Mentre la classe media si contrae sotto il peso dell’inflazione e dei dazi, l’élite mondiale continua a spendere senza limiti, alimentando un’economia diseguale e potenzialmente instabile.
Nel cuore dell’instabilità macroeconomica che ha contraddistinto l’inizio del 2025 – con inflazione altalenante, dazi commerciali in aumento e consumatori più prudenti – un segmento sorprendentemente resiliente continua a prosperare: quello dei consumi di alta gamma. I dati mostrano chiaramente che i consumatori ultra-ricchi, forti di patrimoni in continua espansione, mantengono intatti (o addirittura aumentano) i propri livelli di spesa.
Questo comportamento ha effetti tangibili sull’economia globale, rendendo il comparto del lusso un baluardo contro la recessione. Ma dietro questa tenuta si cela un paradosso pericoloso: un sistema economico che dipende in modo crescente da una fetta sempre più ristretta di popolazione.
Le performance dei marchi di alta gamma non lasciano spazio a dubbi. L’italiana Ferrari ha confermato la sua guidance fino al 2025, segnale chiaro di solidità e fiducia nel proprio segmento di clientela. Hermès, colosso francese della moda di lusso, ha affrontato l’aumento dei dazi statunitensi senza esitazioni: “Aumenteremo semplicemente i prezzi”, ha dichiarato il CFO Eric du Halgouet. E anche Brunello Cucinelli, simbolo dell’eleganza artigianale italiana, prevede un incremento delle vendite del 10% annuo, trainato dalla domanda costante di cappotti da 8.500 dollari e maglieria in cashmere pregiato. [...]
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