Come funziona l’anonimometro dell’Agenzia delle Entrate per i controlli fiscali (e chi è più a rischio)

Patrizia Del Pidio

22 Agosto 2023 - 15:09

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Controlli fiscali solo su chi presenta un profilo di rischio elevato per evasione fiscale, ma come fa l’anonimometro a scovare i possibili evasori? Vediamo come funziona.

Come funziona l’anonimometro dell’Agenzia delle Entrate per i controlli fiscali (e chi è più a rischio)

Al debutto l’anonimometro, l’algoritmo dell’Agenzia delle Entrate che serve a identificare quali sono i contribuenti a rischio controlli fiscali. Essendo uno strumento nuovo se ne conosce poco il funzionamento ed è opportuno, per evitare di cadere sotto l’occhio vigile dei controlli dell’amministrazione tributaria, capire come agisce, su cosa basa i controlli e come evitare le anomalie che lo fanno scattare.

L’anonimometro, infatti, ricerca proprio le anomalie contabili attingendo alle informazioni della Superanagrafe dei conti correnti e solo quando ne emergono potrebbe scattare un accertamento fiscale.

A svelare come funziona l’anonimometro e il meccanismo dell’analisi di rischio su cui si basa è la stessa Agenzia delle Entrate su indicazioni del Garante della Privacy al fine di rendere il trattamento dei dati quanto più possibile trasparente.

Codici fittizi per garantire l’anonimato dei contribuenti

L’Agenzia spiega che analizzando il rischio fiscale si riesce a circoscrivere i controlli solo ai soggetti maggiormente a rischio evitando che questi ultimi vadano a colpire i cittadini e imprese in maniera indiscriminata. In questo modo piuttosto che reprimere l’evasione fiscale si tenta di prevenirla.

Si tratta di un processo che prevede dieci step che partono dalla individuazione della platea di riferimento alla predisposizione di vere e proprie liste selettive. Il tutto rispettando l’anonimato dei contribuenti durante il processo di analisi, visto che nessun nome è reso palese ed è sostituito con codici fittizi mentre si utilizzano le informazioni contenute nell’anagrafe dei conti correnti. Tutti i dati sensibili, come nome, cognome e codice fiscale, sono sostituiti da codici fittizi e nessun dato trattato può essere attribuito a un singolo cittadino senza informazioni ulteriori che, però, sono conservate in modo separato.

Il processo, inoltre, non è completamente automatizzato e la fase decisionale garantisce sempre l’intervento umano. L’anonimometro opera incrociando miliardi di dati contenuti nella Superanagrafe dei conti assicurando, come detto, l’anonimato di chi è in regola. Solo le informazioni necessarie a scovare gli evasori sono fornite alle autorità.

L’analisi in forma anonima, quindi, prosegue fino a quando non si individuano conti correnti che dovranno essere soggetti a controlli fiscali più approfonditi. E solo in questo caso, quando emerge il rischio di evasione fiscale, l’anonimato viene meno.

Come funziona l’algoritmo dell’anonimometro?

Con l’anonimometro si vogliono prevenire i reati fiscali andando a basarsi proprio sull’analisi del rischio fiscale. I controlli, quindi, saranno circoscritti solo verso soggetti che appaiono pericolosi a livello tributario e questo, oltre a permettere di ridurre i costi che i controlli fiscali provocano e che ricadono sui cittadini stessi, permette di incrociare miliardi di dari rispettando la privacy dei contribuenti.

Come avviene il processo di incrocio dei dati? Può avvenire in due modi:

  • o si usa come punto di partenza conto corrente e rapporti finanziari collegando poi i dati con quelli a disposizione del Fisco;
  • o si procede al contrario partendo da, ad esempio, titolari di partita Iva verificando i movimenti dei conti con ricavi, spese e quanto effettivamente dichiarato.

Con questo doppio controllo l’anonimometro riesce a scovare anomalie e irregolarità tra i movimenti dei conti correnti e quanto dichiarato dal contribuente.

Le dieci fasi del processo in cui l’anonimometro è coinvolto, nello specifico sono:

  • individuazione della platea;
  • scelta delle basi di dati;
  • messa a disposizione dei dati;
  • analisi della qualità;
  • definizione del criterio di rischio;
  • scelta del modello di analisi;
  • verifica della corretta applicazione del modello di analisi e del criterio di rischio;
  • estrazione e identificazione dei soggetti a rischio;
  • test su campione:
  • predisposizione delle liste selettive.

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