Come funziona il dropshipping e come iniziare a farlo

Emanuele Di Baldo

12/04/2024

12/04/2024 - 12:39

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Il dropshipping è un modello di business molto in voga tra chi decide di avviare un’attività online: ecco come funziona e quali rischi presenta.

Come funziona il dropshipping e come iniziare a farlo

La crescita del mondo digitale ha creato tantissime nuove opportunità di lavoro che permettono di guadagnare stando comodamente a casa, davanti ad un pc. Un settore che, stando alle stime, contribuisce a un giro d’affari che dovrebbe toccare quota 6,4 trilioni nel 2024. Tra gli e-commerce online, da un po’ di tempo sta andando sempre più di moda una nuova modalità di commercio digitale che è in grado di semplificare moltissimi aspetti organizzativi. Stiamo parlando del dropshipping.

Di cosa si tratta? Di fatto è un modello di business che permette di avere un negozio online pur senza possedere materialmente in magazzino il prodotto e senza occuparsi della spedizione. Il compito sarà soltanto vendere.

Scopriamo insieme come funziona realmente il dropshipping, quali sono i vantaggi, gli svantaggi e come si può guadagnare con questa attività.

Cos’è il dropshipping, vendere online ciò che non si ha

Sappiamo che avviare un negozio online è un po’ come avere un punto vendita fisico con tutte le noie organizzative, logistiche e di magazzino da gestire. Il dropshipping rappresenta la soluzione ideale a tutto ciò. Ma questa parola (in realtà sono due, «drop» e «shipping») viene spesso utilizzata a sproposito, poiché erroneamente connessa a un concetto di guadagno rapido e semplice.

Il dropshipping è definibile come “un modello di business che consente di vendere prodotti online senza possederli fisicamente”.

Questa nuova frontiera del commercio telematico - che, come vedremo, non è semplice come sembra - dà la possibilità a tutti di aprire uno store digitale senza magazzino e prodotto fisico a disposizione. Difatti, in un negozio tradizionale il proprietario dell’attività deve avere un deposito. Quando qualcuno acquista un articolo, il negozio stesso gestisce la transazione e spedisce l’articolo direttamente all’acquirente. Con il dropshipping questo non avviene, dato che il venditore è un intermediario (dropshipper) che si occupa, in sostanza, di far comunicare il fornitore con il cliente.

Dropshipping, come funziona?

Il dropshipping è composto da tre attori principali: il venditore, il fornitore e il cliente. In un business definibile come “tradizionale” gli attori sono gli stessi; tuttavia, il tipo di interazione tra questi è completamente diversa. Tradizionalmente, un venditore acquista a un prezzo favorevole da un fornitore e deposita la merce acquistata nel proprio magazzino, organizza il proprio e-commerce e mette i prodotti in vendita; a questo punto il cliente può recarsi sul sito e acquistare i prodotti che desidera.

Nel dropshipping, benché gli attori siano i medesimi, le dinamiche sono sostanzialmente diverse: in questo caso, l’onere del magazzino e della sua gestione spetta totalmente al fornitore, che ha il compito di conservare la merce e di spedirla, occupandosi anche della fase logistica.

Naturalmente, non tutti i fornitori sul mercato offrono il servizio di dropshipping; è, quindi, necessario informarsi preventivamente se quello che si è scelto offre o meno questa possibilità.

A trarre il vero profitto è invece il venditore, che non soltanto non ha spese di apertura e gestione del magazzino, ma non deve nemmeno occuparsi degli aspetti logistici, a carico del fornitore. Nel dropshipping l’unica responsabilità del venditore è quella di realizzare un sito e-commerce attraente, attraverso le pubblicità e altri mezzi relativi al marketing. E di ricevere gli ordini. Una volta ricevuti, questi vengono trasmessi al fornitore che si occupa di processarli.

Come fare dropshipping e come si inizia

Dietro a un business model che sembra apparentemente molto semplice ed efficiente si nascondono numerose complicazioni e insidie a cui è necessario far fronte. Per iniziare a fare dropshipping bisogna, infatti, rispondere a dei requisiti e analizzare con cura il mercato, dato che ogni nicchia ha bisogno di una comunicazione diversa, di una stabilità comprovata dei fornitori e, ovviamente, della soddisfazione dei clienti.

Cosa vendere

Innanzitutto bisogna avere bene in mente la cosiddetta nicchia di mercato e scegliere il settore con le idee chiare. Con il dropshipping, infatti, è possibile vendere una vasta gamma di prodotti: dalle merci di consumo ai beni durevoli, dai prodotti digitali agli articoli di moda. Molto dipende dalla tua area di azione e dalle preferenze dei tuoi potenziali clienti. Alcuni esempi di prodotti popolari includono articoli per la casa e la cucina, accessori di moda, prodotti per la cura personale, elettronica di consumo, articoli per il fitness e molto altro.

