Concorso scuola: salta la selezione riservata ai precari storici

Simone Micocci

19 Marzo 2019 - 12:46

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Non ci sarà alcuna selezione riservati ai precari storici: il Governo ha deciso di annullare definitivamente il concorso scuola per docenti non abilitati con almeno tre anni di servizio (che era previsto dalla Buona Scuola).

Concorso scuola: salta la selezione riservata ai precari storici

Il prossimo concorso scuola sarà aperto a tutti i laureati, anche a quelli che non hanno alcuna esperienza come insegnanti. È notizia delle ultime ore, infatti, che non ci sarà alcun concorso riservato ai precari non abilitati ma con 36 mesi di servizio alle spalle, come invece si pensava nelle scorse settimane.

Questi docenti quindi potranno prendere parte al prossimo concorso scuola (indipendentemente dal possesso dei 24 CFU richiesti per gli altri laureati) ma non avranno una selezione a loro riservata come invece è stato per i docenti abilitati.

Inizialmente sembrava che da parte del Miur e dell’intero Governo ci fosse l’intenzione di prevedere, già nei prossimi mesi, un concorso scuola riservato a coloro che pur non essendo abilitati sono riusciti a maturare diversi anni di esperienza come supplenti, raggiungendo o superando le 36 mensilità (anche non continuative) di servizio.

L’occasione giusta poteva essere quella della conversione in legge del decretone 4/2019 (lo stesso di Quota 100 e del reddito di cittadinanza); l’intenzione era di inserire un emendamento ad hoc all’interno del testo, con il quale prevedere prima del concorso scuola aperto a tutti una selezione riservata esclusivamente ai cosiddetti precari storici, così da dar loro un’importante occasione per la stabilizzazione.

Tuttavia, tra gli emendamenti approvati in Commissione non c’è quello riguardante il concorso per docenti precari e questo punto è molto improbabile un suo inserimento con l’esame in aula.

Precari storici nella scuola: cancellato quanto previsto dalla Buona Scuola

Effettivamente sia il Movimento 5 Stelle che la Lega avevano promesso la “cancellazione della Buona Scuola”, tuttavia i docenti precari speravano che e parti eliminate fossero ben altre.

Dovete sapere, infatti, che di concorso riservato ai docenti precari con tre anni di servizio come supplenti ne parlava proprio la Buona Scuola (legge 107/2015); l’attuale Governo, però, ha deciso di eliminare questa parte approvando un apposito emendamento con il quale la selezione riservata ai precari storici è stata eliminata, sostituita poi da riserve di posti nei successivi concorsi.

Nel dettaglio, con un provvedimento successivo è stato stabilito che nel prossimo concorso scuola aperto a tutti i laureati ci sarà un 10% di posti riservato ai precari storici; inoltre, per favorire la stabilizzazione di questi docenti che da anni insegnano nelle scuole con la speranza di ottenere una cattedra di ruolo, è stata approvata un’ulteriore disposizione con la quale nello stesso concorso sarà attribuito al servizio fino al 20% del punteggio totale riservato ai titoli.

Si tratta di passi in avanti verso la stabilizzazione, ma non quanto lo sarebbe stato un concorso ad hoc riservato esclusivamente ai precari storici come invece era previsto dalla Buona Scuola.

Problema supplenze nel 2019: i precari storici potrebbero aumentare

Come se non bastasse, sembra molto probabile che nel prossimo anno scolastico ci sarà un ricorso maggiore ai supplenti rispetto a quanto è stato fatto negli anni scorsi. Secondo le stime, infatti, complice l’introduzione di Quota 100 che porterà al pensionamento non previsto di molti docenti, per l’a.s. 2019-2020 è prevista l’assunzione di circa 150mila supplenti per coprire le cattedre e i posti disponibili.

Solo una parte dei posti lasciati liberi, infatti, sarà coperta con lo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento e di merito (ossia quelle degli ultimi concorsi scuola) sia perché molte di queste risultano ormai esaurite sia per il fatto che l’immissione in ruolo ha dei costi maggiori che attualmente non sembra possano essere affrontati dall’amministrazione, specialmente alla luce dell’aumento dei costi relativi ai pensionamenti.

A rendere ancora più grave il problema c’è il fatto che - come precisato dalla Corte Costituzionale - la legge vieta il ricorso “sistematico alle supplenze annuali su posti vacanti e disponibili” qualora si eccedano i 36 mesi; una soluzione va trovata al più presto anche in questa direzione, altrimenti c’è il rischio che l’amministrazione si trovi a pagare di tasca propria per i contenziosi aperti dai docenti con più di 36 mensilità di servizio come precari.

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