Calcio: cos’è la clausola rescissoria e chi la paga?

Massimiliano Carrà

25 Luglio 2019 - 17:51

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Calcio: ecco cosa è, a cosa serve, e chi dal punto di vista giuridico paga la cosiddetta clausola rescissoria inserita all’interno di un contratto

Calcio: cos’è la clausola rescissoria e chi la paga?

Negli ultimi anni nel mondo dello sport, in particolare in quello del calcio, sta prendendo sempre più voga l’opzione di inserire in un contratto stipulato tra società e calciatore la cosiddetta clausola rescissoria.

Essa permette a un giocatore di recedere unilateralmente dal proprio contratto con la società di appartenenza dietro il pagamento di una determinata cifra che in molti casi è molto alta per un semplice motivo: spaventare gli altri club che potrebbero essere interessati all’acquisto di quel determinato calciatore.

Basti pensare a quella dell’attaccante del Real Madrid Karim Benzema che è di 1 miliardo di euro o quella del fuoriclasse del Barcellona Lionel Messi che si attesta a 700 milioni di euro.

Chi paga la clausola rescissoria?

C’è però un aspetto giuridico che nel gergo comune viene trascurato e confuso: la somma della clausola rescissoria viene pagata proprio dal calciatore, non dalla nuova società in cui andrà a giocare.

Per fare un esempio più recente in Serie A, formalmente è stato il difensore Manolas a pagare la sua clausola rescissoria da 36 milioni di euro per recedere dal proprio contratto con la Roma, non il Napoli.

Ovviamente, questa è una vera e propria formalità giuridica. Nella pratica infatti, la somma della clausola rescissoria del calciatore viene pagata dalla società che ne vuole acquistare i diritti.

Questo però cambia la finalità e la ratio di questa opzione contrattuale. Anche perché spesso la modalità di pagamento e l’importo della clausola rescissoria viene negoziato e può causare diversi scontri, come nel caso del passaggio di Antoine Griezmann dall’Atletico Madrid al Barcellona

È sbagliato chiamarla rescissoria

Un altro errore riguarda proprio il nome. In base all’ordinamento italiano non è corretto dire clausola rescissoria, ma clausola penale. Dal punto di vista prettamente civilistico infatti la rescissione di un contratto presuppone un’anomalia verificatasi al momento della conclusione del contratto.

E non è questo il caso che si sta analizzando. Di conseguenza, è più giusto parlare di clausola penale. Essa trova la sua validità validità giuridica negli articoli 1382-1384 del Codice Civile.

In questi articoli viene definita “clausola penale” la somma, stabilita all’interno di un contratto e concordata tra le parti, dovuta a titolo di risarcimento per l’inadempimento dell’obbligazione ed indipendentemente dalla prova del danno.

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