Se l’unico collegio elettorale che conta è quello che nessuno ha vinto: la Germania

Mauro Bottarelli

29 Settembre 2022 - 14:16

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L’inflazione tedesca vola, Alternative fur Deutschland è primo partito nella ex DDR e Scholz stanzia altri 200 miliardi. La Bce non ci sosterrà in stile Bank of England. E l’asta Btp di oggi fa paura

Se l’unico collegio elettorale che conta è quello che nessuno ha vinto: la Germania

Apparentemente, i 65 miliardi messi sul piatto dalla Bank of England sotto forma di acquisto di titoli di Stato a lungo termine non sono bastati a calmare i marosi di mercato scatenati dalla Trussnomics. La sterlina è tornata a indebolirsi e a Londra la tensione sul mercato dell’obbligazionario sovrano resta palpabile, come mostra questo grafico.

Andamento dell'indice di liquidità del mercato obbligazionario sovrano britannico Andamento dell’indice di liquidità del mercato obbligazionario sovrano britannico Fonte: ING

relativo all’indicatore di liquidità dei GILTS tracciato da ING: se infatti i miglioramenti sull’intero spettro della curva appaiono limitati, il bond a 30 anni registra già un peggioramento nonostante l’intervento della Old Lady. .Il motivo? A poco a poco, i particolari sul Lehman moment vissuto mercoledì mattina dalle parti della City cominciano a venire a galla. In tutta la loro drammaticità.

Non solo Legal&General, uno dei principali player nel comparto dei cosiddetti fondi LDI (Liability Driven Investment) avrebbe suonato l’allarme a Threadneedle Street già venerdì scorso, quando il caos sui rendimenti lo avrebbe costretto a una cash call d’emergenza ma un trader sotto anonimato ha confermato a Bloomberg come prima dell’inizio delle contrattazioni di ieri, la certezza era quella che il rendimento del GILT dal 4.5% sarebbe potuto salire intraday fino al 7%. A quel punto, il 90% dei fondi pensione si sarebbe trovato a corto di collaterale. E sarebbe stato spazzato via. Un Lehman moment, appunto.

Ma non basta, perché questo grafico

Andamento del grado di affordability immobiliare britannica in base ai tassi sui mutui Andamento del grado di affordability immobiliare britannica in base ai tassi sui mutui Fonte: Deutsche Bank

elaborato da Deutsche Bank fa notare come il 26% di tutti i mutui immobiliari britannici siano governati da tassi variabili. I quali stavano per subire un drastico re-pricing. Per intenderci, il giorno prima dell’intervento della Bank of England, Lloyds Bank offriva un tasso fisso a 2 anni al 4.95%, assumendo una ratio prestito su valore del 60-75% dell’immobile, livello che saliva al 5.29% nel caso di un loan-to-value del 90-95%. Di fatto, un tasso di affordability immobiliare così basso da aver pareggiato quello raggiunto durante il crash del 2008 e che si poneva solo a un paio di punti percentuali dall’abisso raggiunto a fine anni Ottanta.

Ma se gli orfani di Sua Maestà piangono e non solo per il lutto reale, gli europei non hanno certo di che compiacersi. E noi italiani, purtroppo, sembriamo destinati ancora una volta a essere avanguardia della crisi. Questo grafico

Andamento dell'inflazione CPI su base annua in Nord Reno-Westfalia Andamento dell’inflazione CPI su base annua in Nord Reno-Westfalia Fonte: Bloomberg

ha accompagnato il caffè del mattino in Germania: in Nord-Reno Westfalia, il Land più popoloso del Paese, l’indice CPI dell’inflazione a settembre è salito del 10.1% su base annua, record assoluto e dell’1,8% su base mensile. La lettura precedente era rispettivamente dell’8,1% e dello 0.3%. Ma non basta. Perché anche le due regioni più ricche della nazione, il Baden.Wuerttemberg e la Baviera, hanno visto il CPI salire e non poco: nel primo caso il dato annuo è stato del +9,5% dal +7,3% precedente, mentre nel secondo del 10,8% contro l’8,4%. Infine, i dati preliminari di Assia e Brandeburgo, rispettivamente più +9,4% dal +8,0% e +9.9% contro +7.9%.

Insomma, un disastro. Non a caso, il banchiere centrale estone e falco del board Bce, Madis Müller, ha ribadito a Bloomberg TV come i trend dell’inflazione richiedono ulteriori e significativi rialzi dei tassi. Insomma, nessuno pensi a una Bce in versione Bank of England, in caso gli spread italiano e spagnolo vadano in outperformance rispetto all’effetto di calmiere finora esercitato dal mero reinvestimento titoli del Pepp. E a far paura deve essere non solo il dato inflazionistico tedesco, bensì anche quello dell’eurozona nel suo complesso, stante aspettative sul dato dei prezzi al consumo di settembre al +41,3% dal +37% di agosto e quelli alla produzione a +50.3% da +44.6% di agosto.

E, soprattutto, le prospettive demoscopiche dei sondaggi. L’ultima rilevazione di Insa Consulere ha infatti inflitto il secondo shock mattutino al governo Scholz, poiché mostra come la ex DDR veda la destra euroscettica di Alternative fur Deutschland come primo partito addirittura al 27%, seguita dalla CDU al 26% e poi SPD al 15% e Verdi al 14%. Ma è il dato nazionale a far ulteriormente riflettere, perché AfD sarebbe al 15%, tre volte la Linke e quasi il doppio dei Liberali. E non così distante dal 19% della SPD, già in crisi a causa dei razionamenti energetici e del caro-bollette. Non a caso, il partito di Olaf Scholz sarebbe solo terzo a livello nazionale, preceduto dalla CDU al 28% e dai Verdi al 21%. Non a caso, il governo tedesco ha appena annunciato un piano monstre da 150-200 miliardi di euro per tamponare il salasso legato al prezzo del gas.

Insomma, il rischio per il nascente governo di centrodestra italiano è quello di divenire vittima del fuoco amico di altri sovranisti, le cui rivendicazioni a livello di tassi di interesse e politica Bce in sostegno dei cosiddetti periferici sono ovviamente da annoverare e classificare alla voce falco. Se lo spread dovesse prezzare tensioni politiche e legate al DEF talmente forti da smontare l’offsetting garantito finora proprio dal concambio implicito fra Bund e Btp in seno alla detenzioni dell’Eurotower, cosa accadrebbe? E con il rendimento del decennale andato in asta stamattina al 4.70%, massimo dal 2013, la domanda appare esiziale. E la risposta sta tutta in un acronimo di tre lettere.

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