Come chiedere di non far più parte di un condominio

Ilena D’Errico

11 Maggio 2025 - 00:23

Ecco come chiedere di non far più parte di un condominio, quali requisiti servono e cosa fare.

Come chiedere di non far più parte di un condominio

La maggior parte dei proprietari che abita in un condominio è piuttosto insoddisfatta di questo aspetto, limitante nelle libertà e dispendioso dal punto di vista economico. Al giorno d’oggi non è facile trovare case indipendenti che soddisfino le esigenze di mobilità quotidiana e quasi sempre gli immobili di uno stesso fabbricato fanno parte di un condominio. Chi compra un appartamento entra così a farne parte senza troppa possibilità di scelta (se non rinunciare all’acquisto), visto che soltanto pochissimi cittadini partecipano alla costituzione di un condominio. A tal fine, infatti, è sufficiente che convivano più proprietari di un edificio su un suolo comune o che porzioni dell’immobile vengano vendute ad altri soggetti dall’unico proprietario.

Molti ignorano, tuttavia, che è possibile uscire dal condominio e liberarsi così, almeno per buona parte, di tutti gli oneri che ne conseguono. Continuando a essere proprietari dell’immobile, così, ci si svincola dal regolamento e dalla comunione su alcune parti dell’edificio. Non bisogna però pensare che sciogliere il condominio sia una passeggiata, perché può rivelarsi piuttosto complesso. Per chiedere di non far più parte di un condominio è necessario essere in possesso di alcuni requisiti, che dipendono proprio dalla definizione di condominio, e seguire la procedura prevista dalla legge.

Oltretutto, è fondamentale ricordare che anche ottenendo l’uscita dal condominio è fondamentale adottare dei comportamenti corretti rispetto al vicinato, così come potrebbero restare vincolanti alcune disposizioni sul decoro dell’edificio e sulla partecipazione di spesa per le parti comuni. Lo scioglimento del condominio non implica automaticamente anche la divisione di tutti gli spazi in comunione, pertanto potrebbero rimanere degli obblighi in tal senso. Per il resto, però, sarà possibile dare pieno spazio alla libertà che contraddistingue il diritto di proprietà.

Quando si può chiedere di uscire dal condominio e come fare

Il condominio non si forma per un vero e proprio atto di volontà delle parti, bensì come automatica e innegabile conseguenza della comproprietà. Pensiamo, per esempio, al proprietario di un edificio con più locali che inizia a venderli e donarli a soggetti differenti oppure alla divisione ereditaria che consegue alla sua morte. Ecco una delle possibili origini di un condominio, che semplicemente esiste in quanto tale. Proprio per questa ragione lo scioglimento del condominio è subordinato ad alcuni requisiti di natura strutturale e funzionale che caratterizzano gli appartamenti. Secondo l’articolo 61 delle disposizioni di attuazione del Codice civile:

Qualora un edificio o un gruppo di edifici appartenenti per piani o porzioni di piano a proprietari diversi si possa dividere in parti che abbiano le caratteristiche di edifici autonomi, il condominio può essere sciolto e i comproprietari di ciascuna parte possono costituirsi in condominio separato.

In altre parole, è possibile uscire dal condominio se il proprio edificio o porzione è completamente autonomo rispetto al resto. Allo stesso modo, se c’è un insieme di proprietà autonome rispetto alle altre è possibile ottenere la divisione e formare un condominio separato, un’altra soluzione utile a una gestione più efficiente e discrezionale. Ai fini dell’autonomia, la divisione deve essere anche materiale, garantendo piena indipendenza rispetto agli altri locali. La legge, tuttavia, ammette anche la persistenza di alcune parti in comune con gestione da regolare appositamente. Non a caso dalla divisione di un condominio può nascere il supercondominio, che ha appunto spazi in comune a più edifici.

È possibile chiedere di non far più parte del condominio all’assemblea, che potrà approvare l’istanza con la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà dei millesimi di proprietà totale. Se sono necessari dei lavori per la divisione, come nella stragrande maggioranza dei casi, è invece richiesta la maggioranza degli intervenuti all’assemblea e almeno due terzi dei millesimi di proprietà totale. Nel caso in cui l’assemblea neghi la domanda, il condomino può rivolgersi all’autorità giudiziaria per ottenere lo scioglimento, dovendo a questo punto dimostrare l’autonomia e l’assenza di pregiudizio per le altre parti. La richiesta deve però provenire da almeno un terzo dei proprietari della parte di cui si chiede la separazione, a prescindere dalle tabelle millesimali.

Argomenti

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO
Termina il 12/05/2025 Ti piace Papa Leone XIV?