Tutti i voli di questa compagnia aerea low cost sono stati cancellati e ai passeggeri, anche rimasti in aeroporto, non è stato riconosciuto alcun rimborso. La crisi è sempre peggiore.
Nell’ultimo periodo le compagnie aeree non stanno affrontando un buon momento, soprattutto quelle low cost, che iniziano a pagare lo scotto delle stesse politiche commerciali che le hanno portate al successo, e non solo. Fallimenti, cancellazioni o cambiamenti nei servizi sono ormai all’ordine del giorno tra i vettori aerei di tutto il mondo, mentre la concorrenza si fa sempre più spietata.
Proprio di recente un’altra compagnia aerea low cost ha cancellato tutti i voli, negando senza mezzi termini il rimborso ai viaggiatori. Si tratta di Play, compagnia aerea islandese che ha lasciato a terra centinaia di lavoratori e migliaia di passeggeri a causa delle difficoltà finanziarie. Come lei, decine di altre compagnie aeree - per lo più low cost - hanno subito destini simili, rendendo gli spostamenti a dir poco complessi e imprevedibili per i consumatori.
Se a ciò si aggiungono le difficoltà nell’ottenimento dei rimborsi, si può dire che l’intero settore dei trasporti aerei low cost sta attraversando una crisi importante, da cui potrebbe uscirne completamente modificato. È infatti evidente che ci sono dei fattori comuni ai fallimenti (o quasi) delle compagnie più economiche, tali da mettere in disussione tutto il modello commerciale alla base.
Questa compagnia low cost ha annullato i voli e negato il rimborso
Il caso di Play, una delle tante compagnie aeree europee fallite nell’ultimo periodo, è fra i più gravi. Attiva dal 2021, quando è nata dalla compagnia Wow Air, ha chiuso tutte le operazioni e cancellato tutti i voli il 29 settembre 2025 a causa di gravi difficoltà finanziarie.
Così, moltissimi viaggiatori hanno subito grossi disagi e diversi di loro sono addirittura rimasti bloccati negli aeroporti d’Europa, salvati soltanto dall’intervento di compagnie come Condor Airlines, che cogliendo la palla al balzo hanno offerto provvidenziali tariffe di salvataggio. La compagnia, che resta attiva per il settore Acmi (noleggio di aerei con equipaggio, manutenzione e assicurazione inclusi), ha presentato istanza di protezione dai creditori per |evitare la liquidazione, ma ha ancora parecchio da risolvere.
Nel frattempo, ha invitato i consumatori a rivolgersi alle eventuali assicurazioni o agli istituti di credito tramite cui hanno effettuato i pagamenti per chiedere il rimborso, non potendo provvedervi direttamente. Una sorte simile è toccata anche alla svedese Braathens e all’inglese Eastern Airways, formando così un trio di compagnie aeree low cost fallite nell’arco di un solo mese in Europa.
Il periodo non è affatto casuale, visto che all’inizio della stagione invernale tutte le compagnie aeree subiscono un notevole calo delle vendite. Difficoltà che la maggior parte delle compagnie low cost non riesce a sostenere, aumentando sempre di più l’instabilità del settore.
La crisi del modello low cost?
Come anticipato sopra e raccontato più volte, Play non è certo l’unica compagnia aerea ad aver subito un tracollo di questa portata, essendo anzi in ottima compagnia nel panorama dei vettori low cost. Viene addirittura da chiedersi se questo intero modello commerciale non sia da mettere in discussione, per quanto rimangano alcuni operatori con risultati controcorrente.
Quando non si arriva al fallimento o a chiusure delle operazioni vengono attuati grossi cambiamenti nelle tariffe e nei servizi, traducendosi in costi maggiori per gli utenti, soprattutto per chi cerca sicurezze nelle uniche compagnie low cost rimaste stabili, Ryanair ed EasyJet. I prezzi bassi, insieme a queste politiche, la domanda altalenante e l’alta concorrenza stanno mettendo il settore low cost sotto una pressione crescente.
Secondo Scott Kirby, amministratore delegato di United Airlines siamo dinanzi a un modello morto addirittura. Kirby, come molti colleghi, attribuisce la colpa di questa fine proprio agli extra e ai costi nascosti, che avrebbero allontanato irreparabilmente i viaggiatori. Di fatto, gli esperti temono per la tutela dei consumatori che si affidano alle aviolinee più economiche, soprattutto nei periodi lontani dal boom di vendite.
Per prevenire bisognerebbe affidarsi a una compagnia aerea stabile, consultarne i dati, e magari stipulare un’assicurazione sul viaggio. Chi invece subisce dei disagi non può far altro che pretendere rimborso ed eventuali risarcimenti dalla compagnia aerea stessa, meglio se affidandosi alle associazioni per i consumatori, avvicinandosi in ogni caso a un percorso tortuoso. Proprio questi timori non faranno altro che peggiorare l’andamento del settore, vedremo fino a che punto.
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