Come ci si cancella dall’Aire e quando va fatto

Caterina Gastaldi

26 Ottobre 2022 - 18:26

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I cittadini italiani che vivono all’estero per un periodo maggiore di 12 mesi devono iscriversi all’Aire, ma quando è necessario cancellarsi?

Come ci si cancella dall’Aire e quando va fatto

L’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, ovvero l’Aire, nata nel 1988, contiene al suo interno i nominativi di tutti gli italiani residenti in Paesi esteri per un periodo superiore ai 12 mesi. Coloro che ne fanno parte, a seguito dell’iscrizione, possono accedere a una serie di servizi, oltre alla possibilità di esercitare diversi diritti, come quello del voto per corrispondenza.

Ma cosa succede quando qualcuno iscritto all’Aire rientra in Italia in pianta stabile, quindi con l’intenzione di tornare a vivere sul territorio nazionale? Quando avviene una situazione del genere il cittadino viene detto “rimpatriato”, situazione che può permettere anche l’accesso ad alcuni vantaggi dal punto di vista fiscale, ma che prevede da parte dell’interessato la richiesta di iscrizione anagrafica nel comune in cui è intenzionato a vivere, con conseguente cancellazione dall’Aire. Ecco come e quando va fatto.

Come cancellarsi dall’Aire

La cancellazione dall’Anagrafe degli italiani residenti all’estero non è un procedimento complesso, poiché avviene contestualmente all’iscrizione nell’anagrafe della popolazione residente.

Nel momento in cui si rientra in Italia, ovvero si rimpatria, è necessario istituire un nuovo indirizzo di residenza all’interno di un Comune italiano. A questo punto, una volta fatta questa scelta, rivolgendosi al Comune in questione, bisognerà procedere con l’iscrizione all’anagrafe del posto, che porterà quindi all’uscita dall’Aire.

Il processo è quindi il seguente:

  • il cittadino interessato a tornare a vivere in Italia dovrà presentarsi al Comune dove ha deciso di stabilirsi, secondo le modalità previste dal posto in questione, e dichiarare il nuovo indirizzo;
  • nella stessa data in cui avviene questa dichiarazione, sarà cura del Comune provvedere alla cancellazione dall’AIRE, che avviene contestualmente all’iscrizione all’interno dell’APR;
  • il Comune poi si occuperà di comunicare la data di decorrenza del rimpatrio al Consolato di provenienza, che quindi registrerà nei propri schedari consolari il rimpatrio.

Iscrizione all’anagrafe della popolazione residente

L’unico obbligo del cittadino rimpatriato, per quel che riguarda la sua uscita dall’Aire, è quello di comunicare al nuovo Comune di residenza il cambio, con tutti i dati necessari all’iscrizione nell’anagrafe della popolazione residente.

A seconda di quanto previsto dal Comune possono comunque essere richieste procedure più o meno differenti. Se, infatti, è sempre obbligatorio comunicare il cambio di residenza, è possibile che il Comune in questione, o direttamente lo sportello dedicato, preveda che venga preso appuntamento per questa operazione, e che sia possibile semplicemente presentarsi sul posto, o che, in generale, le modalità possano variare sensibilmente.

Per informarsi al riguardo quindi è necessario che il cittadino in fase di rimpatrio proceda a consultare il portale online del singolo Comune, oppure chiami gli uffici per poter ricevere tutte le informazioni necessarie, per assicurarsi così di avere tutta la documentazione necessaria, che può includere la dichiarazione di residenza e del proprietario dell’immobile, per esempio.

Quando si viene cancellati dall’Aire

Tecnicamente la cancellazione dall’Aire non avviene per richiesta degli iscritti, ma come conseguenza di un’azione, come nel caso di iscrizione all’anagrafe della popolazione residente. Tuttavia sono anche previste altre situazioni che possono portare all’eliminazione del proprio nome dai registri.

Questo avviene nel caso di:

  • perdita della cittadinanza italiana;
  • iscrizione all’anagrafe della popolazione residente di un Comune italiano, a seguito del rimpatrio;
  • per decesso, compreso nel caso di morte presunta, quando giudizialmente dichiarata;
  • trasferimento nell’Aire di un altro Comune italiano;
  • irreperibilità presunta, salvo prova contraria. In questo caso sono previste opzioni diverse: questa situazione infatti avviene, prima di tutto, quando sono trascorsi cento anni dalla nascita, oppure dopo la effettuazione di due successive rilevazioni, o nel momento in cui l’indirizzo di residenza all’estero risulti non più valido e sia impossibile l’acquisizione di quello nuovo.

Cos’è l’Aire

L’Aire è l’anagrafe degli italiani residenti in Paesi esteri. Malgrado il nome non contiene al suo interno tutti i nominativi di ogni italiano che vive in un altro Paese. Sono infatti tenuti a iscrivervisi coloro che passano un periodo superiore ai 12 mesi fuori dal territorio nazionale, potendo così accedere alla possibilità di esercitare una serie di importanti diritti attraverso le ambasciate, quali:

  • il voto per corrispondenza per le elezioni politiche e referendum;
  • possibilità di rinnovare la patente di guida;
  • ottenere rinnovo e rilascio di altre tipologia di documentazione o certificazioni.

Oltre a doversi iscrivere all’Aire i cittadini che risiedono all’estero per oltre 12 mesi, quest’obbligo è dovuto anche da parte di coloro che già risiedono fuori dall’Italia e hanno acquisito la cittadinanza italiana.
Questo procedimento, inoltre, è considerato necessario per coloro che desiderano trasferire la propria residenza fiscale all’estero, ma è importante sottolineare che non è sufficiente come prova al riguardo.

Nel momento in cui avviene l’iscrizione all’Aire è importante essere consapevoli che, automaticamente, si viene cancellati dall’anagrafe della popolazione residenze, o APR, e nel momento in cui si vorrà rientrare stabilmente in Italia sarà necessario riscriversi a quest’ultima e comunicare il nuovo indirizzo al Comune in cui ci si è stabiliti.

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