Chi paga le spese legali del divorzio?

Isabella Policarpio

25/11/2020

25/11/2020 - 16:22

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Le spese legali del divorzio in tribunale possono essere divise equamente tra i coniugi oppure addebitate al “colpevole” della fine del matrimonio. Ecco chi paga e quanto.

Chi paga le spese legali del divorzio?

Divorzio e separazione giudiziali richiedono tempo e denaro. Chi paga le spese legali, per la causa e l’avvocato, dipende se tra i coniugi c’è l’accordo - quindi la volontà congiunta di rompere il matrimonio - oppure no.

La divisione delle spese legali spetta al giudice, salvo diversi accordi tra moglie e marito.

Di solito si applica il principio della soccombenza: vuol dire che il coniuge a cui è addebitato il divorzio deve pagare tutte le spese, anche l’avvocato dell’altro.

Chi paga le spese legali nel divorzio consensuale

Se il divorzio è consensuale, quindi una decisione condivisa da entrambi i coniugi, le spese legali vengono di norma divise e compensate tra i due. Dunque, ciascuno paga la sua parte senza pretendere nulla dall’altro.

Tuttavia le parti in causa possono stabilire condizioni di pagamento diverse, ad esempio che le spese siano interamente a carico di uno dei due.

Inoltre quando c’è l’accordo - sia nel divorzio congiunto che nella separazione consensuale - marito e moglie possono farsi rappresentare da un unico avvocato, cosa che assicura un risparmio notevole in termini economici e processuali.

Nel divorzio con addebito paga il soccombente

Le cose cambiano se il divorzio non è consensuale, anzi se uno dei due attribuisce all’altro il motivo della fine del matrimonio. Si tratta del divorzio con addebito che fa scaturire diverse conseguenze per il soccombente:

  • l’obbligo di pagare tutte le spese legali (anche quelle sostenute dall’ex) e processuali;
  • l’esclusione dell’assegno di mantenimento (per sé ma non per i figli), qualora ne avesse avuto diritto.

Ciò vale anche per la separazione con addebito.

Nel divorzio con addebito per colpa il giudice applica “il principio della soccombenza”(articolo 91 del Codice di procedura civile) secondo cui “chi ha torto paga”.

Divorzio giudiziale e compensazione delle spese

Non sempre il divorzio giudiziale in tribunale si conclude con l’addebito ad una delle parti; anzi, nella maggior parte dei casi, la fine del matrimonio dipende da entrambi i coniugi. Può anche accadere che non sia stato possibile provare in tribunale la colpevolezza e il nesso di causalità tra la violazione dei doveri coniugali (ad esempio il tradimento o l’abbandono del tetto coniugale) e la fine della relazione.

In questi casi il giudice può optare per la “compensazione delle spese legali”, in tutto o in parte. Significa che ciascuna delle parti pagherà in autonomia l’avvocato che ha scelto come difensore e il coniuge che ha pagato il contributo unificato iniziale non può ottenere il rimborso.

Divorzio e gratuito patrocinio

Chi ha i requisiti di reddito, può richiedere il gratuito patrocinio a spese delle Stato per eseguire la causa di divorzio senza dover pagare nulla in primo grado, Corte d’Appello e Corte di cassazione.

Per l’anno 2020, il limite di reddito per ottenere l’avvocato pagato dallo Stato è di 11.493,82 euro (ma ogni due anni viene rivalutato in base ai dati ISTAT).

A questo link il nostro articolo dedicato a divorzio/separazione con gratuito patrocinio, requisiti e come fare domanda.

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