Il correttivo in arrivo permette ad alcuni contribuenti di pagare meno tasse grazie alla reintroduzione di alcuni benefici fiscali cancellati dalla Legge di Bilancio 2025.
Meno tasse graveranno sulle spalle di alcuni contribuenti, grazie alla reintroduzione di alcune detrazioni da parte del correttivo al Decreto Irpef-Ires. Il decreto Correttivo, licenziato dal Governo il 14 luglio scorso, tra le varie novità prevede anche delle disposizioni sulla tassazione dei redditi da lavoro dipendente.
L’articolo 1 del correttivo va a modificare le detrazioni per carichi di famiglia previste dall’articolo 12 del Tuir. La modifica introduce il comma 4-ter, secondo cui il beneficio fiscale previsto per le persone indicate nell’articolo 12 deve essere considerato anche quando per gli stessi familiari non è prevista la detrazione per carichi di famiglia. Andiamo a comprendere come agisce la modifica e per chi si trasforma in meno tasse da pagare.
Detrazioni limitate nel 2025
La Legge di Bilancio 2025 ha limitato le detrazioni per i carichi di famiglia a:
- coniuge;
- ascendenti conviventi;
- figli con età compresa tra i 21 e i 30 anni.
Per tutti gli altri familiari conviventi, oltre a venire meno le detrazioni per i carichi di famiglia, era previsto che non si potesse utilizzare più neanche la detrazione per oneri e spese sostenute nel loro interesse dal contribuente.
La stessa Agenzia delle Entrate con la circolare 4/2025 ha precisato che il venir meno delle detrazioni per i carichi di famiglia ha effetti anche sugli altri benefici fiscali previsti per gli altri familiari a carico, mantenendo una sorta di clausola di salvaguardia solo per i figli. Per tutti gli altri familiari la circolare precisa che la detrazione per oneri e spese viene meno.
Meno tasse da pagare per chi ha familiari conviventi
La modifica introdotta dal correttivo, invece, prevede che le disposizioni fiscali elencate dall’articolo 12 del Tuir debbano essere applicate a:
- coniuge non legalmente ed effettivamente separato;
- figli;
- le altre persone elencate all’articolo 433 del codice civile conviventi con il contribuente (fratelli, sorelle, generi, nuore, suoceri, nipoti e coniuge separato).
L’articolo 4-ter recita, infatti:
“si considerano, ancorché non spetti una detrazione per carichi di famiglia, il coniuge non legalmente ed effettivamente separato, i figli, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi, affiliati o affidati, e i figli conviventi del coniuge deceduto, nonché le altre persone elencate nell’articolo 433 del codice civile che convivono con il contribuente o percepiscono assegni alimentari non risultanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria”.
Per questi soggetti la detrazione delle spese sostenute spetta sempre al contribuente quando il familiare è considerato fiscalmente a carico, anche se non è prevista la detrazione per i carichi di famiglia.
Si pensi, ad esempio, ai figli con meno di 21 anni per i quali il contribuente non ha diritto alle detrazioni per carichi di famiglia: può fruire in ogni caso del beneficio fiscale per gli oneri e le spese sostenuti nell’interesse della prole (spese mediche, di istruzione ecc.).
Lo stesso principio, con la modifica, è applicato anche ai figli con età superiore ai 30 anni e a tutti gli altri familiari conviventi con il contribuente che rientrano tra quelli elencati nell’articolo 433 del codice civile. Per avere diritto all’agevolazione fiscale, in ogni caso, si devono considerare solo i soggetti sopra elencati che hanno un reddito complessivo che non supera i 2.840 euro (solo nel caso dei figli con età non superiore ai 24 anni il limite è di 4.000 euro).
La clausola di salvaguardia prevista per i figli, quindi, viene estesa a tutti i familiari conviventi. La modifica è molto rilevante e consente di pagare meno tasse a quei contribuenti che, avendo altri familiari a carico, sostengono nell’anno di imposta 2025 spese per parenti conviventi e con reddito che gli permette di essere considerati fiscalmente a carico.
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