Le conseguenze del riscaldamento globale: 5 scenari possibili per gli esperti

Giorgia Bonamoneta

30/06/2021

26/08/2021 - 10:44

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Il riscaldamento globale è un’invenzione? Gli effetti concreti dell’innalzamento della temperatura sono sotto gli occhi di tutti. In questi giorni in Canada oltre 130 persone sono morte per il caldo.

Le conseguenze del riscaldamento globale: 5 scenari possibili per gli esperti

Il riscaldamento globale è considerato da alcuni un’invenzione per controllare la produzione e l’evoluzione dell’umanità. Dal basso verso l’alto a non crederci (o a non voler crederci) sono in molti e questo atteggiamento, insieme a una quotidianità fatta di generale indifferenza, è alla radice del riscaldamento globale. Pensare che non ci saranno conseguenze o che le conseguenze sono lontane temporalmente da noi peggiora solo gli effetti che questo cambiamento climatico coatto sta causando.

L’umanità tutta non riesce davvero a valutarela distanza delle conseguenze del riscaldamento globale, ma gli effetti sono visibili agli occhi di tutti e lo sono tutti i giorni. In Canada il caldo record registrato in questi giorni (+32° rispetto alla media) sta riscrivendo gli studi di climatologia (scienza che studia il clima) e non è senza effetti. Sono morte infatti dalle 134 alle 200 persone negli ultimi 4 giorni.

C’è già chi parla di morti da vaccino coperte con la scusa del caldo o chi di punizione divina, ma la realtà è che in questo pianeta in fiamme dobbiamo tutti vivere. L’orologio che segna il punto di non ritorno per una catastrofe climatica irreversibile, il Climate Clock installato a Manhattan segnava nel 2020: meno sette anni, 102 giorni, 20 minuti e 35 secondi. Entro il 2030, con le attuali politiche ambientali, le conseguenze del nostro procrastinare potrebbero essere irreversibili. Vediamo quali sono gli scenari del prossimo futuro se non dovessimo invertire la rotta e riparare i danni commessi fino a oggi.

Riscaldamento globale: una verità che non possiamo negare

Sono stati pensati degli obiettivi per rimediare alla perdita di biodiversità e per diminuire l’impatto che l’uomo ha sull’ambiente, ma si progettano sempre in relazione agli anni a venire, mai come azione immediata da intraprendere nel presente. Incendi, naufragi, uragani, temperature elevate sono solo i sintomi iniziali di un ecosistema malato che si presentano oggi e non in un domani lontano.

Secondo gli esperti non c’è dibattito: le conseguenze del cambiamento climatico, dovuto al riscaldamento globale, le stiamo già vivendo. Quali sono allora gli scenari possibili che si aprono davanti a noi?

Ondate di calore e periodi di intensa siccità
Guardiamo al clima in Canada dove per quattro giorni consecutivi la temperatura ha sfiorato i 50°, per la precisione 49,6°. Gli effetti sono percepibili anche nella nostra penisola spaccata in due: a Nord temporali che distruggono raccolti e a Sud temperature da incendi, ben al di sopra della media stagionale (Siracusa ha toccato i 46°).

Distruzione degli habitat
Ogni altro effetto climatico ricade sugli habitat delle specie che lo vivono, compreso l’uomo. Le specie a rischio nel 2021 sono oltre un milione. Ma questo rischio tocca anche l’essere umano, infatti il momento in cui la distanza tra le specie sarà impossibile da mantenere, come già abbiamo potuto notare in questi ultimi anni, il numero dei fenomeni pandemici non potrà che aumentare.

Scioglimento dei ghiacci e innalzamento dei mari
Una delle conseguenze peggiori, che non riusciamo a immaginare se non nei film, è l’allagamento delle città costiere. Cina, Giappone, Indonesia, Filippine rischiano di lasciare senza casa oltre 150 milioni di persone. Nel tempo, entro il 2050, il numero delle coste prese di mira dall’innalzamento dei mari sarà sempre maggiore. Oltre questo il rischio di erosione delle coste e di salinizzazione delle acque diminuirà la disponibilità di acqua dolce.

Alluvioni e l’aumento intensità delle tempeste e degli uragani
L’impatto sulle nostre vite di un aumento di alluvioni e uragani dovrebbe essere qualcosa di molto concreto da temere. Come un terremoto, sono eventi che possono togliere tutto: casa, auto, lavoro, oggetti, vite. Economicamente parlando sono danni ingenti e difficili da risolvere se il numero di fenomeni simili continua a crescere; da un punto di vista di vite umane poi il danno è ancora maggiore.

Danni alla produzione alimentare e danni economici
Se non basta il costo in vite a convincere i più scettici, le conseguenze sulla produzione di ogni genere dovrebbe far alzare la soglia di attenzione di tutti. Con una produzione di cibo inferiore, data da siccità, alluvioni o invasione nel territorio di specie in cerca di habitat e cibo, rischiamo di veder aumentare, e di molto, il costo dei beni primari come cibo e acqua. Ogni anno il costo delle catastrofi naturalicresce, per esempio una statistica nel report “The costs of doing nothing” parla di 20 miliardi l’anno entro il 2030.

Caldo record in Canada e nel resto del mondo

Ogni anno in Italia si contano i morti per colpa delle temperature sempre più alte. In Canada il caldo record che ha fatto segnare quota 50° a Lytton, vicino Vancouver, sta già mietendo vittime. Sono oltre 150 le persone che hanno perso la vita per il caldo eccessivo. Per le strade sono state installate fontanelle e diffusori d’aria e acqua fresche per aiutare le persone a muoversi in giro per la città.

Non solo il Canada si ritrova a fare i conti con un generale riscaldamento globale, anche gli Stati Uniti devono fronteggiare numerosi incendi. Il Presidente Joe Biden, criticando neanche troppo velatamente il suo predecessore, ha dichiarato: “Chi avrebbe mai pensato che saremmo arrivati ad avere oltre 46 gradi a Portland, Oregon? Ma non preoccupatevi: il riscaldamento globale non esiste: è solo frutto della nostra immaginazione”.

Non è il momento di agire prima che il cambiamento climatico creerà danni, perché sta già creando danni. Ora non stiamo cercando di evitare i danni, ma di limitarli. “Rischiamo di essere l’ultima generazione in grado di fare qualcosa”, dice il divulgatore scientifico Adrian Fartade.

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