Controlli del Fisco sul conto corrente, quanti anni indietro vanno?

Patrizia Del Pidio

9 Agosto 2025 - 11:16

L’Agenzia delle Entrate nei controlli del conto corrente di quanti anni può andare indietro? Vediamo i limiti temporali che deve rispettare il Fisco.

Controlli del Fisco sul conto corrente, quanti anni indietro vanno?

L’Agenzia delle Entrate può controllare il conto corrente di qualsiasi contribuente, ma gli accertamenti fino a quanti anni indietro possono risalire? Anche la lotta all’evasione fiscale deve fare i conti con la prescrizione e il tempo che passa non aiuta certo il Fisco. Sicuramente l’amministrazione tributaria può controllare le operazioni e i movimenti del conto corrente, ma non può farlo di moltissimi anni prima anche perché il contribuente potrebbe non avere memoria o la documentazione necessaria a giustificare un dato movimento.

Per questo motivo anche le verifiche sul conto corrente hanno un limite e nelle proprie ricerche e verifiche l’Agenzia delle Entrate deve rispettare dei limiti temporali, decorsi i quali il contribuente non corre più nessun rischio.

Il timore dei controlli fiscali

Non è così strano temere un controllo fiscale, anche il contribuente più onesto è preoccupato dall’idea che il Fisco possa controllare il conto corrente perché basta non conoscere a fondo le regole tributarie per non prendere le opportune precauzioni per tutelarsi dall’Agenzia delle Entrate.

Il problema principale che si affronta quando si è vittima di un controllo fiscale è quello di trovare le giuste prove per difendersi. Se non si hanno prove documentali, infatti, si potrebbe essere costretti a versare sanzioni e imposte anche su importi che sono esentasse. L’esempio concreto è rappresentato dal risparmio in casa.

Supponiamo che un contribuente nel corso degli anni sia riuscito ad accantonare in casa un tesoretto in contanti. Nel momento in cui lo versa in banca, ovviamente, non ha la prova documentale della provenienza della somma e in caso di accertamento fiscale non avrebbe prove per dimostrare che si tratta di reddito già tassato risparmiato nel tempo.

Il Fisco può controllare le spese che fai dal tuo conto corrente?

Il tempo è l’arma migliore contro il Fisco

La migliore difesa che si può avere in questi casi è il trascorrere del tempo. Il Fisco nei suoi controlli, infatti, non può andare più indietro di cinque anni (che si contano dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi).

Supponiamo, quindi, che nel 2025 Tizio depositi in banca 4.000 euro frutto di risparmio, non ha prove documentali per giustificare la provenienza del denaro e in caso di accertamento fiscale l’Agenzia pretenderebbe il pagamento delle imposte sulla somma. Quando sarà al sicuro da questo rischio? La dichiarazione dei redditi per i redditi prodotti nel 2025 si presenta nel 2026, di fatto i cinque anni si contano dal 1° gennaio 2027 e si concluderanno il 31 dicembre del 2031: da quella data in poi Tizio non sarà più tenuto a giustificare la provenienza della somma depositata nel 2025.

Se, però, Tizio non presenta la dichiarazione dei redditi 2026 il termine per effettuare controlli aumenta a 7 anni e si concluderà solo il 31 dicembre 2033.

Riassumendo, quindi, il Fisco può fare controlli sul conto corrente entro:

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