In alcune parti del mondo è ancora allarme per il coronavirus. Come in India, dove l’epidemia sta colpendo soprattutto la città di Mumbai.
In India il coronavirus finora ha contagiato oltre 276.500 persone e causato più di 7.700 morti, posizionando il Paese al quinto posto mondiale per positivi.
Numeri in aumento, che sebbene vadano relazionati a una popolazione di oltre un miliardo di persone, stanno preoccupando, specialmente in alcune città.
Come Mumbai, capitale finanziaria della nazione, dove ormai è stato superato anche il picco di Wuhan, città cinese dove è iniziato tutto il dramma dell’epidemia.
A Mumbai picco di contagi più alto di Wuhan
Mumbai osservata speciale in India: la città ha registrato 51.000 casi di coronavirus, superando il picco raggiunto a Wuhan, dove è emerso per la prima volta il virus.
Lo stato del Maharashtra, di cui Mumbai è la capitale, conta 90.000 positivi degli oltre 276.000 totali.
La metropoli di 20 milioni di abitanti è stata colpita in modo duro dalla pandemia, tanto che le strutture ospedaliere e gli obitori cittadini sono ormai al collasso, con scene drammatiche di cadaveri depositati vicino ai malati.
In India, l’epicentro epidemiologico si sta concentrando proprio a Mumbai. Per questo le autorità locali stanno cercando di intervenire nel pieno dell’emergenza: è stato costruito un ospedale da campo per 1.000 malati e un reparto di terapia intensiva. In più, stadi e grandi strutture destinate normalmente ad altre attività sono
state adibite alla cura dei malati.
Epidemia in India: la situazione
La preoccupazione per Mumbai si inserisce in uno scenario precario in tutta l’India. Nonostante l’epidemia sia ancora un problema, le autorità hanno iniziato ad allentare il lockdown.
L’8 giugno, i centri commerciali, i luoghi di culto e gli uffici sono stati autorizzati a riaprire. In precedenza, anche negozi, mercati e servizi di trasporto erano tornati operativi.
Ma gli esperti affermano che non vi era altra scelta se non quella di revocare il blocco, che ha comportato un enorme tributo economico sul Paese.
Milioni di persone hanno già perso il lavoro e i mezzi di sussistenza, le aziende stanno chiudendo e la paura della fame ha spinto masse di lavoratori migranti a salario quotidiano a fuggire dalle città a piedi, perché i trasporti pubblici sono stati bloccati con l’avvio del lockdown.
Molti di loro sono morti per stanchezza e fame, in quella che è stata definita una tragedia umana.
Anche l’emergenza sanitaria non è proprio sotto controllo. Il numero di test eseguiti risulta molto esiguo e in diverse località indiane gli ospedali sono costretti a mandare via i malati, senza possibilità di ricovero.
Non solo Mumbai, quindi, è in uno stato di emergenza. Tutta l’India è ancora a rischio per la situazione precaria.
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