Cos’è il tasso di usura? Significato, limiti e soglie

Giorgia Dumitrascu

13 Ottobre 2025 - 13:48

TEGM, soglie MEF e verifica dei contratti: come controllare se il tuo mutuo o prestito supera la soglia d’usura e come agire per recuperare interessi.

Cos’è il tasso di usura? Significato, limiti e soglie

Con l’aumento dei tassi deciso dalla BCE molte famiglie hanno visto crescere le rate dei mutui e diversi prestiti al consumo si sono avvicinati al limite di legge oltre il quale l’interesse diventa usurario.
Sapere come viene calcolata la soglia di usura, definita dal MEF ogni trimestre e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, e comprendere quali costi incidono sul tasso è il primo passo per verificare se un contratto è regolare e per agire al fine di recuperare eventuali interessi pagati in eccesso.

Tasso di usura: quando un interesse diventa illegale

Un interesse troppo alto non è solo scorretto sul piano economico, ma costituisce un reato e rende nulle di diritto le clausole sugli interessi nei contratti di mutuo e di finanziamento.
L’art. 644 c.p. punisce:

“Chiunque si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”

La l. n. 108 del 1996 ha stabilito che un tasso è usurario se supera la soglia calcolata sulla base dei Tassi Effettivi Globali Medi (TEGM) rilevati dalla Banca d’Italia e aggiornati ogni trimestre tramite decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Tuttavia, si parla di usura soggettiva quando il creditore, sfruttando lo stato di bisogno o l’inesperienza del debitore, applica un tasso di interesse sproporzionato rispetto alla prestazione concessa. Tale forma di usura si può verificare anche se il tasso pattuito resta al di sotto della soglia d’usura fissata dalla legge.

Come calcolare la soglia d’usura di mutui e prestiti

L’art. 2, l. n. 108/1996 prevede un calcolo matematico unico per tutte le tipologie di credito:

“Soglia d’usura [%] = TEGM × 1,25 + 4 con il limite che la differenza tra tasso medio e soglia non può superare 8 punti percentuali.”

In pratica, si prende il TEGM di riferimento, lo si aumenta di un quarto e poi si aggiungono 4 punti percentuali. Ad esempio, se per i mutui ipotecari a tasso fisso il TEGM del trimestre è 6%, la soglia d’usura sarà: (6 × 1,25) + 4 = 11,5%. Se il calcolo porta a un incremento superiore a 8 punti percentuali, il limite resta bloccato a TEGM + 8.

TAN, TAEG e TEG: cosa serve per controllare l’usura

Molti contratti indicano più sigle, ma non tutte servono per controllare l’usura:

  • TAN: (Tasso Annuo Nominale) indica l’interesse puro applicato al capitale, senza spese;
  • TAEG: (Tasso Annuo Effettivo Globale) include interessi, spese, commissioni e oneri accessori, serve a confrontare le offerte commerciali;
  • TEG: (Tasso Effettivo Globale) include interessi e costi obbligatori (es. spese di istruttoria, incasso rata, premi assicurativi collegati al credito).

Per controllare se un tasso è usurario occorre calcolare il TEG del finanziamento e confrontarlo con la soglia d’usura ufficiale. Solo questo dato ha valore legale, TAN e TAEG servono a capire il costo del credito, ma non stabiliscono l’usurarietà. Prima di verificare se il tasso supera i limiti di legge è necessario capire quali oneri incidono sul costo del credito. Vanno considerati i meccanismi applicati dalle banche che possono aumentare il tasso effettivo e portare un finanziamento oltre la soglia d’usura. Tra questi c’è l’anatocismo, cioè la capitalizzazione periodica degli interessi già maturati, che è ammesso solo nei limiti previsti dall’art. 1283 c.c. e dalle delibere del CICR. Se applicato in modo improprio può gonfiare il TEG e far superare la soglia.

Tassi usura 2025: dove consultare le tabelle ufficiali

Per capire se il contratto è regolare non basta guardare i tassi più recenti, occorre recuperare la tabella riferita al trimestre in cui il mutuo o il prestito è stato stipulato. Il confronto va sempre fatto tra il TEG reale del finanziamento e la soglia d’usura valida nel momento della pattuizione. Se il rapporto è in corso da anni, può essere necessario ricostruire i tassi storici perché la legge verifica l’usura all’origine del contratto. La Banca d’Italia aggiorna ogni trimestre la sezione “Tassi effettivi globali medi e soglie d’usura”, pubblicando le tabelle ufficiali suddivise per categoria di credito e per classi di importo.

