Riforma della chiamata diretta: ecco cosa ha deciso il Miur

Simone Micocci

8 Febbraio 2017 - 15:19

Chiamata diretta a.s. 2017/2018: nessun accordo tra il Miur e i sindacati. Come rivelato da FLC Cgil, infatti, la proposta del Ministero lascia ancora troppi poteri in mano al Dirigente Scolastico.

Riforma della chiamata diretta: ecco cosa ha deciso il Miur

Chiamata diretta, quali novità per l’a.s. 2017/2018?

Dopo l’accordo raggiunto, con la soddisfazione di entrambe le parti, per le operazioni di mobilità 2017/2018, il Miur e i sindacati stanno ancora discutendo del futuro della tanto criticata chiamata diretta.

Nella giornata di ieri c’è stato un nuovo incontro, dove però i sindacati e il Miur non hanno raggiunto un accordo. La proposta della nuova Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli non è stata accolta dai sindacati poiché secondo loro ai dirigenti scolastici viene lasciata ancora un’ampia discrezionalità nella scelta dei docenti.

Quindi anche questa tappa della lunga trattativa sindacati MIUR in merito alla chiamata diretta sembra essersi conclusa con un buco nell’acqua.

Le organizzazioni sindacali provarono a raggiungere un accordo con il Miur già nello scorso anno scolastico, ma alla fine il confronto con l’amministrazione Giannini si è interrotto bruscamente. Dopo aver appurato che la chiamata diretta non è per nulla funzionale, i sindacati ci hanno riprovato sperando in un risultato diverso adesso che alla guida del Ministero dell’Istruzione c’è l’ex sindacalista Fedeli.

A quanto pare però non è andata così, dal momento che la proposta del Miur è ancora troppo lontana dalle richieste dei sindacati. Quali sono i punti su cui i sindacati e il Miur non concordano? Facciamo chiarezza analizzando sia la posizione dei sindacati che la proposta del Ministero dell’Istruzione rappresentato da Valeria Fedeli.

Chiamata diretta a.s. 2017/2018: cosa chiedono i sindacati

La chiamata diretta ci sarà anche nel 2017/2018 e riguarderà tutti coloro che non otterranno il trasferimento su scuola ma su ambito. Dal prossimo anno però il funzionamento della chiamata diretta potrebbe essere diverso da quello utilizzato per i trasferimenti nell’a.s. 2016/2017.

Nell’accordo per le operazioni per la mobilità dell’a.s. 2017/2018, infatti, è stato stabilito che presto verranno sottoscritte procedure e modalità per “l’assegnazione alle scuole dei docenti assegnati negli ambiti, sulla base di scelte che valorizzino il Collegio dei docenti e le sue articolazioni, in un quadro di requisiti stabiliti a livello nazionale per assicurare imparzialità e trasparenza”.

Il testo dell’accordo quindi attribuisce un nuovo ruolo al Collegio dei docenti nell’ambito della chiamata diretta. Tuttavia, nonostante le premesse, sembra che il Ministro dell’Istruzione non abbia intenzione di ridefinire più di tanto il ruolo del Dirigente Scolastico.

La Buona Scuola, infatti, dà pieno potere al Dirigente Scolastico, mentre i sindacati chiedono di stabilire dei criteri oggettivi e trasparenti per la chiamata diretta. I requisiti stabiliti a livello nazionale dovrebbero integrarsi con quelli scelti dal collegio dei docenti, ovvero quelli che costituiscono le esigenze formative della scuola interessata.

Quindi, il Collegio dei docenti potrà comunque stabilire i requisiti che un insegnante deve avere, ma questi devono essere coerenti con quelli definiti a livello centrale dal Miur.

Una volta che il Collegio avrà deciso una decina dei requisiti presenti nel contratto della mobilità 2017/2018, in base alla necessità della propria scuola, il dirigente scolastico si limiterà a chiamare il docente titolare di ambito più titolato per offrirgli l’incarico triennale.

Per conoscere i requisiti che saranno valutabili per la chiamata diretta dovremo aspettare il raggiungimento dell’accordo, ma al momento si parla di esperienze professionali specifiche, consolidate e certificabili. Quindi, tra i requisiti oggetto del contratto potrebbero esserci una seconda laurea, un’esperienza all’estero, oppure un dottorato di ricerca.

Chiamata diretta a.s. 2017/2018: cosa propone il Miur

Quelle che abbiamo appena visto sono le richieste dei sindacati, ma la proposta del Miur è differente.

Infatti, nella bozza presentata dalla Ministra Valeria Fedeli nell’ultimo incontro con i sindacati, il ruolo del Collegio dei Docenti non viene valorizzato, mentre i poteri in mano al dirigente scolastico non sono stati ridimensionati.

Nel dettaglio, la proposta del Miur, rivelata dal sindacato Flc Cgil, prevede che il Collegio dei Docenti può essere chiamato in causa solamente per essere ascoltato, mentre è il Dirigente a definire l’ordine delle priorità in base ai 36 requisiti indicati nell’elenco nazionale.

Un altro punto contestato dai sindacati è quello relativo alle modalità di assegnazione dei docenti alle scuole da parte degli Uffici Scolastici Regionali, in merito al fatto che nella proposta del Miur non viene nominato il punteggio.

Questo, sommato al fatto che il ruolo affidato al Collegio è del tutto marginale, ha portato i sindacati a rifiutare la proposta del Miur. Con le trattative sulla chiamata diretta che quindi andranno avanti nei prossimi giorni.

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