Chi ha vinto il confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni: temi e reazioni

Luna Luciano

13/09/2022

25/10/2022 - 09:37

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Meloni e Letta a confronto. Nel dibattito moderato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, i due leader di confrontano sui temi caldi della campagna elettorale. Ecco chi ha vinto.

Chi ha vinto il confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni: temi e reazioni

Un confronto deciso e dai toni abbastanza pacati quello tra il leader del Pd, Enrico Letta e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nonostante non siano mancate alcune frecciatine e stoccate.

A 13 giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre, i rappresentanti delle due principali coalizioni si sono incontrati per poter discutere - finalmente - uno di fronte all’altra dei temi più caldi che hanno animato questa campagna elettorale in un dibattito in diretta su Corriere Tv e moderato dal direttore del Corriere, Luciano Fontana.

Sono queste le ultime battute finali di una campagna elettorale ormai agli sgoccioli, che ha spesso visto i due leader rimpallarsi accuse e frecciatine, conducendo un vero duello testa a testa sui social, escludendo in automatico dal dibattito gli altri leader.

Durante il confronto moderato da Fontana, Letta e Meloni hanno nuovamente presentato i propri programmi, discutendo delle strategie per la prossima legislatura. Ecco quali sono stati i temi, le reazioni e chi avrebbe vinto il dibattito.

Il confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni: questione Ucraina

Il confronto tra Letta e Meloni non poteva che aprirsi sullo scenario di crisi internazionale causato dal conflitto russo-ucraino. Stando al direttore Fontana in entrambe le coalizioni sono presenti degli elementi interni contrari all’invio di armi all’Ucraina e alle sanzioni alla Russia. I due leader si sono però detti favorevoli nell’invio delle armi a Kiev.

Per Enrico Letta le sanzioni sono l’unica via percorribile, rimanendo in linea con Europa e Nato. Per quanto possano gravare sull’economia nazionale, queste misure sono «l’unico modo con cui abbiamo la possibilità di fermare la Russia oggi».

Meloni si schiera sì con l’Ucraina, ma anche a favore degli interessi nazionali, ribadendo che FdI e il centrodestra non hanno avuto problemi a schierarsi «contro l’invasione russa all’Ucraina e non c’è dubbio che le cose resterebbero così anche con un governo di centrodestra».

Proprio sull’invio delle armi all’Ucraina arrivano le prime stoccate. Meloni ha ricordato al suo avversario che gli alleati di coalizione di centrosinistra, Sinistra Italiana e Verdi, sono contrari all’invio di armi. A quel punto la replica di Letta non si è fatta attendere, ricordando che con questi partiti vige un accordo elettorale e non di governo, come quello del centrodestra, dove Berlusconi e Salvini sono notoriamente vicini alla Russia.

Il confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni: i rapporti con Ue

I rapporti con l’Europa non potevano che essere centrali nel dibattito, soprattutto considerando l’originale spinta antieuropeista del partito di destra.

Meloni chiede un’Europa dove anche ogni Paese possa difendere i propri interessi nazionali, quindi un’Unione che non intervenga dove l’Italia può «fare meglio». FdI e il centrodestra si appelerebbero quindi al «principio di sussidiarietà». Per lo stesso motivo il partito chiede «un fondo di compensazione» per aiutare i Paesi più esposti alle conseguenze delle sanzioni russe.

Per Letta il vero problema dell’Ue sono invece i partiti conservatori - come quello della Meloni. Per il leader del Pd è fondamentale eliminare il diritto di veto, adoperato frequentemente dall’Ungheria e Polonia.

Il confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni: Pnrr e Next Generation Eu

Il Pnrr si è rivelato un altro tema caldo per i due rappresentati di coalizione. Enrico Letta si è detto contrario alla riscrittura del Piano, poiché se l’Italia rinegoziasse i fondi europei sembrerebbe “inaffidabile”. Il leader del Pd non ha poi potuto fare a meno di lanciare una frecciatina all’avversaria, sottolineando come Fratelli d’Italia non abbia mai votato a favore per la Next Generation Eu.

