indurre all’autocensura.

Cos’è lo SLAPP: significato e definizione

Le SLAPP, acronimo di Strategic Lawsuit Against Public Participation, sono:

“Azioni legali aventi l’obiettivo di intimidire o zittire soggetti impegnati nell’esercizio del diritto di critica e nella libera manifestazione del pensiero, soprattutto giornalisti, attivisti, ONG e rappresentanti della società civile.”

Le SLAPP sono note in Italia anche come “cause bavaglio” e si riferiscono a procedimenti giudiziari privi di reale fondamento giuridico, avviati per scoraggiare la partecipazione pubblica attraverso il peso economico e psicologico del contenzioso.

Tali azioni sono inquadrate nell’abuso del diritto e nella categoria delle cause civili strumentali o temerarie art. 96 c.p.c. che disciplina la responsabilità aggravata per lite temeraria.

A livello normativo, manca ancora una disciplina ad hoc sulle SLAPP, nonostante la giurisprudenza italiana abbia iniziato a riconoscere il fenomeno e le sue conseguenze, specie se vengono lesi il diritto di informazione e la libertà di stampa art. 21 Cost.
Come ha spiegato Tiemo Wölken, relatore della Direttiva UE 2024/1069:

“Le cause SLAPP sono una minaccia allo Stato di diritto e pregiudicano seriamente i diritti fondamentali alla libertà di espressione, di informazione e di associazione. Sono una forma di molestia legale e un abuso del sistema giudiziario per evitare il controllo pubblico. I nostri tribunali non dovrebbero essere strumentalizzati in questo modo per fini personali.”

Quali sono gli obiettivi delle cause bavaglio?

L’obiettivo principale delle SLAPP è il silenziamento del dissenso attraverso strumenti giuridici, usando il processo non per ottenere giustizia, ma per scoraggiare la libertà di espressione e la partecipazione pubblica.

“La finalità delle cause bavaglio è rendere onerosa e rischiosa la presa di parola su temi di interesse collettivo, colpendo soprattutto chi denuncia abusi, corruzione o fenomeni scomodi per il potere economico e politico.”

Tali azioni intimidatorie, spesso promosse da soggetti potenti come grandi imprese, figure pubbliche o enti coinvolti in controversie, puntano a generare un chilling effect, ossia un clima di autocensura. Infatti, le SLAPP non mirano a tutelare un diritto soggettivo, il procedimento stesso è la sanzione: la parte convenuta è costretta a sostenere spese legali ingenti, affrontare l’incertezza giudiziaria e, spesso, subire danni reputazionali. Non è raro che la minaccia di una causa bavaglio sia utilizzata come leva per ottenere la rimozione di articoli o inchieste giornalistiche, o per spingere attivisti e ONG a rinunciare alle proprie campagne.

Un esempio riguarda il caso in cui un giornalista d’inchiesta riceve una citazione in giudizio per diffamazione aggravata da richieste risarcitorie sproporzionate rispetto al presunto danno.

Come riconoscere una causa SLAPP?

Riconoscere una SLAPP richiede la valutazione di alcuni segnali ricorrenti che distinguono tali cause dalle ordinarie azioni giudiziarie. Le caratteristiche di una causa bavaglio emergono spesso già dalla sproporzione tra il presunto danno lamentato e l’entità della richiesta risarcitoria o della pretesa giudiziale. Uno dei criteri per capire se una causa è SLAPP è l’assenza di un reale interesse giuridico tutelabile.

Tra gli indicatori tipici rientrano la scelta di convenire in giudizio giornalisti, blogger, attivisti o ONG. L’abuso delle azioni legali si manifesta anche attraverso l’avvio di una molteplicità di procedimenti giudiziari per fatti sostanzialmente identici, talvolta in giurisdizioni diverse, al solo fine di moltiplicare i costi e le difficoltà difensive.

Difendersi dalle SLAPP: strumenti di tutela e supporto

Difendersi da una SLAPP richiede una strategia mirata, costruita su solide basi giuridiche e supportata da strumenti specifici pensati per tutelare le vittime di queste azioni intimidatorie.

La tutela legale contro le SLAPP si fonda su una difesa tecnica che evidenzi l’assenza di un reale interesse giuridico della controparte, la sproporzione delle richieste e la finalità intimidatoria, facendo emergere il collegamento tra l’azione legale e l’esercizio della libertà di espressione o informazione.

Gli strumenti anti-SLAPP attualmente disponibili nell’ordinamento italiano sono ancora limitati, ma l’art. 96 c.p.c. consente di chiedere la condanna alle spese per lite temeraria e, in casi gravi, il risarcimento dei danni subiti per l’uso distorto delle azioni legali. Per rafforzare la difesa giuridica, occorre documentare ogni passaggio della vicenda, raccogliendo prove che dimostrino la natura intimidatoria dell’azione e l’impatto che essa ha sulla libertà di stampa e critica.

Nuova Direttiva Europea anti-SLAPP: cosa cambia per giornalisti e attivisti

L’entrata in vigore della direttiva europea SLAPP Direttiva UE 2024/1069 costituisce una svolta nella tutela delle vittime di cause bavaglio. La nuova normativa europea anti-SLAPP introduce strumenti innovativi, come il rigetto anticipato delle azioni manifestamente infondate e la condanna al risarcimento dei danni subiti, oltre a prevedere tutele specifiche per giornalisti, attivisti e organizzazioni della società civile impegnati nella difesa dell’interesse pubblico.

Le principali novità della direttiva includono la possibilità di sospendere immediatamente le cause giudicate pretestuose, la previsione di risarcimenti più rapidi e il riconoscimento del diritto all’assistenza legale rafforzata per le vittime.

Recepimento della direttiva UE e prospettive per l’Italia

Nonostante l’entrata in vigore della citata Direttiva UE 2024/1069 l’Italia – pur essendo tra i Paesi maggiormente interessati dal fenomeno SLAPP – non ha ancora provveduto al recepimento della nuova normativa europea. Il termine ultimo per l’attuazione è fissato al 7 maggio 2026, ma ad oggi non risultano ancora adottati provvedimenti legislativi specifici.
Sono attualmente in discussione in Parlamento diversi disegni di legge, tra cui il cosiddetto ddl Balboni e altre proposte in materia di diffamazione e lite temeraria, ma nessuna di queste iniziative ha ancora introdotto nel nostro ordinamento un sistema organico e specifico di tutela anti-SLAPP conforme agli standard richiesti dall’Unione Europea.

Questa situazione di ritardo normativo appare grave, considerando la diffusione delle SLAPP in Italia e la necessità, più volte sottolineata anche dagli organismi europei, di garantire una tutela effettiva della libertà di informazione, di critica e di partecipazione pubblica.

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