Si possono controllare i movimenti sul conto corrente di un genitore?

Ilena D’Errico

14 Gennaio 2023 - 23:02

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In alcuni casi i figli sentono la necessità di controllare i movimenti sul conto corrente dei genitori, ma non sempre questo è possibile.

Si possono controllare i movimenti sul conto corrente di un genitore?

In molti si chiedono se sia possibile controllare i movimenti sul conto corrente di un genitore, magari per paura che possa essere raggirato e indotto a spese inconsuete. Un altro motivo per cui alcune persone desiderano controllare il conto corrente dei genitori è per verificare le spese in vista dell’eredità. Ecco cosa dice la legge in proposito.

Conto corrente cointestato per controllare i movimenti del genitore

In linea generale, ai figli non è consentito il controllo del conto corrente dei genitori. Nonostante il legame di parentela, infatti, viene tutelata primariamente la privacy del titolare del conto. Non si verifica, dunque, lo stesso tipo di rapporto giuridico che è in capo ai genitori nei confronti dei figli minorenni. Il motivo è che non c’è un interesse sufficiente da giustificare la violazione della privacy. La situazione è invece differente quando questo interesse c’è, magari perché il genitore è infermo, e va in concomitanza a una riduzione della capacità d’agire.

Si tratta comunque di situazioni complesse che devono essere accertate da un giudice, motivo per cui in mancanza dei criteri necessari può tornare utile la seconda soluzione possibile, corrispondente al conto cointestato. In questo caso, il figlio può controllare tutti i movimenti sul conto corrente perché ne è titolare al 50%, ma naturalmente non può impedire alcuna azione al genitore.

Ovviamente, deve essere il genitore stesso a decidere in maniera libera di cointestare il proprio conto corrente con il figlio, in quanto non esistono ragioni giuridicamente valide per presupporre degli obblighi in questo senso. Trovato un accordo fra genitore e figlio, si tratta comunque di una soluzione abbastanza pratica per aiutare il genitore a gestire le proprie finanze, offrendo un parere e visionando eventuali situazioni anomale. In fase di cointestazione è necessario scegliere fra due modalità:

  • La firma congiunta, con la quale entrambi i titolari devono autorizzare le operazioni del conto corrente.
  • La firma disgiunta, che permette a ognuno dei titolari di svolgere le operazioni in autonomia.

Entrambe le soluzioni possono essere efficaci, a seconda delle preferenze e delle necessità del caso. Scegliendo la firma congiunta, ad esempio, il figlio ha in automatico una certa capacità decisionale sulle azioni del genitore. La firma disgiunta, invece, consente al figlio di svolgere le operazioni per conto del padre, qualora quest’ultimo fosse impossibilitato. In ogni caso deve essere trovato un accordo comune, perché se il genitore titolare del conto corrente si rifiuta il conto non può essere cointestato.

Verificare la quota ereditaria

Riguardo al conto corrente cointestato, a prescindere dalla firma, bisogna sapere che questa operazione viene considerata come una donazione del 50% rispetto al deposito del titolare. Si tratta di un fattore piuttosto rilevante, perché potrebbe influire sulle future divisioni ereditarie. In ogni caso le donazioni possono essere contestate soltanto dopo la morte dell’interessato e non è possibile in nessun caso il controllo ai fini di preservare le quote ereditarie.

Diventare tutore legale di un genitore

La disciplina è ovviamente molto diversa quando il figlio è stato nominato tutore del genitore. Questo provvedimento è molto più ampio rispetto al controllo del conto corrente, ma comprende questa possibilità. Il tutore legale ha infatti una serie di poteri, finalizzati esclusivamente alla tutela dell’interesse del genitore. Per alcune operazioni, peraltro, è necessaria anche l’autorizzazione del giudice tutelare o del tribunale, ad esempio per l’acquisto di beni non primari o per la costituzione di
ipoteche.

Il tutore viene nominato dal giudice cautelare una volta appurata l’effettiva necessità, ad esempio dovuta all’infermità mentale. Quando sono presenti dei motivi reali per i quali è necessario supervisionare i movimenti del genitore, fare richiesta al tribunale è senza dubbio la soluzione più sicura ed efficace. Allo stesso tempo, la legge non impone che siano i figli a essere nominati tutori, proprio per garantire la tutela dell’interessato.

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