Il coprifuoco torna in Italia. Ma è costituzionale?

Simone Micocci

31 Luglio 2025 - 18:07

Si torna a discutere di coprifuoco in Italia. Stretta alla movida dei giovanissimi e multe per chi esce di notte senza i genitori. Queste misure sono costituzionali?

Il coprifuoco torna in Italia. Ma è costituzionale?

Si torna a discutere di coprifuoco in Italia, anche se la pandemia - con annesse restrizioni - è ormai solo un ricordo.

A scatenare la polemica è la decisione del Comune di Praia a Mare, che impone agli under 14 non accompagnati di rientrare a casa entro mezzanotte e mezza e rimanervi fino alle 7 del mattino. Per chi trasgredisce sono previste multe salate. Questo è quanto prevede l’ordinanza del sindaco Antonino De Lorenzo, con l’approvazione del garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.

Una misura considerata necessaria per limitare i pericoli della movida notturna dei giovanissimi e anche per questo un possibile esempio per moltissime città italiane, destinazioni turistiche in primo luogo. È bastato poco, quindi, per far sorgere di nuovo dei dubbi sulla legittimità del coprifuoco dal punto di vista costituzionale. Proviamo a dare una risposta a questa domanda in base alle decisioni della giurisprudenza e alle previsioni di legge.

Il coprifuoco è costituzionale?

È impossibile stabilire in linea generale se imporre il coprifuoco ai cittadini sia legittimo o meno, in quanto ci sono condizioni che autorizzano l’utilizzo di questo strumento che di fatto limita la libertà personale. L’articolo 16 della Costituzione prevede infatti la libertà di soggiorno e circolazione nel territorio italiano, fatte salve eccezioni per problemi di igiene o sicurezza. Il primo comma recita infatti:

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.

Lo stesso principio viene confermato dall’articolo 13, che tutela la libertà personale dei cittadini e permette limitazioni esclusivamente nei casi previsti dalla legge. Il primo comma dello stesso stabilisce, infatti, che:

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

Il coprifuoco può quindi essere legittimo, ma solo se attuato per finalità meritevoli e con gli strumenti predisposti, oppure no. Inoltre, va detto che non tutti i provvedimenti possono imporlo, tanto che il caos sulla legittimità delle limitazioni pandemiche previste dai Dpcm non è ancora risolto. In questo caso specifico, ossia l’ordinanza comunale per gli under 14, è però più facile propendere verso la legittimità.

Il coprifuoco di Praia a Mare (e simili)

Le ordinanze comunali sono pratiche amministrative inferiori alle leggi, quindi in linea generale devono sottostare a limiti rigorosi e non contrastare la normativa di rango superiore. Tuttavia, è al Comune e agli Enti locali che compete il potere di vigilare e regolamentare le questioni territoriali in base alle esigenze di sicurezza.

Non solo, la giurisprudenza costituzionale riconosce poteri più ampi alle ordinanze comunali in casi di urgenza e indifferibilità. Ciò significa che il sindaco può, in casi eccezionali e se non vi è altra soluzione, attuare provvedimenti straordinari purché temporanei e contingenti. In questo caso specifico, il tasso di microcriminalità, gli incidenti e i pericoli della movida incontrollata (di cui gli under 14 sono sia causa che vittima) possono configurare una motivazione idonea.

L’ordinanza citata, peraltro, non impedisce del tutto la circolazione ma pretende che i minori di 14 anni siano accompagnati nelle ore notturne, che i dati cittadini (e non solo) confermano essere maggiormente a rischio. Ma anche volendo mettere in dubbio la competenza comunale in una simile limitazione, non bisogna dimenticare un dato fondamentale: i minori di 14 anni dovrebbero sempre essere accompagnati dai genitori o altro adulto responsabile che vigila su di loro. I genitori sono infatti pienamente responsabili, fatta eccezione per il caso fortuito, e talvolta perseguibili per il reato di abbandono.

Chiedere che i giovanissimi siano accompagnati almeno nella fasce notturne, prevedendo altrimenti sanzioni amministrative (che competono al Comune) appare perfettamente coerente nel nostro ordinamento. Ci sono problemi di carattere sociale, dalla criminalità giovanile al sempre più precoce consumo e abuso di stupefacenti e alcol, ma anche esigenze indiscutibili di sicurezza collettiva che non è possibile ignorare.

Non a caso, il garante Antonio Marziale ha definito come vero tasto dolente “Che debba essere un sindaco ad assumere una responsabilità collettiva, per mancato esercizio della responsabilità genitoriale”.

Tuttavia, una risposta definitiva sulla legittimità potrà arrivare solo in caso di ricorso contro le sanzioni (fino a 250 euro), ma per farlo i genitori dovrebbero pienamente assumersi la responsabilità delle uscite notturne dei figli minori di 14 anni non accompagnati. Il sindaco De Lorenzo si è peraltro detto disposto a revocare la misura una volta sortito l’effetto sperato, quindi anche in base ai risultati si potrebbe vedere un’imitazione a catena nel resto del Paese.

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