Pronta la risposta della Meloni: «Abbiamo sempre sostenuto il fatto che l’Europa facesse debito comune per affrontare la pandemia: su alcuni passaggi ci siamo astenuti, ma mai votato contro», precisando che l’astensione è stata la naturale conseguenza del documento sul Pnrr giunto in ritardo in Parlamento: «solo un’ora prima del voto».

Il confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni: Ambiente

Ancora crisi, ma questa volta ambientale. La leader difende la coalizione dalle accuse di essere “negazionisti” del centrosinistra: «fa veramente ridere». E ha aggiunto che non c’è nessuno che «ami l’ambiente più di un conservatore: l’obiettivo dei conservatori è prendere la terra dei padri e lasciarla alle generazioni future nelle migliori condizioni possibili».

Sulla questione energetica, Meloni ha poi lanciato una frecciatina a Letta, ricordandogli che non è “saggio” rivolgersi sono all’elettrico (citando l’incidente dell’autobus elettrico che si sarebbe scaricato durante la campagna elettorale, lasciando il democratico a piedi). Energia elettrica che secondo la Meloni legherebbe l’Italia alla Cina. Letta ha dunque risposto al confronto spiegando dell’inesistenza di questo incidente, affermando che è il sistema mediatico meloniano a raccontare fake news.

Il confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni: diritti civili

Durante il confronto Letta-Meloni il tema dei diritti civili ha acceso gli animi con alcune frecciatine, in particolare sulle adozioni dei bambini da parte di coppie omogenitoriali. Meloni difende il suo partito dalle fake news secondo le quali con un governo di centrodestra l’Italia tornerebbe indietro sui diritti civili.

La leader si è comunque detta contraria alle adozioni perché «a bambini che hanno già sofferto bisogna garantire il massimo, che per me è un padre, una madre, la stabilità della coppia». Da qui il botta e risposta. Letta ribatte: «Per crescere un figlio serve l’amore». «L’amore non c’entra niente, lo Stato non norma l’amore», questa la risposta della leader FdI. A quel punto chiosa Letta: «sei tu che così normi cosa è amore e cosa non è».

Il confronto Letta-Meloni: Pd e FdI non potrebbero mai stare in un governo insieme

Arriva infine la domanda provocatoria del direttore Fontana. In caso non ci dovesse essere una maggioranza netta il 25 settembre è possibile immaginare un governo Pd-FdI insieme? La risposta è secca ed è forse la prima sulla quale entrambi i politici sono d’accordo: non potrebbe mai avvenire. Il messaggio di Letta è chiaro: o si va al governo o all’opposizione. Anche Meloni conferma: la decisione che non possa esserci un governo con due partiti con posizioni (quasi) sempre opposte è sintomo di una sana democrazia.

Chi ha vinto il confronto tra Letta e Meloni?

Al termine dei 90 minuti di confronto è impossibile non domandarsi chi tra i due leader sia uscito vincitore. L’opinione pubblica si spacca in due. I politici si complimentano con il loro rappresentante, come Gualtieri fa con Letta:

Anche le testate riportano due vittorie nette e opposte. Se infatti alcuni giornali esaltano le capacità argomentative di Meloni, che avrebbero messo in difficoltà Letta, il quale «avrebbe annaspato» ad alcune stoccate della collega - come ribadisce Il Giornale- altre testate si sono lanciate in un’analisi del linguaggio del corpo. Se Letta appare calmo posato, pronto a replicare a ogni appunto, Meloni sembrerebbe essere apparsa più nervosa e incapace di controbattere in alcuni punti.

È quindi difficile poter stabilire chi sia il vero vincitore del dibattito, ma di certo possiamo dire chi è rimasto “scottato” dal confronto: i leader esclusi. Come Carlo Calenda del Terzo Polo, che avrebbe deciso di replicare al dibattito sui propri social, presentando i punti di forza del suo partito.

Giungono quindi anche le critiche di un confronto che avrebbe dovuto essere esteso almeno agli altri leader delle coalizioni e partiti che corrono da soli alle elezioni. Per adesso ciò che è sicuro è che il nome del vero vincitore del dibattito lo sapremo solo il 25 settembre.

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