Le ultime soglie d’usura relative al III trimestre 2025:

  • mutui ipotecari a tasso fisso: TEGM 3,21%, soglia d’usura 8,01%;
  • mutui ipotecari a tasso variabile: € TEGM 4,37%, soglia d’usura 9,46%;
  • prestiti personali: TEGM 11,02%, soglia d’usura 17,77%;
  • carte di credito revolving: TEGM 15,34%, soglia d’usura 23,17%.

Se il tasso è usurario: effetti sul contratto e sanzioni penali

Quando il tasso è usurario, il contratto di mutuo o di finanziamento resta valido per la sola restituzione del capitale ai sensi dell’art. 1815 c.c.. Pertanto, tutte le somme pagate a titolo di interessi diventano indebite e possono essere recuperate. L’azione per la ripetizione dell’indebito si propone con un ordinario giudizio civile e si prescrive in 10 anni. Inoltre l’indebito può anche essere rilevato d’ufficio dal giudice. Oltre al piano civile, la legge prevede conseguenze penali, infatti, ai sensi dell’art. 644 c.p.:

“Chi concede credito a condizioni usurarie è punito con la reclusione da 2 a 10 anni e con una multa da 5.000 a 30.000 euro.

Le pene possono aumentare quando l’autore approfitta dello stato di bisogno o inesperienza della vittima. Alla condanna possono aggiungersi misure accessorie, come la confisca dei beni utilizzati per commettere l’usura e la perdita del diritto a riscuotere gli interessi maturati sul contratto illecito. Per gli intermediari finanziari vigilati, banche e società finanziarie, la Banca d’Italia può imporre sanzioni amministrative, sospendere gli organi di gestione e, nei casi più gravi, arrivare alla revoca dell’autorizzazione a operare sul mercato.

Come verificare un tasso usurario e recuperare gli interessi

Una verifica preliminare affidata a un consulente bancario o a un professionista esperto di contenzioso in materia di mutui e affidamenti consente di capire se l’operazione merita di essere contestata. Una pre-analisi orientativa può costare 200-300 euro, mentre una perizia tecnica di parte completa, redatta secondo le istruzioni di vigilanza della Banca d’Italia e idonea a essere prodotta in giudizio, ha costi variabili fino a oltre 1000 euro, per mutui lunghi o conti aziendali con molti movimenti.

Ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario

Prima di promuovere una causa civile è opportuno inviare alla banca un reclamo scritto ai sensi delle disposizioni di trasparenza bancaria e delle “Disposizioni di vigilanza per gli intermediari” della Banca d’Italia (provv. 29 luglio 2009 e succ. mod.).

La banca deve rispondere entro 60 giorni, se non risponde o rigetta il reclamo, il cliente può rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). L’ABF è previsto dall’art. 128-bis del Testo Unico Bancario (D.lgs. n. 385/1993), il contributo da versare è di 20 euro, rimborsato se il ricorso viene accolto. Le tempistiche medie sono di 4 mesi a seconda della complessità del caso.

Mediazione civile bancaria obbligatoria

Per i rapporti con intermediari vigilati la legge impone il tentativo di mediazione civile in materia bancaria e finanziaria. La mediazione è disciplinata dal D. lgs. n. 28/2010 ed è una condizione di procedibilità.

Ciò significa, che senza averla esperita il giudice deve dichiarare la causa improcedibile. L’istanza si presenta presso un organismo di mediazione accreditato, viene fissato un primo incontro entro 30 giorni, e deve concludersi in un massimo di 3 mesi. Se non si raggiunge un accordo, l’organismo rilascia un verbale negativo che consente di procedere in tribunale.

Causa civile per usura bancaria

Nelle cause civili per usura bancaria, dopo l’iscrizione a ruolo e prima udienza in genere entro 4–8 mesi dal deposito dell’atto di citazione, segue la fase istruttoria, che può durare 12–24 mesi a seconda della complessità e dei rinvii. La sentenza di primo grado arriva mediamente in 2–4 anni nei tribunali più veloci, fino a 5 anni in sedi congestionate. Se la banca non propone appello, la decisione diventa esecutiva e in caso contrario l’appello prolunga il contenzioso di altri 2-3 anni in media.

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