È importante fare una ricerca di mercato approfondita per identificare le tendenze e le esigenze dei consumatori, in modo da poter selezionare prodotti che abbiano un buon potenziale di vendita e che rispondano alla domanda del pubblico di riferimento. Scegliendo, ovviamente, i fornitori giusti, con disponibilità del prodotto e cura della spedizione, per poter, conseguentemente, esaltare i punti di forza dell’offerta con una comunicazione efficace e puntuale.

Fornitori per il dropshipping in Italia: qualche e-commerce da cui partire

Il numero e la qualità dei fornitori varia da settore a settore. Il segreto per la riuscita del business è quello di avere il prodotto giusto tra le mani - in modo astratto, ovviamente. E come fare? Dopo avere analizzato il mercato, si avrà bene in mente anche la mole di merce disponibile e la concorrenza tra i vari fornitori, oltre che tra i vari eventuali dropshipper. Ecco, sebbene ogni settore abbia le sue prerogative, esistono alcuni fornitori online molto popolari e che offrono tante possibilità in tal senso.

Tra questi troviamo:

  • AliExpress: una piattaforma online che collega i rivenditori con i produttori e i grossisti principalmente in Cina, offrendo una vasta gamma di prodotti a prezzi competitivi. Per molti, qui si trova la merce più economica;
  • Oberlo: piattaforma integrata con Shopify che permette di importare facilmente prodotti da AliExpress per la vendita tramite dropshipping;
  • SaleHoo: una directory di fornitori affidabili che offre una vasta gamma di prodotti in diverse categorie, aiutando i rivenditori a trovare fornitori di qualità per il loro business di dropshipping a seconda del settore;
  • Doba: altra piattaforma piuttosto conosciuta che connette i rivenditori con migliaia di fornitori. La sede è negli Stati Uniti (Utah) e l’esperienza è più che ventennale;
  • Wholesale2B: dallo Utah a Las Vegas con una piattaforma che offre accesso a oltre 1,5 milioni di prodotti da migliaia di fornitori, per un servizio di e-commerce ideale per selezionare e vendere prodotti attraverso il dropshipping.
  • Fulfillment by Amazon o FBA: ovviamente, non poteva mancare l’e-commerce più famoso del mondo. Per fare dropshipping si può fare affidamento sul servizio di logistica Amazon, pagando una commissione variabile tra il 10% e il 15% sul prezzo di vendita del prodotto.

Da fornitore, come trovare i dropshipper?

Tanti fornitori potrebbero farsi questa domanda. D’altronde, se possiedo la merce e voglio entrare a far parte dell’attività di dropshipping, dovrò trovare qualche venditore.

Se sei un fornitore interessato a lavorare con i dropshipper, puoi fare riferimento alle indicazioni del paragrafo precedente. Per prima cosa puoi iscriverti e pubblicare i tuoi prodotti su piattaforme di e-commerce popolari citate - e anche su altre piattaforme, ovviamente. Saranno i venditori, poi, a trovare i prodotti stessi su queste vetrine online.

In alternativa (o contestualmente), utilizza i social media, in particolare gruppi o comunità focalizzate sul dropshipping e sull’e-commerce, per condividere informazioni sui tuoi prodotti e stabilire contatti con potenziali dropshipper. Oppure agisci alla «vecchia maniera», partecipando a fiere commerciali, conferenze o eventi di settore in cui potresti incontrare potenziali venditori interessati ai tuoi prodotti.

Assicurati, comunque, di presentare chiaramente le caratteristiche dei tuoi prodotti, i termini di dropshipping che offri e qualsiasi altra informazione rilevante per attirare i potenziali venditori, dato che saranno loro, poi, ad occuparsi della «spinta» del prodotto.

Dropshipping e tasse: gli adempimenti fiscali e non solo

Fare dropshipping in Italia è legale. Tuttavia, come ogni azienda che viene aperta sul suolo italiano, anche questa attività necessita - tra le altre cose - di essere legalmente registrata e di essere conforme alle norme vigenti in ambito fiscale.

