Cos’è l“opzione nucleare”, il bazooka commerciale dell’UE contro i dazi di Trump?

Violetta Silvestri

22 Luglio 2025 - 15:27

L’UE potrebbe mettere in campo la sua opzione nucleare contro i dazi di Trump: di cosa si tratta? Il bazooka commerciale europeo è pronto.

Cos’è l“opzione nucleare”, il bazooka commerciale dell’UE contro i dazi di Trump?

A mali estremi, estremi rimedi: questo potrebbe essere l’approccio dell’UE nei confronti degli USA in caso non si riesca a raggiungere un accordo sui dazi entro il 1° agosto.

C’è tensione all’interno dei 27 Paesi membri dell’Unione su come comportarsi nei confronti di Trump che continua ad accennare alla possibilità di un’intesa, ma allo stesso tempo minaccia addirittura tariffe al 30% sui beni europei.

In questo complesso contesto, diversi Stati UE, tra cui Francia e Germania, starebbero valutando l’adozione di misure “anticoercitive” piuttosto pesanti nei confronti degli Stati Uniti. L’indiscrezione rivelata da Reuters afferma che l’Unione potrebbe ricorrere al suo bazooka commerciale, noto come “opzione nucleare” per cercare di scoraggiare le controversie commerciali. Di cosa si tratta?

L’UE prepara l’opzione nucleare contro gli USA

Lo strumento anti-coercizione del blocco, entrato in vigore alla fine del 2023 e finora mai utilizzato è stato ribattezzato opzione nucleare, idealmente intesa come deterrente.

L’ACI - Anti Coercion Instrument - consente all’UE a 27 nazioni di reagire contro Paesi terzi che esercitano pressioni economiche sui membri affinché cambino le loro politiche e offre un margine di azione molto più ampio rispetto alle semplici contromisure sulle esportazioni statunitensi.

L’ACI ha stilato un elenco in 10 punti con i quali si definiscono le possibili misure da adottare contro la minaccia di Trump di imporre dazi del 30% sulle importazioni dall’UE entro il 1° agosto.

Oltre alle tariffe sulle merci, gli strumenti includono restrizioni alle importazioni o alle esportazioni di merci, ad esempio attraverso quote o licenze.

Per gli appalti pubblici nell’Unione, del valore di circa 2.000 miliardi di euro all’anno, ci sono due possibilità. Le offerte, come quelle per l’edilizia o gli appalti per la difesa, potrebbero essere escluse se beni o servizi statunitensi rappresentano più del 50% del potenziale contratto. In alternativa, si potrebbe applicare un adeguamento del punteggio di penalità alle offerte statunitensi.

L’ACI potrebbe anche incidere sui servizi nei quali gli Stati Uniti hanno un surplus commerciale con l’UE, compresi i servizi dei fornitori di servizi digitali Amazon, Microsoft, Netflix o Uber.

Le misure potrebbero inoltre limitare gli investimenti diretti esteri provenienti dagli Stati Uniti, che sono il maggiore investitore mondiale nell’UE. Ulteriori mosse potrebbero includere restrizioni alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale, all’accesso ai mercati dei servizi finanziari e alla possibilità di vendere prodotti chimici o alimentari nell’UE.

La Commissione europea sottolinea che le misure di risposta dell’UE devono essere “proporzionate al danno che contrastano e devono essere mirate e temporanee”, e restare valide finché persiste la coercizione percepita.

Come si attiva il bazooka UE?

La legge concede alla Commissione europea quattro mesi di tempo per esaminare possibili casi di coercizione. Se ritiene che le misure adottate da un Paese straniero siano di natura coercitiva, ne informa gli Stati membri dell’UE, che hanno altre otto-dieci settimane per confermare l’attuazione.
Per la conferma è necessaria una maggioranza qualificata degli Stati membri dell’UE: un ostacolo più elevato rispetto all’applicazione di tariffe di ritorsione.

La Commissione normalmente si consulterebbe con il Paese straniero per cercare di porre fine alla coercizione. In caso di fallimento, entro sei mesi può adottare misure di risposta dell’UE, sempre soggette al voto dei membri dell’UE. Tali misure dovrebbero entrare in vigore entro tre mesi. L’intero processo potrebbe durare un anno, ma potrebbe essere accelerato.

L’opzione nucleare è l’ultima risorsa

I colloqui con gli USA sono in corso e l’UE punta a un accordo tariffario di base del 10% e alla protezione di settori chiave, come quello automobilistico, agricolo, dei macchinari e aerospaziale.

Mentre l’UE accetterà una tariffa di base del 10% con esenzioni e quote che proteggono le principali industrie dell’Unione, un tasso reciproco superiore al 15% probabilmente provocherà qualche ritorsione da parte europea secondo gli analisti.

Utilizzare l’ACI sarebbe una mossa pesante hanno sottolineato Mujtaba Rahman, Emre Peker e Clayton Allen dell’Eurasia Group.

“Mentre Francia, Spagna e alcuni altri membri dell’UE sosterranno una forte ritorsione contro i dazi di Trump, è probabile che la Commissione [europea] inizialmente si concentrerà sul colpire i prodotti statunitensi con più dazi”, hanno affermato.

Tuttavia, una spirale di escalation che porti allo scenario di una “guerra commerciale” con dazi al 10% in Eurasia, spingerebbe Bruxelles a mettere in atto misure di escalation, come “controlli/dazi sulle esportazioni, restrizioni agli appalti pubblici e/o sanzioni sulle esportazioni di servizi statunitensi”, utilizzando il “bazooka commerciale dell’ACI come ultima risorsa”, hanno concluso.

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