Chi è Cavo Dragone? Il curriculum dell’ammiraglio NATO che parla di “attacco preventivo” contro la Russia

Donato De Angelis

2 Dicembre 2025 - 10:48

L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nuovo capo militare della NATO, è al centro dell’attenzione per le sue dichiarazioni su una possibile risposta preventiva agli attacchi ibridi russi.

Chi è Cavo Dragone? Il curriculum dell’ammiraglio NATO che parla di “attacco preventivo” contro la Russia

Negli ultimi giorni la stampa italiana, e non solo, non ha smesso di parlare di un nome che fino a poco tempo fa era noto solo agli addetti militari: Giuseppe Cavo Dragone. Il motivo? Le sue dichiarazioni sul possibile cambio di passo della NATO nei confronti della guerra ibrida portata dalla Federazione Russa. In un’intervista pubblicata dal Financial Times, l’ammiraglio, attuale Presidente del Comitato Militare dell’Alleanza Atlantica, ha dichiarato che l’Alleanza “sta valutando di essere più aggressiva” e che un “attacco preventivo” potrebbe essere considerato “azione difensiva”.

L’eco della crisi Russia-NATO e la paura di una escalation pongono Cavo Dragone sotto i riflettori. Ma chi è davvero e quale percorso lo ha portato a sedere al vertice strategico dell’Alleanza?

Chi è Giuseppe Cavo Dragone?

Giuseppe Cavo Dragone è una figura con un curriculum formidabile. La sua carriera nella Marina Militare italiana è iniziata molti anni fa, e quasi sempre in ruoli operativi e ad alto rischio. Prima come pilota militare, con decine di ore di volo accumulate su elicotteri, aerei a decollo verticale e jet, poi come capitano di fregata, fino al comando delle forze speciali marittime.

Con il passare degli anni, la sua esperienza operativa si è trasformata in leadership strategica. Cavo Dragone ha guidato reparti, flotte fino a raggiungere posizioni di vertice nell’apparato della difesa nazionale. Le sue capacità, affinate in esperienze concrete, lo hanno portato a guadagnarsi stima non solo in Italia, ma anche presso gli alleati.

All’inizio del 2025 è arrivata la nomina più di prestigio: Cavo Dragone è diventato Presidente del Comitato Militare della NATO, ovvero il primo ufficiale militare dell’Alleanza e il punto di riferimento per le strategie di difesa e coordinamento militare.

Perché Giuseppe Cavo Dragone è sulla bocca di tutta Europa

Quello che rende oggi Cavo Dragone al centro del dibattito pubblico è la sua recente dichiarazione riguardo alla possibilità che la NATO passi da una strategia di sola reazione a una di deterrenza attiva, con ipotesi di risposte preventive agli attacchi ibridi attribuiti alla Russia.

Negli ultimi anni, secondo numerose indagini e allarmi di intelligence, la Russia ha intensificato le sue operazioni che non assumono la forma di un conflitto tradizionale, ma di una guerra “ombra”, difficile da definire ma potenzialmente destabilizzante attraverso, soprattutto, attacchi informatici, sabotaggi, intrusioni aeree e minacce asimmetriche.

Un’enorme minaccia per molti Paesi europei, specialmente quelli ai confini orientali, che mette a rischio arsenali militari e infrastrutture critiche, dai cavi sottomarini alle reti elettriche, dai trasporti alle comunicazioni.

Le parole di Cavo Dragone, per la prima volta, sembrano porre sul tavolo dell’Alleanza Atlantica l’ipotesi di una difesa preventiva, anche in forma di risposta militare. A patto che l’azione sia considerata “difensiva”.

Cosa succede ora?

Anche se molte capitali europee spingono per una linea più dura, il cambio di paradigma non è scontato. Cavo Dragone stesso ha ammesso che l’idea di un attacco preventivo “è molto lontana dal nostro normale modo di pensare e comportarci”.
Il problema non è solo tecnico. È in gioco il diritto internazionale, la sovranità degli stati, la giurisdizione, le norme etiche che guidano gli stati membri della NATO. Secondo i detrattori di questa linea, scegliere la via dell’offensiva preventiva rischia di compromettere la legittimità dell’Alleanza e di scatenare un’escalation incontrollata.

C’è chi, tuttavia, sostiene che la deterrenza non possa essere passiva di fronte a minacce costanti e mascherate. L’Europa non può permettersi di rimanere inerme aspettando il prossimo attacco. Tra la due fazioni di pensiero, Cavo Dragone rappresenta la voce di chi crede che la sicurezza collettiva richieda oggi scelte audaci e un aggiornamento delle regole del gioco.

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