In particolare, è necessario:

  • aprire partita IVA con codice Ateco 47.91.10, ossia “Commercio al dettaglio di prodotti via Internet";
  • iscriversi al registro delle imprese presso la Camera di Commercio del proprio capoluogo di provincia;
  • iscrivervi alla gestione INPS commercianti;
  • presentare la segnalazione certificata di inizio attività presso lo Sportello Unico Attività Produttive del Comune dove si intende stabilire la sede legale dell’impresa;
  • scegliere il regime fiscale applicabile, per il quale è consigliabile farsi consigliare dal proprio commercialista di fiducia.

Costi del Dropshipping

Aprire un negozio in dropshipping è molto meno costoso rispetto ad aprire uno store tradizionale che sia fisico o esclusivamente digitale. Ma ci sono comunque delle spese iniziali e di gestione da affrontare.

  • La prima voce di spesa è rappresentato dalla creazione dell’e-commerce, se si sceglie questa via. Quindi: acquisto di dominio, hosting e piattaforma che permetta la creazione e la gestione di un negozio online. Chi mastica un po’ di informatica e di digitale, seguendo i consigli che si trovano anche online gratuitamente, può aprire un e-commerce da solo senza l’ausilio di uno specialista. Questo permetterà di risparmiare e di partire subito.
  • Poi ci sono i costi burocratici dovuti all’apertura della P.IVA o di una società.
  • Ovviamente vanno considerate le commissioni da corrispondere al fornitore, oltre a eventuali costi aggiuntivi per l’utilizzo dei loro servizi di dropshipping.
  • E poi ci sono i costi di marketing, vitali per promuovere il tuo negozio online e aumentare le vendite; potresti dover investire in pubblicità online, SEO, marketing sui social media e altre strategie.

I vantaggi del dropshipping per venditore e fornitore

Facendo dropshipping, il venditore si libera sostanzialmente di alcune spese e di alcune responsabilità, che vengono affidate al fornitore. In particolare, il venditore non deve ordinare la merce da tenere in magazzino e gestire quest’ultimo, il che comporta una voce di spesa in meno. Inoltre, il venditore non deve occuparsi dell’aspetto logistico, ossia della spedizione.

Queste minori responsabilità si concretizzano in minori spese iniziali e quindi in più brevi tempi per il primo guadagno. Il carico di lavoro, almeno inizialmente, dovrebbe essere piuttosto gestibile, il che non rende necessaria l’assunzione di eventuali collaboratori e, quindi, di una spesa maggiore.

In ambito di dropshipping, pensare che l’unico ad avere vantaggi sia il venditore è errato, poiché ce ne sono anche alcuni per il fornitore. Tra questi, il più importante è senza dubbio quello di avere un maggior numero di clienti grazie all’attività di dropshipping. I venditori che utilizzano questo modello di business sono sempre alla ricerca di nuovi fornitori più affidabili, rapidi e con prodotti migliori.

I rischi del dropshipping per venditore e consumatore

Il dropshipping in Italia è visto in maniera ambigua: alcuni pensano - erroneamente - che sia un ottimo modo per diventare ricchi in poco tempo e senza rischi, mentre altri - pochi - lo conoscono per ciò che è: un modo per fare business come gli altri.

Se, infatti, questo modo di fare e-commerce è visto con sospetto in Italia, la colpa è riconducibile a delle persone che, online, hanno iniziato a far circolare il messaggio che il dropshipping è un metodo da utilizzare per arricchirsi in maniera facile e veloce senza alcun rischio.

Così non è. Questo business model, infatti, presenta molte criticità che è fondamentale considerare. Il metodo con cui queste persone cercano di diffondere le loro “conoscenze” si concretizza mediante corsi, acquistabili pagando ingenti somme di denaro e mediante consulenze, per cui chiedono cifre che fanno girare la testa.

Trattare il dropshipping senza tuttavia considerare i rischi ad esso connessi è fuorviante. In primis, il settore degli e-commerce basati su dropshipping presenta molta concorrenza, poiché ha bassi costi d’ingresso e buone possibilità di resa. I venditori, pur di imporsi sul mercato, sono disponibili a guadagnare cifre sempre minori, con il solo obiettivo di assicurarsi qualche cliente in più, il che fa sì che, sul lungo termine, il guadagno sia superficiale, se non insufficiente a mantenere l’attività operativa.

In secondo luogo, anche l’affidabilità dei fornitori rappresenta un rischio da non trascurare, specialmente se questi si trovano fuori dall’Unione Europea, poiché potrebbe essere difficile contattarli e tenere traccia della loro disponibilità.

C’è, infine, anche un rischio per il consumatore: qualora il prodotto ordinato venga spedito da un Paese extra europeo, è possibile che il costo delle spese doganali ricada sul consumatore, facendogli perdere interesse per il prodotto data l’elevata spesa.

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