Con la pandemia aumentano i milionari, ma anche i poveri

Giorgia Bonamoneta

6 Settembre 2021 - 18:18

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Cresce il divario tra ricchi e poveri, tra milionari e poveri, anzi poverissimi che vivono in condizioni di povertà assoluta. La pandemia ha aiutato, ma non è certo l’unico fattore determinante.

Con la pandemia aumentano i milionari, ma anche i poveri

L’Italia, al netto delle apparenze post stagione estiva - momento di svago, di lavoro stagione, di uso dei soldi in maniera meno cauta - mostra i segni di un aumento del divario tra ricchi e poveri. Non è certo una novità e sicuramente per molti lettori una simile introduzione suona come un’ovvietà, ma il nostro Paese è ricco anche di contraddizioni e oggi di questo vogliamo parlare.

Mente Governo e opposizione fanno le loro dichiarazioni sul Reddito di Cittadinanza, soprattutto dopo le affermazioni di Giorgia Meloni al Forum tenutosi a Cernobbio e dopo una ridente estate di lavori stagionali che fanno aumentare l’occupazione per un lasso di tempo di appena tre mesi, il numero delle famiglie in stato di povertà cresce.

Numeri, dati ed effetti che la pandemia, perenne capro espiatorio di questo ultimo anno e mezzo, ha aiutato a far crescere a ritmi accelerati. Intanto i ricchi rimangono ricchi e, se possibile, diventano ancora più ricchi.

La coerenza del divario tra ricchi e poveri in tempi di pandemia

Non c’è pandemia che sconvolga gli equilibri, non c’è crisi sanitaria che metta alla prova l’andamento costante e ben fotografato dagli istituti di ricerca: i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri.

Com’è possibile? Robert K. Merton parlò di “Effetto San Matteo” che in sociologia indica un fenomeno di accumulazione di beni, ricchezza e fama. Il nome del santo rimanda subito a un passo del Vangelo:

A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Vangelo secondo Matteo (13,12)

Non è troppo ostica la lettura moderna di questo passo e il modo nel quale è stato utilizzato, ma per semplificare al massimo si può tradurre in questo modo: il vantaggio genera ulteriore vantaggio e lo svantaggio genera ulteriore svantaggio.

La pandemia in questa formula entra a gamba tesa, scavando ancora di più il divario tra chi ha potuto continuare a generare guadagno e chi invece, precario, si è visto licenziato, con lo stipendio tagliato e con sempre meno risparmi in banca, alla Posta o sotto il materasso.

Qualche dato sincero dagli istituti di ricerca, dalle banche e dagli enti pubblici

Iniziamo con qualche numero e qualche percentuale, che possono sembrare termini distaccati, ma che sappiamo nascondere vite di persone, famiglie e il loro futuro. Nel 2020 il numero di famiglie in condizioni di povertà assoluta (chi ha il minimo per sopravvivere o anche meno) ha superato il record del 2005, passando dal 6,4% della popolazione del 2019 al 7,7% (stiamo parlando di oltre due milioni di famiglie). Mentre sono 5,6 milioni gli individui in povertà assoluta, praticamente il doppio degli abitanti di Roma.

Secondo Oxfam il 20% degli italiani più ricchi detiene quasi il 70% della ricchezza nazionale; tra questi il 5% (che detiene il 41% della ricchezza netta nazionale) ha un patrimonio che supera tutta la ricchezza detenuta dal restante 80% della popolazione.

Questi dati, corredati di studi, tabelle colorate e grafici accattivanti non cambiano il mondo o il nostro Paese, ma aiutano ad affinare il punto di vista. Di questo passo la classe media scomparirà, lasciando un Italia nettamente divisa da pochi, pochissimi ricchi e una nazione di persone povere. Questo, a detta di chiunque, non per forza degli economisti, è il quadro di uno Stato in fallimento economico e sociale.

Reddito di Cittadinanza e l’invocazione di un “no” alla guerra contro i poveri

In apertura ho citato Giorgia Meloni per mettere in dubbio le critiche al RdC, ma avrei potuto citare gli altri due Mattei che sul tema hanno molto in comune con l’affermazione del Santo. Ovviamente parlo di Matteo Renzi e Matteo Salvini, che hanno speso molte parole in merito al RdC e alla sua inutilità, anzi dannosità.

È chiaro che il sistema del RdC in Italia non ha funzionato, non è stato attuato - complice nuovamente la pandemia se vogliamo trovare una scusa - e che, così com’è, non può andare avanti. Ma è vero anche che lasciare le famiglie e le persone beneficiarie senza un sostegno alla povertà (non più strumento per trovare un lavoro) è da sconsiderati.

I dati sul divario tra ricchi e poveri sono allarmanti in tutta Italia e il Governo sembra protendere verso una riforma del RdC. Un “Lavoro di Cittadinanza” lo hanno ipoteticamente chiamato, ovvero un piano di offerte formative, aggiornamenti e acquisizioni di capacità che potrebbero effettivamente segnare una svolta.

Per trovare i responsabili di questi dati non bisogna certo guardare in basso, a chi tende una mano per essere aiutato e sostenuto. Guardiamo avanti. Abbiamo tutti sentito dire che la pandemia può essere un’occasione di cambiamento, soprattutto in vista dei sostanziosi aiuti europei. Questo è il tempo d’investire sulle persone per evitare la fuga (messa in fuga) dei cervelli, la guerra contro i poveri, il reinserimento nella società di soggetti emarginati come giovani, donne e stranieri.

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