Un’analisi degli ultimi dati import/export tra Cina e Russia mette in evidenza che l’asse commerciale è solido, pur con alcune crepe legate alle tensioni geopolitiche.
Il legame economico tra Cina e Russia procede, pur con qualche segnale di debolezza.
La relazione commerciale tra i due Paesi è sotto i riflettori internazionali da quando Putin ha lanciato la sua guerra di aggressione all’Ucraina. Qualsiasi dato su un aumento o un calo dell’import/export viene passato al setaccio dalle altre potenze globali.
L’Occidente accusa Pechino di appoggiare militarmente Mosca. Xi Jinping non ha mai confermato, anche se non ha affatto escluso Putin dalla sua rete diplomatica o di relazioni privilegiate per fini commerciali ed economici.
Non sorprende, quindi, che le importazioni russe dalla Cina abbiano iniziato a riprendersi a giugno, nonostante le difficoltà nei pagamenti del commercio estero, innescate dalla minaccia degli Stati Uniti di sanzioni secondarie e restrizioni sulla principale borsa di Mosca. Come sta andando l’asse degli affari tra Cina e Russia? Luci e ombre di un’alleanza che il mondo teme.
Cina-Russia, quanto vale l’alleanza commerciale?
Le esportazioni cinesi denominate in yuan verso la Russia sono cresciute del 4,76% a giugno rispetto all’anno precedente, più velocemente del tasso dello 0,92% di maggio, ma comunque molto più lentamente della crescita a due cifre delle esportazioni registrata all’inizio dell’anno, secondo i dati doganali pubblicati venerdì 12 luglio.
Le spedizioni in uscita dalla Cina verso la Russia sono diminuite a marzo e aprile prima di tornare a crescere a maggio. Anche se gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a giugno all’unica filiale bancaria russa in Cina, il presidente Vladimir Putin ha visitato la Cina a maggio e ha contribuito a garantire che i due Paesi avessero alternative di pagamento, secondo Reuters.
Le aziende russe hanno dichiarato ai media locali che i problemi di pagamento con le importazioni dalla Cina erano stati risolti proprio dopo l’incontro tra i due presidenti a maggio. Le piccole banche regionali hanno iniziato ad accettare yuan dalla Russia, proteggendo i creditori più grandi che avevano smesso di gestire accordi di commercio estero con le aziende russe per evitare l’esposizione al rischio di sanzioni.
Il valore degli scambi commerciali bilaterali tra i due Paesi continua comunque a crescere, raggiungendo i 143,9 miliardi di yuan (19,81 miliardi di dollari) il mese scorso, in aumento del 2,3% rispetto ai 140,7 miliardi di yuan di maggio.
La russa Gazprom inizierà a esportare gas verso la Cina per 10 miliardi di metri cubi all’anno nel 2027, ha dichiarato il CEO di Gazprom, Alexei Miller, durante l’assemblea annuale degli azionisti tenutasi il 28 giugno.
In generale, quindi, l’asse tra Pechino e Mosca rimane solido, pur contrastato dalle sanzioni occidentali. Tutti i segnali della complessità geopolitica dell’attuale contesto globale si riflettono anche in questi dati: il commercio russo-cinese procede, pur con le incognite della rivalità occidentale.
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