La grande “abbuffata” dei concessionari autostradali e general contractor ferroviari: l’Italia paga i derivati per la TAV

Erasmo Venosi

11 Luglio 2017 - 09:46

Il novello “Principe di Salini” trasferito dall’ Emilia a Roma, che ha fuso “sinistra ferroviaria” con sinistra autostradale. Il politico che ha cambiato tutto per non cambiare nulla. Regali a concessionari, general contractor e sensali della politica.

La grande “abbuffata” dei concessionari autostradali e general contractor ferroviari: l’Italia paga i derivati per la TAV

Proroghe autostradali ai concessionari Benetton e Gavio. Manutenzione delle autostrade alle società costituite dai concessionari. Tariffe autostradali su autostrade ammortizzate da 20 anni. Venti miliardi di euro per due progetti alta velocità sottoposti velocissimamente a revisione progettuale ma probabilmente non ad analisi economica.

Una fusione tutta finalizzata alla tutela di quell’aggregato eterogeneo costituito da concessionari autostradali, general contractor, banche e sensali politici delle opere pubbliche.

La fusione è tra quelle due componenti che un tempo si chiamavano “sinistra autostradale” e “sinistra ferroviaria”.

L’uso del termine sinistra per questi soggetti ha valore meramente geometrico. La fusione è dedotta da quanto si è verificato con gli accordi sulla proroga delle concessioni autostradali - a Benetton e Gavio - su quella distruzione di regole e risorse pubbliche che riguardano l’affare alta velocità BS/Vr/Pd e Genova/Milano.

Almeno 20 mld di euro di redistribuzione operata da dissoluti quanto incompetenti e inadeguati decisori pubblici. Una distruzione di risorse che si somma ai 4.333 milioni di buco del fondo pensioni ferrovie, agli 11 derivati, per un valore nazionale di 5 mld di euro sottoscritti per la TAV e, a una originale project review annunciata e probabilmente attuata con la velocità dei fotoni per la Bs/Vr.

Uno degli 11 derivanti da un miliardo firmato con Morgan Stanley, per la TAV sta accumulando rilevanti perdenti, ma nulla e nessuno cerca di limitare trasferimenti e perdite causate dal settore delle opere ferroviarie.

Una legge del 2011 obbligava all’analisi preventiva degli investimenti pubblici, ma si è utilizzata la scusante delle linee guida da elaborare, per non farle. Linee guida che nemmeno esistono nella gerarchia delle fonti.

Sulle autostrade invece delle gare, oscuri negoziati consentono di prorogare le concessioni in cambio di investimenti che dovevano essere fatti già in passato.

Stupefacente il Ministro dei trasporti che annuncia baldanzoso che ci saranno 10 mld di investimenti dei concessionari.

Dal 2005 al 2015 i pedaggi autostradali sono aumentati del 44,8% e l’inflazione del 18,2%. Superutili a go go!

La realtà è che i costi di gestione autostradali si sono ridotti insieme agli investimenti e il “casello è diventato una pacchia” con la rete autostradale ammortizzata già nel lontano 1997.

Hanno avuto il coraggio di trasformare il pedaggio in imposta trasferita ai gruppi di affare. Non diversamente può dirsi di una autostrada che una volta ammortizzata dovrebbe applicare tariffe che coprono solo i costi di gestione e manutenzione.

Nel 1992 i ricavi dei concessionari ammontavano a 2,5 mld e nel 2014 erano diventati 6 mld. Nel 2010 gli investimenti dei concessionari erano di 378 mln di euro a km e 278 nel 2015.

Tutto questo al Ministro forse non interessa considerato il suo entusiasmo su presunti 10 mld, che saranno investiti nei prossimi anni!

Le autostrade, a pedaggio sono 5.900 Km di cui 3 mila fanno capo ad Atlantia dei Benetton, 1340 al gruppo Gavio e la rimanente parte ovvero 1560 km a 35 concessionari controllate in grande maggioranza da enti locali e quindi dalla politica con i suoi consigli di amministrazione e strutture varie.

Francia e Italia sono i paesi europei dove maggiori sono i ricavi, che per l’Italia ammontano a 850 mila euro a Km.

Significative le affermazioni di Banca Italia - che il Ministero delle infrastrutture evidentemente ignora - “l’opacità delle informazioni relative ai piani economico-finanziari e alla dinamica degli investimenti effettivi non consente di verificare quanta parte della dinamica tariffaria sia stata consentita dalle previsioni di investimenti poi non realizzati”.

I piani finanziari nel periodo 2008/2014 prevedevano investimenti per 16,4 mld di euro ma quelli effettuati sono stati di 12,6 mld.

Infine a chiudere il cerchio il regalo ai concessionari di tenersi, per sé i lavori di manutenzione.

Un business miliardario che si prendono senza gara gli stessi concessionari attraverso società, i quali hanno costituito come Pavimental di Autostrade per l’Italia e Itinere del gruppo Gavio.

I soggetti che hanno ottenuto le proroghe? La A22 gestito dagli enti locali, poi Autostrade per l’Italia dei Benetton e il Gruppo Gavio.

Gruppi che sono stati sempre generosi. Nel 2006 Benetton spartì 1,1 milioni di euro tra Berlusconi e Prodi mentre i Gavio hanno partecipato alle cene di finanziamento di Renzi.

Alta velocità Bs/Vr senza una serie revisione e analisi economica, proroghe concessioni autostradali senza gare, regali ai concessionari per i miliardi di manutenzione in “house” sono gli ingredienti della fusione della “sinistra autostradalferroviaria” il cui regista è il novello “aristocratico Salini” che afferma di cambiar tutto per non cambiar nulla.

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