Coronavirus e Made in Italy: l’impatto e i settori più colpiti dall’epidemia

C. G.

5 Marzo 2020 - 13:45

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L’impatto del coronavirus sul Made in Italy: i settori più colpiti dall’epidemia e le conseguenze più evidenti

Coronavirus e Made in Italy: l’impatto e i settori più colpiti dall’epidemia

Coronavirus e Made in Italy: l’impatto e le conseguenze dell’epidemia su alcuni settori specifici sono state attentamente monitorate già prima che la situazione diventasse emergenziale.

Inizialmente, numerosi osservatori hanno puntato il dito contro il turismo e il lusso, ma con il passare del tempo le cose sono peggiorate e la questione è apparsa più seria.

Non sono mancati i campanelli d’allarme che hanno teorizzato imminenti recessioni globali, né funeste previsioni sull’economia tricolore. L’impatto del coronavirus sul Made in Italy è diventato sempre più evidente e i settori più esposti hanno iniziato a temere le conseguenze dell’epidemia.

Coronavirus, l’impatto sui settori del Made in Italy: turismo

Uno dei settori sin da subito penalizzati è stato il turismo, sia in entrata che in uscita. Ben prima che il coronavirus si diffondesse in Italia, infatti, numerosi cinesi hanno limitato gli spostamenti. Poi è arrivato il blocco dei voli da e per la Cina, cosa che ha imposto nuove e più pessimistiche considerazioni sulle conseguenze dell’emergenza.

Le cose sono peggiorate nel momento in cui l’epidemia si è diffusa in quasi tutto il Nord Italia. Da quel momento in poi numerose prenotazioni alberghiere sono state cancellate così come gli spostamenti già programmati.

Per avere un’idea dell’impatto del coronavirus sul Made in Italy basti pensare alle dichiarazioni del presidente di Confturismo e Federalberghi Veneto, che ha dipinto un quadro particolarmente funesto (qui l’intervista completa). Nella regione, in alcuni casi le prenotazioni cancellate hanno toccato picchi del 90%, mentre in altri le perdite economiche per i singoli alberghi sono state stimate in 100.000 euro al mese.

Più il virus si è diffuso sul territorio nazionale, più diversi Stati hanno deciso di bloccare l’entrata degli italiani provenienti dalle zone rosse e non.

Anche le compagnie aeree hanno preso i propri provvedimenti. WizzAir ad esempio ha tagliato del 60% i voli per il Nord Italia nel periodo compreso tra l’11 marzo e il 2 aprile 2020. Per Confturismo, nel prossimo trimestre si conteranno 22 milioni di presenze in meno per una perdita di spesa di 2,7 miliardi di euro.

Non gioverà in tal senso il rinvio del Salone del Mobile, che non si terrà più dal 21 al 26 aprile ma dal 16 al 21 giugno. La cancellazione definitiva dell’evento avrebbe avuto conseguenze economiche ancor più importanti considerati i 120 milioni di euro gravitanti attorno ad esso e i 250 milioni aggiuntivi di indotto.

Il lusso

Sin da subito, l’emergenza sanitaria ha messo i bastoni fra le ruote al Capodanno lunare, festività durante la quale molti cittadini del Dragone sono soliti viaggiare in Italia (e nel resto del mondo).

L’impatto e le conseguenze del coronavirus sul lusso Made in Italy hanno iniziato a spaventare. D’altronde il 35% degli acquisti viene effettuato proprio da cinesi su una percentuale complessiva di asiatici pari al 50%.

In linea di massima, il clima di forte incertezza potrebbe aver affossato il sentiment e dunque limitato le spese nel comparto, anche quelle online.

L’agroalimentare

Secondo le più recenti stime di Coldiretti, soltanto nel mese di gennaio 2020 le esportazioni nostrane in Italy in Cina sono crollate dell’11,9%; fino ad oggi, uno dei elementi maggiormente venduti è stato il vino. Il timore è che l’epidemia potrebbe dare il via a una speculazione sui beni tricolori e a una crescita dei cosiddetti plagi.

Per comprendere al meglio l’impatto del coronavirus sul Made in Italy agroalimentare si pensi anche agli eventi rimandati, come ad esempio il Vinitaly, spostato da aprile a giugno. Secondo alcune indiscrezioni anche il Cibus di Parma verrà fatto slittare.

L’automotive

Il forte calo della domanda cinese e la chiusura di diversi stabilimenti produttivi hanno messo con le spalle al muro numerose aziende (Volkswagen ad esempio produce quasi il 40% nel Paese) e hanno lasciato presupporre ingenti conseguenze sul settore.

In questo caso sono intervenuti gli analisti di Moody’s che, dopo aver teorizzato l’arrivo di una recessione globale in caso di pandemia, hanno dipinto un quadro incerto. A loro detta, infatti, il settore tornerà a crescere soltanto nel 2021 a causa di un ridimensionamento della domanda e dell’interruzione delle catene industriali.

Nel 2020 però, sull’automotive Made in Italy non peserà soltanto l’impatto del coronavirus. Anche le nuove norme sulle emissioni giocheranno un ruolo.

L’anno si chiuderà (a livello globale) con un calo del 2,5%. Secondo quanto riportato da una recente analisi de Il Sole 24 Ore, tutto ciò si ripercuoterà a catena sul settore della componentistica del Nord Italia.

L’industria

Nelle regioni maggiormente interessate, quelle settentrionali, sono scattate diverse misure volte a prevenire e arginare i contagi. Le zone rosse sono state messe in quarantena, mentre l’attività di numerose aziende si è fermata. Chi non ha potuto usufruire dello smart working è stato messo nella maggior parte dei casi in ferie forzate.

Soltanto in Lombardia, ha riportato Il Sole, sono stati fermati 6.000 lavoratori metalmeccanici, cosa che ha imposto nuove considerazioni sullo stato di salute dell’industria Made in Italy e sulle conseguenze del coronavirus nel comparto.

Export

Stando ai dati Istat del 2017 (ultimo anno in cui è avvenuta la divisione regionale), le aree più colpite dall’epidemia, nello specifico l’Emilia Romagna, il Veneto e la Lombardia, hanno contribuito del 40,1% al PIL d’Italia. Allo stesso modo, esse hanno rappresentato il 50% dell’export nazionale.

Una loro battuta d’arresto, insomma, potrebbe avere forti conseguenze dal punto di vista del commercio estero.

Quelli appena citati sono soltanto alcuni dei settori del Made in Italy che potrebbero soffrire l’impatto del coronavirus. Per una stima puntuale dei danni riportati da ciascuno di essi però bisognerà attendere ancora del tempo.

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