Cina sotto pressione: lo yuan precipita sul dollaro

Violetta Silvestri

25/10/2022

25/10/2022 - 08:40

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I mercati asiatici e non solo osservano la Cina oggi: lo yuan è crollato sul dollaro, mentre restano dubbi sugli obiettivi di crescita del Dragone e sulle conseguenze del congresso.

Cina sotto pressione: lo yuan precipita sul dollaro

Cina protagonista dei mercati oggi, osservata speciale in una seduta asiatica contrastante nella quale gli indici principali del dragone hanno oscillato e stanno chiudendo misti.

La presa di potere di Xi ha sollevato la preoccupazione che il processo decisionale così concentrato nelle sue mani e nella cerchia dei suoi fedelissimi possa indebolire la crescita e rafforzare la destabilizzazione geopolitica già in corso.

A testimonianza di un sentiment incerto nei confronti della potenza asiatica, lo yuan ha toccato livelli minimi sul dollaro.

Crollo dello yuan sul dollaro: cosa succede in Cina

Il renminbi cinese è sceso al livello più basso dalla fine del 2007, poiché le incertezze sulla traiettoria economica del Paese si sono diffuse dalle azioni cinesi ai mercati valutari.

La valuta, già colpita quest’anno da un aumento del differenziale dei tassi di interesse con gli Stati Uniti, martedì 25 ottobre è scesa dello 0,6% a 7,3084 Rmb per dollaro. Il tonfo è stato dovuto anche alla reazione alla mossa della Banca Popolare cinese. L’istituto, infatti, ha fissato il punto medio più basso nel 2008.

Il deprezzamento odierno della valuta cinese la porta in ribasso del 15% da inizio anno e arriva dopo una vendita globale di azioni cinesi questa settimana. L’indice Hang Seng China Enterprises è sceso di oltre il 7% lunedì, mentre il Nasdaq Golden dei grandi titoli tecnologici scambiati a Hong Kong è diminuito di oltre il 14%.

La crescente svendita per gli asset cinesi segue la conclusione del congresso del Partito Comunista Cinese a Pechino, dove il presidente Xi Jinping si è contornato da lealisti e ha messo in chiaro di essere molto più concentrato sulla sicurezza nazionale e sull’applicazione di rigide politiche zero-Covid che sulle riforme economiche e sull’apertura finanziaria.

Nel terzo trimestre il Pil cinese è cresciuto, ma è ancora lontano dal target fissato al 5,5% annuale.

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