Coronavirus: cosa può fare il G20 per risolvere la crisi?

Anna Maria Ciardullo

21 Aprile 2020 - 18:42

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Cosa può fare il G20 per risolvere la crisi dovuta al coronavirus? Il gruppo ha ancora una volta un ruolo cruciale nel guidare la ripresa.

Coronavirus: cosa può fare il G20 per risolvere la crisi?

Cosa può fare il G20 per risolvere la crisi dovuta al coronavirus? Di fronte allo shock senza precedenti causato dalla COVID-19, il gruppo torna ad avere un ruolo cruciale nel facilitare la cooperazione internazionale e nel fornire una guida preziosa durante la difficile ripresa.

La pandemia ha gettato un velo sull’economia globale, rendendo impossibile anticipare anche il prossimo futuro. Le restrizioni ai movimenti transfrontalieri, insieme ai blocchi nazionali, stanno rapidamente riducendo la produzione e il consumo globale e perturbando le catene del valore.

In passato, il G20, che comprende Paesi che rappresentano circa il 90% della produzione globale, ha avuto occasione di dare il proprio contributo in tempi di crisi, oggi dovrà darsi nuovamente da fare. Per avere successo, le politiche di salvataggio economico e le misure di contenimento dovranno essere strettamente coordinate e pienamente incorporate nel suo piano d’azione.

Cosa può fare il G20 per risolvere la crisi e sconfiggere il coronavirus?

Le crescenti incertezze stanno alimentando un circolo vizioso che sta determinando una contrazione di tutte le economie. Proprio per questo, è importante che il G20 torni a fungere da torre di controllo del mondo, guidando l’economia globale in una nuova fase di crescita forte, sostenibile, equilibrata, e inclusiva.

Ci sono buone ragioni per temere che gli shock economici causati dal coronavirus possano essere maggiori e più duraturi di quelli generati dalla crisi finanziaria globale del 2008, forse addirittura più gravi di quelli della Grande Depressione degli anni Trenta, come previsto anche dal FMI.

In questo momento critico, il mondo si sta rivolgendo, ancora una volta, al G20 per la leadership. Nato sulla scia della crisi finanziaria asiatica del 1997 - che ha poi risolto - il G20 è sorto come un raduno di ministri delle finanze degli Stati membri e di rappresentanti delle Banche centrali.

Si è poi evoluto in un forum per i capi di Stato e di governo durante la crisi del 2008 e da allora ha svolto un ruolo cruciale nell’economia mondiale, come guida e abilitatore della cooperazione internazionale, soprattutto in tempi di crisi.

Ora, tutti i governi e le organizzazioni internazionali, guidate dagli organi consultivi a livello ministeriale del G20, stanno preparando un piano d’azione tangibile.

Gli obiettivi sono sfidanti: incentivare salute, economia, commercio e cooperazione e garantire che vengano rispettati gli impegni dichiarati dai leader nazionali e sia consentita la sopravvivenza di tutti, in particolare dei Paesi più poveri. Ma più concretamente, cosa può fare il G20 per risolvere la crisi?

Il piano di supporto del G20 per punti

Il magazine sudcoreano The Assett ha tracciato un’interessante panoramica per punti che descrive il ruolo attuale del G20 come ago della bilancia della crisi. Concretamente, per affrontare sia la pandemia sia le ricadute economiche che ne derivano, il G20 è chiamato ad agire su tre macroaree:

  • In primo luogo, deve continuare a dimostrare un forte impegno a favore del coordinamento delle politiche. Ogni Stato membro del G20 deve elaborare misure politiche a livello nazionale volte a raggiungere gli stessi obiettivi globali, rimanendo in stretto contatto per garantire che gli sforzi siano allineati e complementari. Promuovere la solidarietà a scapito di individualismo e barriere è infatti l’unica via per uscire dalla crisi. Servono segnali forti.
  • In secondo luogo, il G20 deve convalidare il suo impegno con un piano d’azione concreto e pratico. Coordinamento delle misure di quarantena, delle politiche macroeconomiche, della stabilità finanziaria globale e della circolazione delle persone e delle merci, tra le altre cose. A questo proposito, è importante ricordare le lezioni del 2008, quando i governi del G20 hanno concordato ambiziose misure di stimolo economico, riforme normative e una battuta d’arresto sul protezionismo. Questi impegni hanno portato il mondo fuori dalla fase più profonda della crisi. La pandemia di COVID-19 pone di fronte a un compito ancora più arduo: risolvere contemporaneamente una crisi sanitaria e un crollo economico.
  • In terzo luogo, la strategia per affrontare la crisi gemella immediata deve includere un programma e una visione a più lungo termine per l’economia globale. Il mantenimento delle misure di contenimento per un periodo di tempo prolungato danneggerà molte industrie e comprometterà la resilienza delle economie. Considerate le difficoltà di prevedere un calendario realizzabile per il riavvio dell’attività economica globale, il G20 dovrebbe iniziare a istituire fin d’ora misure strategiche di ripresa, in modo che siano pronte quando necessario e garantire che la risposta mondiale sia preventiva, tempestiva e precisa.

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