Cina: Xi Jinping, prevenire rischi e disinnescare pericoli economia

Luca Fiore

21 Gennaio 2019 - 12:54

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Cresciuta nel 2018 al ritmo minore dal 1990, la seconda economia mondiale è sotto i riflettori. Tre gli scenari sul prossimo futuro delineati da team di investimento Asia di East Capital.

Cina: Xi Jinping, prevenire rischi e disinnescare pericoli economia

Dobbiamo migliorare la nostra capacità di prevenire e disinnescare i grandi rischi che minacciano la nostra economia. È quanto ha detto, secondo quanto riportato dall’agenzia Xinhua News Agency, il presidente cinese Xi Jinping.

Secondo le indicazioni arrivate questa mattina (quila notizia), nel quarto trimestre il Pil del dragone ha fatto segnare un rialzo del 6,4%, contro il 6,5% precedente.

Per il dato si tratta del ritmo di crescita più lento dalla crisi finanziaria globale del 2009.

Da Pechino un terzo della crescita globale

Indicazioni preoccupanti arrivano anche dal dato annuo che, al 6,6%, fa segnare il ritmo minore dal 1990 (ai tempi delle sanzioni economiche dopo Piazza Tiananmen).

Bicchiere mezzo pieno per Ning Jizhe, n.1 dell’ufficio di statistica. “Contribuendo a quasi un terzo della crescita economica mondiale, l’economia del Paese continua ad essere il maggior contributore all’aumento del Pil globale”.

L’obiettivo dell’esecutivo, ha rimarcato Xi Jinping, è di “garantire uno sviluppo economico sostenibile e la stabilità sociale”.

Analisti ottimisti su trattative Usa-Cina

Stando ai rumor, le consultazioni sull’asse Washington-Pechino potrebbero condurre a un esito positivo della guerra commerciale.

In quest’ambito, tre sono gli scenari elaborati da un team di investimento Asia di East Capital. Nell’eventualità di un mantenimento della situazione attuale, il Fondo Monetario Internazionale ha stimato un impatto del -0,7% sulla crescita del PIL nel 2019 che, compensato dalle misure di espansione, “portando ad un impatto netto sul PIL di -0,2%” .

Dinanzi ad un inasprimento del livello e della portata dei dazi, “l’impatto sarebbe di certo peggiore (probabilmente intorno al -0,5%) e potremmo assistere ad una possibile svalutazione dello yuan. Inoltre, zavorrando l’economia cinese e i mercati, l’effetto negativo sarebbe percepito in maniera più forte a livello globale, soprattutto nell’ambito delle materie prime”.

Lo scenario finale coincide con un accordo commerciale. “Una soluzione di questo tipo potrebbe aprire le porta ad un significativo miglioramento del fragile sentiment dei Mercati Emergenti, insieme ad una crescita economica con segno positivo e revisioni degli utili a livello globale, fattore che porterebbe afflussi significativi in entrata”.

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