Cos’è la stagnazione economica? Guida semplice

Flavia Provenzani

19 Maggio 2025 - 13:37

Cos’è la stagnazione, qual è la sua definizione? Ecco le cause e le possibili soluzioni.

Cos’è la stagnazione economica? Guida semplice

La stagnazione definisce una condizione caratterizzata da una crescita economica molto lenta, scarsa o nulla. Il calo del reddito dei cittadini, l’aumento del debito e della disoccupazione, l’inflazione, la diminuzione del PIL e altri fattori che possono rallentare significativamente la crescita e l’espansione dello sviluppo tanto necessarie per sostenere l’economia di un Paese.

Per evitare la stagnazione sono necessarie politiche adeguate.

Cos’è la stagnazione?

La stagnazione è definita come periodo in cui l’economia non cresce. Se il PIL di un Paese o di uno Stato non registra una crescita superiore al 2-3%, si dice che si trova in uno stato di stagnazione. Questa può verificarsi sia su scala macroeconomica che su scala industriale.

Sebbene la stagnazione sia spesso vista come un segnale negativo, può verificarsi anche a causa di una situazione temporanea, in caso di shock economico o recessione a breve termine. E potrebbe verificarsi anche nel lungo termine in caso di riorganizzazione dell’assetto economico di un Paese.

Il valore della produzione di un’economia viene calcolata ogni anno tramite il PIL. Se la produzione totale cresce a un ritmo molto lento, stabile o in calo anno dopo anno, si dice che si attraversa un periodo di stagnazione.

Le cause della stagnazione

Sono diversi i fattori possono innescare un periodo di stagnazione, tra cui:

  • tassi di occupazione persistentemente bassi;
  • una crescita del reddito in calo o assente;
  • l’assenza di crescita sostenuta del mercato azionario.

Se un’economia passa da una recessione a una crescita o viceversa, è prevedibile un periodo di stagnazione. Tuttavia, se vengono adottate politiche adeguate, questo periodo di stagnazione può essere interrotto rapidamente.

Tipologie di stagnazione

Esistono tre tipi di stagnazione e ognuno di essi ha un effetto specifico sull’economia.

1) Stagnazione ciclica

La stagnazione ciclica si riferisce alla stagnazione temporanea che si verifica quando l’economia attraversa un ciclo. Questo ciclo potrebbe segnare la fine della recessione e l’inizio della ripresa o viceversa.

Tra un ciclo e l’altro può verificarsi un periodo di stagnazione. Tuttavia, suddetto periodo può essere interrotto se vengono attuate politiche fiscali e monetarie adeguate con prontezza.

2) Shock economici

Gli shock economici non sono una novità, si sono verificati in passato e continuano a verificarsi in futuro. Guerre, tensioni geopolitiche, guerre commerciali, variazioni significative dei tassi della banca centrale di riferimento, sanzioni, crollo dei titoli azionari e altro ancora possono provocare onde d’urto sull’economia, portando alla recessione e/o a un periodo di stagnazione.

3) Stagnazione strutturale

Ogni volta che un Paese intraprende un nuovo piano di ristrutturazione a lungo termine, è inevitabile che si verifichi un periodo di stagnazione. L’obiettivo del Governo è creare nuove opportunità economiche e di crescita, ma finché il piano non sarà pienamente attuato è prevedibile un periodo di stagnazione.

Si tratta, tuttavia, di una situazione temporanea.

Come evitare la stagnazione?

Comprendere l’importanza della stagnazione è fondamentale per superare o ridurre la durata di un periodo di stagnazione.

Tale situazione, infatti, nel lungo termine può avere un impatto significativo sullo stato socioeconomico.

La stagnazione, lo ricordiamo, si misura in base alla lenta variazione o crescita del PIL. Se la crescita del PIL è inferiore al 2-3%, si parla di stagnazione.

Per superare una condizione di stagnazione, il governo deve attuare un piano di riforme a lungo termine che includa le seguenti azioni:

  • aumentare la spesa pubblica: gli investimenti pubblici in nuove imprese portano non solo alla creazione di più posti di lavoro, ma anche a un maggiore flusso di liquidità, che potrà poi essere ulteriormente investito;
  • ridurre le tasse: tagliare le tasse fa sì che le aziende possano accumulare più profitto e migliorare, di conseguenza, la crescita dell’economia;
  • abbassare i tassi di interesse: tassi di interesse alti portano a un accumulo di risparmi, ma in un periodo di stagnazione è necessario spendere di più. Dei tagli dei tassi di interesse da parte della banca centrale spingerebbe le persone a spendere di più, generando così un maggiore flusso di liquidità all’interno dell’economia.

Differenza tra stagnazione e stagflazione

La stagnazione e la stagflazione sono correlate ma distinte.

Da una parte, la stagnazione è una fase di crescita economica molto bassa o nulla, spesso accompagnata da alta disoccupazione e bassa produttività, ma senza inflazione elevata. Il PIL cresce poco o rimane stabile, il tasso di disoccupazione è alto, gli investimenti sono scarsi, l’indice dei prezzi al consumo è generalmente basso o moderato e la domanda interna è debole.

La stagflazione, invece, è una situazione assai più grave. Alla stagnazione economica si uniscono un’alta inflazione, un’alta disoccupazione, PIL stagnante o in calo, diminuzione del potere d’acquisto.

Di seguito, una tabella comparativa che illustra le differenze tra stagnazione e stagflazione:

ParametroStagnazioneStagflazione
Crescita Nulla o molto bassa Nulla o negativa
Inflazione Bassa o moderata Alta
Disoccupazione Alta Alta
Politiche utili Stimolo fiscale/monetario Lo stimolo rischia di aumentare l’inflazione

La stagnazione in Italia

Dal 2000 in poi, l’Italia ha avuto una crescita media del PIL tra le più basse in Europa. A ciò si aggiungono problemi strutturali: debito pubblico elevato, burocrazia inefficiente, mercato del lavoro poco promettente, bassa produttività, fuga di cervelli e un tessuto industriale in parte obsoleto.

La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente aggravato la situazione, seguita da una ripresa post-2021 grazie al PNRR, ma non sufficiente per parlare di una crescita sostenuta.

La stagnazione italiana è in gran parte strutturale, non solo ciclica.

Per uscirne serve necessariamente stabilità politica e visione di lungo periodo.
L’instabilità cronica, infatti, rende difficile l’attuazione di politiche strutturali. E una strategia di crescita ha bisogno di almeno 10-15 anni di continuità per poter mostrare i suoi frutti.

Servono riforme, visione strategica e coesione sia politica che sociale per risolvere i problemi strutturali sedimentati nel tempo i Italia.

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