Non tutti gli avvocati possono patrocinare cause in Corte di Cassazione. Ecco i requisiti e il percorso per diventare cassazionista e come cambia lo stipendio.
Si parla spesso dei giudizi della Corte di Cassazione, ma poco degli avvocati che si occupano di questi casi. Non tutti i legali possono proporre un ricorso o difendere un assistito in Cassazione, ma soltanto coloro che hanno completato il percorso specifico e sono iscritti all’Albo speciale cassazionisti e giurisdizioni superiori. Si parla in proposito di avvocati cassazionisti, che appunto possono patrocinare le cause anche nelle giurisdizioni superiori.
Gli avvocati privi di questa ulteriore abilitazione devono fermarsi al giudizio di secondo grado, ricorrendo quando necessario all’assistenza di un collega cassazionista per difendere gli interessi dei propri clienti. Molti avvocati non sono cassazionisti e ciò non impedisce loro di costruire una carriera soddisfacente e di assistere i cittadini al meglio, ma le cause in Cassazione aprono sicuramente la strada a opportunità stimolanti e remunerative. Vediamo perché, cosa fa il cassazionista di diverso dagli altri avvocati e come diventarlo.
Cos’è e cosa fa un avvocato cassazionista
Il cassazionista è un avvocato abilitato ai giudizi presso la Corte di Cassazione e altre giurisdizioni superiori, iscritto per l’appunto all’Albo speciale cassazionisti e giurisdizioni superiori. A tal proposito, si ricorda che il Consiglio nazionale forense permette di consultare il registro telematico aggiornato per individuare l’ordine di appartenenza di un avvocato, l’eventuale adesione al gratuito patrocinio e il possibile patrocinio in Cassazione. Per iscriversi all’albo speciale i cassazionisti hanno compiuto un percorso specifico, aggiuntivo rispetto agli altri avvocati, che consenta loro di sostenere i giudizi dinanzi alle giurisdizioni superiori. Il loro funzionamento e in particolare quello della Cassazione è infatti molto particolare e per certi versi più complesso e articolato.
La Corte di Cassazione è giudice di ultimo grado, nel senso che la sua sentenza non è impugnabile, anche se può rinviare al giudizio di grado inferiore (è quello che accade quando si parla di “appello bis” per esempio). La Suprema Corte, inoltre, non si pronuncia sul merito ma sulla legittimità. Ciò significa che i giudici non entrano nuovamente nel merito della vicenda, affidandosi alle conclusioni delle corti precedenti, esaminando la conformità alla legge della decisione giudiziale e della procedura.
Non a caso, per ricorrere in Cassazione contro una sentenza di secondo grado sfavorevole è necessario rispettare alcuni requisiti, come la mancata applicazione delle norme processuali o la contraddittorietà della sentenza. Si ricorre in Cassazione, inoltre, contro le misure cautelari. Il ricorso stesso ha caratteristiche peculiari, perché la motivazione puntuale è indispensabile per ottenere la possibilità di ultimo grado, e ovviamente per sollecitare una decisione diversa dalla precedente. Il compito del cassazionista è quindi molto delicato.
Si tratta inoltre dell’unico professionista che può patrocinare cause in:
- Corte dei Conti;
- Consiglio di Stato;
- Corte Suprema di Cassazione;
- Corte Costituzionale.
Come si diventa cassazionista, requisiti, formazione e percorso
Per diventare cassazionista è innanzitutto necessario essere un avvocato, quindi avere una laurea in giurisprudenza, aver completato il tirocinio professionale e aver ottenuto l’abilitazione con il superamento dell’esame di Stato, con conseguente iscrizione all’albo. A questo punto, è possibile cominciare il percorso per diventare cassazionisti, che prima della riforma del 2017 si basava unicamente sull’esperienza. Oggi, ci sono due strade a disposizione. Chi è iscritto all’albo da almeno 8 anni può frequentare con successo la Scuola superiore dell’avvocatura (presso il Consiglio Nazionale Forense e poi sostenere l’esame finale.
L’alternativa, per chi ha almeno 5 anni di iscrizione all’albo, è sostenere e superare l’esame apposito regolato dal bando di concorso, che si svolge a Roma presso il Ministero della Giustizia.
Le prove scritte consistono nella compilazione di un ricorso per Cassazione in:
- materia civile;
- materia penale;
- materia amministrativa (che può anche riguardare il ricorso al Consiglio di Stato o alla Corte dei conti).
Segue poi una prova orale, riguardante una contestazione giudiziale nella quale il candidato deve dimostrare le competenze giuridiche e l’attitudine a svolgere il patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione ed alle altre giurisdizioni superiori. Il tema sul quale si svolge l’esame viene assegnato dalla Commissione esaminatrice. Chi vuole partecipare al concorso, inoltre, deve pagare una tassa d’iscrizione pari a 300 euro.
Dopo il superamento, l’avvocato dovrà poi completare un periodo di pratica presso un cassazionista per perfezionare la propria abilitazione.
La Scuola superiore di magistratura non è una strada più semplice, come qualcuno potrebbe pensare, perché l’ammissione è condizionata a requisiti molto specifici di esperienza e preparazione.
Qual è lo stipendio di un avvocato cassazionista
Molti si chiedono quale sia lo stipendio di un avvocato cassazionista, ma dato che si tratta di un lavoro in libera professione non si può determinare a priori il guadagno medio.. Certamente chi raggiunge il grado di cassazionista, data l’esperienza nel mestiere e la complessità del giudizio in Cassazione, è legittimato a chiedere un compenso più alto del solito per la propria prestazione.
L’aspetto fiscale è lo stesso per tutti, ma l’avvocato cassazionista, in quanto iscritto all’Albo speciale per le giurisdizioni superiori, deve versare all’Ordine di appartenenza una tassa annuale più alta rispetto agli avvocati ordinari. Nel complesso, l’onorario applicato potrebbe quindi essere più elevato della media, ma i fattori in gioco sono moltissimi, come per tutti gli avvocati. Più che altro, è l’esperienza accumulata dal cassazionista a permettere di ambire a introiti maggiori.
Secondo Glassdoor la media è di 42.500 euro l’anno in Italia nel 2025, poco più di 3.500 euro al mese. Il numero minore di avvocati cassazionisti gioca in favore, ma non è sempre garanzia di guadagni elevati. Ci sono legali, pur preparati e competenti, che si attestano molto sotto la media, così come professionisti che la superano di oltre il doppio. Senza dubbio questa ulteriore competenza professionale consente di ambire a una carriera più prolifica e avvincente, ma i guadagni sono influenzati da numerosi fattori.
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